Allegato infrastrutture 2015. Reti ciclabili grandi assenti.
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di Raffaele di Marcello

 

Su proposta  del Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, il Consiglio dei Ministri ha approvato, nell’aprile 2015, l’Allegato Infrastrutture al Documento di economia e finanza 2015.

Tale allegato è tuttora sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di incidenza e, ai sensi dell’art.14 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso di deposito, chiunque abbia interesse può presentare in forma scritta proprie osservazioni indirizzandole al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Direzione Generale per le valutazioni e autorizzazioni ambientali, Via Cristoforo Colombo, 44 – 00147 Roma; l’invio delle osservazioni può essere effettuato anche mediante posta elettronica certificata all’ indirizzo: DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it .

La documentazione è scaricabile dal sito: http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=4231

 

Fatta questa doverosa introduzione passiamo ad esaminare i contenuti di questo documento che, come specifica lo stesso Ministero delle infrastrutture, rappresenta il documento strategico nazionale per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, disegnando un Paese più collegato all’Europa e al sistema Mediterraneo, con  connessioni urbane più efficaci. 
L’Allegato Infrastrutture – specifica sempre il Ministero – dà rilevanza al collegamento strategico tra le scelte di investimento adottate dal Governo e dal Parlamento e gli indirizzi comunitari, a partire dall’integrazione tra i nodi portuali, aeroportuali, intermodali e urbani con i 4 Corridoi multimodali TEN-T che attraversano l’Italia.

 

Bene, basta fare una semplice ricerca del termine ciclabili, o ciclabilità, o bicicletta, all’interno del documento per non trovare praticamente nulla, e men che meno vengono citate la rete Eurovelo e Bicitalia, con buona pace della ormai famosa Delibera CIPE n.1/2001 sul Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, dove si impegnava l’allora Ministro dei Trasporti e della Navigazione   a sviluppare e a sottoporre a questo Comitato un apposito studio sulla fattibilità di una rete di percorribilità ciclistica nazionale, finalizzata principalmente all’incentivazione di forme di turismo sostenibile, con particolare riguardo alle zone ad elevata naturalità, definendone le relazioni con le altre reti e servizi di trasporto, le modalità di integrazione, i costi e le modalità di gestione;

 

Eppure la Commissione Europea, nella consapevolezza del ruolo che il cicloturismo può svolgere ai fini dello sviluppo regionale, ha già erogato un importante sostegno finanziario a valere sui fondi dell’UE per progetti legati al ciclismo. Per il periodo 2007-2013 i Fondi strutturali e di coesione europei hanno messo a disposizione un bilancio stimato di più di 600 milioni di euro per investimenti nelle infrastrutture ciclabili nelle regioni di tutta l’Unione Europea.

 

Per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati 24,05 miliardi di euro per il finanziamento di progetti nell’ambito della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) specificando che, in tale contesto, ove opportuno, le piste ciclabili che costeggiano i ponti o le gallerie potrebbero essere ammissibili a un finanziamento quali elementi accessori ai progetti TEN-T.

 

Il Parlamento Europeo ha evidenziato che i percorsi ciclabili possono ottenere finanziamenti come progetti a se stanti o in combinazione con investimenti in altre infrastrutture di trasporto quali strade, ponti e gallerie e che, sebbene EuroVelo non faccia parte della rete TEN-T in quanto tale, gli inviti a presentare proposte del 2014 nell’ambito del regolamento sul meccanismo per collegare l’Europa (CEF) includevano una disposizione per far sì che le attività di adeguamento delle infrastrutture TEN-T volte a garantire la continuità delle infrastrutture per piste ciclabili a lunga distanza, quali gli itinerari EuroVelo, potessero essere finanziate come parte di progetti TEN-T più ampi. Tali attività potevano comprendere l’adattamento dei sistemi di segnalazione per vie di comunicazione o l’integrazione di infrastrutture dedicate per ciclisti e pedoni quali gallerie, circonvallazioni, ponti, sopraelevate pedonali e ciclabili e piste ciclabili protette. Potevano altresì riguardare attività estese lungo gli assi TEN-T o in corrispondenza di incroci tra gli assi TEN-T e piste ciclabili a lunga distanza.

 

A fronte di tutto questo, però, nonostante con la legge finanziaria e con il collegato ambientale siano stati stanziati importanti fondi per completare itinerari ciclabili di interesse regionale e nazionale, e finanziare politiche per la mobilità ciclistica e il turismo in bicicletta, nel documento nazionale che parla di strategie per le infrastrutture le reti per la mobilità ciclistica e le azioni per l’intermodalità tra bicicletta ed altri mezzi di trasporto, primi su tutti il ferro ma anche le vie d’acqua, mancano totalmente. Neanche un riferimento, neppure un accenno, finanche all’interno del documento di Valutazione Ambientale Strategica.

Un mancato riconoscimento al valore, sia per la mobilità quotidiana che per gli spostamenti turistici, che ha il suo peso, e che occorrerà, al più presto, colmare.