Il tema dell’intermodalità ed in particolare quello del trasporto treno più bici ha caratterizzato questi giorni di vacanze ma rischia di passare in secondo piano con il ritorno alle consuete attività quotidiane.
La discussione si è accesa nella comunità #salvaiciclisti a seguito della protesta di Sara Poluzzi: una ciclista pendolare che si è vista negare il rinnovo annuale dell’abbonamento per trasportare la bicicletta sul treno ed è stata ripresa dai media illuminando una situazione che da anni impegna FIAB nell’ombra.
Il caso particolare riguarda l’Emilia Romagna, terra solitamente ben disposta verso chi si sposta in bicicletta che si risveglia nel 2015 proiettata verso il passato.
In questa Regione, Trenitalia ha infatti eliminato l’abbonamento supplementare per bici come conseguenza all’introduzione di un sistema informatizzato di gestione delle biglietterie e lo scarso numero di abbonamenti che pare risultino emessi.
Questa motivazione, che appare oggi inaccettabile, cela in effetti una politica che nel tempo ha privilegiato i viaggi lunghi a discapito delle tratte brevi utilizzate dai pendolari, penalizzando anche chi consapevolmente compie la scelta di utilizzare la bicicletta in abbinamento al treno per spostamenti superiori ai 10 chilometri.
Ed è proprio alla politica che dobbiamo, purtroppo, addebitare una parte della responsabilità di questa situazione che potrebbe ripetersi anche in altre regioni. Il trasporto bici + treno è regolato, infatti, da accordi fra Amministrazioni Regionali e Gestori del servizio (in questo caso Trenitalia); così troviamo sul territorio nazionale notevoli differenze che rendono la vita del ciclista pendolare assai difficile e confusa.
Mentre negli altri paesi europei si promuove ed incentiva la formula trasporto pubblico + bici per decongestionare i centri cittadini dal traffico automobilistico e produrre meno CO2 in Italia l’intermodalità si declina quasi esclusivamente con le formule treno + bici pieghevole (che viaggiano gratuitamente senza sacca), treno + bikesharing e qualche volta con la realizzazione di una bici-stazione, soluzioni che, oltre a prevedere costi di investimento maggiori, non riescono a completare la necessaria offerta che deve rispondere alle variegate necessità del pendolare.
L’impegno per un servizio treno più bici in linea con gli standard europei, alla luce di questi ultimi eventi assume un rilievo particolare per la Federazione che da tempo chiede, non solo una regolamentazione nazionale di tariffe ed abbonamenti, ma anche la soluzione dei problemi infrastrutturali che penalizzano fortemente il viaggio con la la bicicletta al seguito sia di chi si muove per lavoro che per svago.
Le carrozze sono male attrezzate, poco accessibili e a causa del poco spazio dedicato si può anche rimanere a terra. Viaggiare con la bicicletta sul treno non può essere un’odissea e nemmeno deve creare disturbi agli altri viaggiatori.
Forza, è tempo di fare un salto in avanti.
Mentre FIAB continua l’impegno a far pressione sulle politica per sostenere e promuovere l’intermobilità ed è già in calendario per il prossimo febbraio un convegno nazionale proprio su questo tema, #salvaiciclisti promuove una raccolta firme online per l’istituzione di un abbonamento nazionale.