Bologna Città 30 piace ai cittadini: poche firme, niente referendum

Bologna Città 30 piace ai cittadini: poche firme, niente referendum

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Non si farà il referendum su Bologna Città 30 promosso da un gruppo di comitati, liste civiche e partiti con l’obbiettivo di mettere ancora una volta in discussione il modello di viabilità applicato da gennaio 2024, che dopo un anno consegna al nostro Paese dei risultati importanti in termini di sicurezza stradale e non solo. Infatti, andando più piano, si salvano vite umane, aumenta la mobilità sostenibile, calano smog e traffico.

Arriva quindi un messaggio chiaro dalla popolazione: questo nuovo concetto di città, più vicina alle esigenze degli abitanti, è stato compreso e accolto.

Referendum Bologna Città 30: raccolte 3.500 firme a fronte delle 9mila necessarie

Scadeva sabato 25 gennaio il periodo utile per raccogliere le firme che in totale sono state circa 3.500 a fronte delle 9mila necessarie per indire il referendum.

Il ponte ciclabile di San Donato a Bologna

Nonostante i primi polveroni mediatici sollevati da chi politicamente ha osteggiato questo modello (dagli attacchi del Ministro Salvini al ricorso al Tar portato avanti dai tassisti), i benefici della Città 30 sono concreti e si toccano con mano: più spazio alle persone, strade più sicure, piazze pedonali, piste ciclabili e attraversamenti tranquilli, zone protette per i bambini davanti alle scuole, nonché un traffico più fluido per tutti i mezzi.

Città 30, la prospettiva internazionale: nessuna città europea tornerebbe indietro

Sul sito di Bologna Città 30, strumento utile realizzato per conoscere il modello di Città 30 in generale e  per comprendere le politiche messe in campo a livello locale a Bologna, è citato lo studio più recente e autorevole sul tema, pubblicato a maggio del 2024 dal Politecnico di Atene, in cui vengono analizzati in modo comparato i dati reali di ben quaranta città europee diventate Città 30.

Si misura in media una riduzione del 23% delle collisioni stradali, del 37% dei decessi e del 38% dei feriti, del 2% della congestione stradale, del 18% delle emissioni inquinanti, di 2,5 decibel della rumorosità e del 7% del consumo di carburante. Lo studio indica inoltre che limiti di velocità più bassi spingono le persone a comportamenti più sicuri ed ecologici quando guidano e incentivano l’uso del trasporto pubblico e gli spostamenti a piedi e in bicicletta.

Come viene sottolineato, “la prospettiva internazionale è molto utile da conoscere perché permette di rafforzare ancora di più la consapevolezza che Città 30 è un progetto basato su dati scientifici validi in tutto il mondo, non solo in Italia. E anche perché mostra come la Città 30 sia considerata una politica riguardante non solo strettamente la sicurezza stradale, ma anche in modo più trasversale la salute pubblica, l’ambiente, il clima”.

Infine ricordiamo che Città 30 è un traguardo e un obiettivo sempre più presente anche all’interno degli atti di indirizzo e dei piani di azione delle istituzioni internazionali a livello globale, dalla Conferenza ministeriale per la sicurezza stradale alle indicazioni di ONU e OMS

L’esito della raccolta firme ci lascia quindi intuire che i cittadini e le cittadine bolognesi non solo hanno compreso la grande trasformazione che sta avvenendo sotto i loro occhi, ma stanno scegliendo di farne parte e di volerla.

Foto di copertina di Petr Slovacek/Unsplash