La Commissione Trasporti della Camera dei Deputati sta discutendo il testo della legge delega al Governo per le modifiche al codice della strada, tra le quali alcune proposte a favore della mobilità ciclistica (tutte già in vigore in altri Paesi europei). Il 4 agosto 2014, su iniziativa di alcuni deputati di Scelta Civica, è stato approvato un emendamento per rimuovere la disposizione che introduceva il controsenso ciclabile nelle strade con velocità massima pari a 30 km/h. Segue Comunicato Stampa della FIAB.
SICUREZZA STRADALE? UN VERO CONTROSENSO.
All’indomani dell’approvazione dell’emendamento di Scelta Civica
FIAB deplora la cancellazione del “senso unico eccetto bici”
dalle proposte di modifica al Codice della Strada
Milano, 6 agosto 2014 – Rischia di passare inosservato, nel pieno delle ferie di agosto, un provvedimento che minaccia di cambiare radicalmente il percorso intrapreso da tempo per le modifiche al Codice della Strada, attualmente in discussione all’interno della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.
È stato infatti accolto l’emendamento avanzato ieri da Scelta Civica che elimina la proposta di introduzione, anche in Italia, del “senso unico eccetto bici” (detto anche “controsenso ciclabile”), ovvero la possibilità per i ciclisti di procedere nel senso inverso a quello delle auto in strade ben specifiche – aree 30 km/h su vie a senso unico sufficientemente larghe e sempre a discrezione del sindaco, in funzione alle esigenze del traffico locale – .
FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta che con i suoi 20.000 soci è la più forte realtà associativa dei ciclisti italiani non sportivi, deplora quanto accaduto e chiede ufficialmente ai rappresentanti di Scelta Civica di motivare la scelta con dati e numeri inoppugnabili e pareri tecnici validi.
Il “controsenso ciclabile”, infatti, è già adottato con successo in moltissime città europee, non è pericoloso se correttamente regolamentato e, inoltre, incentiva notevolmente l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti all’interno dei centri urbani. I dati, di cui nel nostro Paese non sembra sia importante tenerne conto quando si devono prendere delle decisioni, ne sono una conferma.
Un esempio per tutti il caso Bruxelles dove sull’85% delle strade a senso unico presenti in città – pari a ben 400 km – è ammesso il “controsenso ciclabile”. Secondo uno studio avvenuto nell’arco di tre anni[1], il 95% degli incidenti occorsi ai ciclisti nella capitale del Belgio è avvenuto su strade prive di “controsenso ciclabile” e solo il 5% su strade che prevedono il “senso unico eccetto bici”(e che rappresentano il 25% del totale delle strade). Di questo 5%, inoltre, solo la metà procedeva ‘controsenso’.
“Nelle due città italiane in cui è stata ammessa, in alcune strade all’interno delle aree 30 km/h, la circolazione delle biciclette in senso opposto a quello delle auto, gli incidenti gravi ai ciclisti si sono praticamente azzerati – dice l’on. Paolo Gandolfi, relatore del disegno di legge in oggetto e prodfondo conoscitore del tema – Il ‘controsenso ciclabile’ è, infatti, un tassello fondamentale nel percorso di ristrutturazione della mobilità all’interno dei centri urbani, per vivere in città sempre più sicure e sostenibili”.
Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale FIAB commenta: “Sorprende non poco che, proprio in pieno agosto, sia stato votato questo provvedimento quando molti sono in vacanza e magari, come me, in bicicletta. Spesso i ciclisti sono considerati un’utenza vulnerabile che, più di altri, patisce i comportamenti scorretti sulla strada, ma non per questo meno attenta sul piano legislativo.
Chiedo a tutti coloro che, all’interno delle istituzioni, hanno a cuore il tema della mobilità sostenibile, di non schierarsi da una parte o dall’altra, ma di unire le forze in maniera trasversale affinché, in ogni occasione, si possa arrivare a regole sensate e condivise per lo sviluppo di città più vivibili.