Sulle pagine de La Repubblica del 7 febbraio è stata pubblicata una lettera a firma di Elena Zaccherini, una ciclista multata a Bologna per aver pedalato contromano. Alle due vigilesse che “stavano appostate per multare chi cerca quotidianamente di ridurre anche la loro probabilità di ammalarsi di tumore”, la lettrice ha ammesso di aver trovato “vessatoria questa solerzia verso un ciclista che riduce il traffico”. Il doppio senso ciclabile è uno dei temi rivendicati da FIAB non come scappatoia per i ciclisti, ma come misura in grado di rendere più veloci gli spostamenti senza venire meno alla sicurezza stradale.
“Pagherò una multa per un comportamento che ragionevolmente si trasformerà in legittimo ed auspicabile in tempi brevi”, ha aggiunto Elena “ma mi spiace vivere in una città che, invece di promuovere la mobilità sostenibile, la punisce”. Nella lettera pubblicata sull’edizione bolognese de La Repubblica viene citata anche FIAB come associazione che si batte per rendere più bike friendly le città.
In risposta alla lettrice, il giornalista Aldo Balzelli ha citato gli esempi virtuosi di diverse città che in Nord Europa hanno già introdotto il doppio senso ciclabile. Secondo l’European Transport Safety Council i vantaggi di questa misura sono proprio quelli di evitare le deviazioni ai ciclisti. In Italia una direttiva del Ministero dei Trasporti ha già reso possibile la sperimentazione a determinate condizioni come la larghezza della carreggiata, la presenza di una ztl o di una zona 30, ma si tratta purtroppo di test sporadici.
Nella Riforma del Codice della Strada che da tempo FIAB chiede al Parlamento dovrebbe essere contenuta anche l’introduzione del doppio senso ciclabile. La sua logica non è soltanto quella di rendere più veloci gli spostamenti degli utenti attivi della strada, ma anche quella di invogliare le persone a utilizzare la bicicletta.