Perché in auto le persone diventano tendenzialmente più maleducate? Parte da questa domanda un articolo firmato da Andy Boenau, urbanista e ingegnere dei trasporti, e pubblicato su Substack. Ne riprendiamo in parte i contenuti proprio perché dimostrano quanto i problemi che in Italia affrontiamo come FIAB ogni giorno rispetto alla sicurezza stradale e alle pessime abitudini alla guida riguardano anche altri Paesi. Come gli Stati Uniti.

Come fumare di fronte a un bambino
Non vi arrabbiereste di fronte a chi fuma in faccia a vostro figlio? Non vi infuriereste se qualcuno vi passasse davanti col carrello mentre siete in coda in cassa al supermercato? Non vi farebbe arrabbiare se qualcuno scherzasse su una persona che ha perso la vita in un incidente stradale? Sono domande che l’autore dell’articolo si è posto per poi proseguire nella sua tesi secondo cui oggi esiste quella che lui chiama car brain, una sorta di mentalità da volante che giustifica un sacco di comportamenti scorretti e pericolosi. E non soltanto di chi è alla guida: è un approccio molto più diffuso.

Non è raro infatti assistere a scene di auto fuori dalle scuole col motore acceso mentre bambini e ragazzi stanno entrando o uscendo dagli istituti. Si tratta di comportamenti che rendono meno salutare l’aria che tutti respirano, no? Così come purtroppo non è così socialmente riprovevole mettere like a commenti osceni e violenti sui social, ridicolizzando o colpevolizzando le vittime della strada, specie se ciclisti. In ogni caso, secondo questa sindrome da volante, il ciclista se l’è andata a cercare.
Difendere l’indifendibile
Questa sindrome da volante, scrive Boenau, “è più grave di una semplice visione distorta, perché difende attivamente un comportamento che nel migliore dei casi è scortese, nel peggiore mortale”. L’autore dell’articolo presenta una testimonianza dal punto di vista americano, spiegando i problemi di quel contesto. “Sono abbastanza vecchio da ricordare quando la gente si vergognava di passare con il semaforo rosso. Ora sei considerato un puritano se critichi chi passa con il semaforo rosso. Secondo l’American Trauma Society e il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, il 63% delle persone vede automobilisti bruciare il semaforo rosso più di una volta alla settimana e 1 su 3 conosce qualcuno che è rimasto ferito o ucciso a causa di chi non rispetta il rosso”.

Una soluzione a queste pessime abitudini alla guida deve senz’altro partire da una maggiore attenzione nel punire i comportamenti pericolosi. Ma sul lungo periodo sono le città 30 che daranno una risposta collettiva. Sempre Boenau spiega che i quartieri dove le persone hanno accesso ad aree verdi, ciclabili, zone dove le persone socializzano e si incontrano sono un rimedio alla mentalità da volante. “Si è consapevoli e attenti agli anziani, ai bambini piccoli, a chi porta a spasso i cani, esseri umani che altrimenti sarebbero vittime di comportamenti antisociali alla guida”.
