Correva l’anno 2007..

Correva l’anno 2007..

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Era il 9 novembre 2007 quando alla fiera di Rho si teneva la Prima Conferenza Nazionale della Bicicletta.
Una “tre giorni” di lavori molto intensi che hanno visto collaborare insieme,  sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente e la Provincia di Milano,  una serie di soggetti  sul tema della mobilità ciclistica: oltre a FIAB, l’UPI – Unione Province Italiane, l’AICC – Associazione Italiana Città Ciclabili, ANCMA – Associazione Nazionale Ciclo motociclo accessori, Euromobility e FCI.

Una “tre giorni” che è stata solo l’atto conclusivo di una serie di tavoli, convocati dall’allora Assessore provinciale, per ragionare a tutto campo del tema della mobilità ciclistica, dall’utilizzo quotidiano all’attività sportiva, per capire come costruire insieme la Prima Conferenza Nazionale, quali argomenti trattare e come, quali i soggetti più qualificati per affrontare i temi proposti  con l’obbiettivo di chiedere ai livelli governativi  una chiara assunzione di responsabilità affinché le politiche per la mobilità ecosostenibile diventassero un tema nazionale inserito in una programmazione politica e amministrativa al più alto livello.

Ho avuto la fortuna di partecipare all’organizzazione di questa Conferenza Nazionale e l’onore di conoscere tantissime persone che, a titolo diverso, hanno saputo dare un contributo molto alto al dibattito: molti di loro hanno continuato in questi anni a lavorare per promuovere la mobilità ciclistica, chi nel mondo dell’associazionismo chi a livello politico-amministrativo e molto spesso le nostre strade tornano ad incrociarsi. Ricordo ancora la grande passione che Gigi Riccardi mise nella titanica organizzazione dei numerosi volontari FIAB che diedero un contributo straordinario in termini di competenza e conoscenza.

Ricordo un numero incredibile di workshop tematici, coordinati da personaggi di altissimo livello del mondo delle Università, delle Associazioni, delle Istituzioni e delle Imprese.
Raccontare in poche righe tutto quel lavoro resta veramente difficile e per questo vi rimando, per chi ne ha voglia, alla lettura del libro “Due ruote per il futuro” ed. Ediciclo, dove sono raccolti tutti gli atti della Prima Conferenza Nazionale della Bicicletta.

Voglio ricordare oggi, a 6 anni di distanza, questa Conferenza perché da un paio di anni qualcosa è veramente cambiato per la mobilità ciclistica e anche le prossime – ci auguriamo – modifiche del Codice della Strada sono un cambiamento epocale, culturale prima ancora che tecnico.

Credo sia doveroso non dimenticare il grande impegno di decenni di associazioni, politici, amministratori – e sì, anche molti politici e amministratori –  che faticosamente e  tenacemente hanno dato un contributo straordinario al nuovo modello di mobilità sostenibile che sta emergendo con prepotenza nella nostra vita quotidiana.

Così, tanto per non dimenticare che dietro a tutto quanto sta succedendo c’è una storia e ci sono le persone: senza questa storia oggi non saremmo dove siamo.