Caro Presidente dell’ACI ti scrivo
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Lascia perplessi l’intervista al Presidente dell’ACI  Angelo Sticchi Damiani sui cosiddetti “sensi unici eccetto bici”, definiti erroneamente “contromano”, tanto che un noto avvocato e un noto parlamentare sentono la necessità di prendere in mano carta e penna e scrivergli.

 

Abbiamo già presentato e commentato l’articolo di Repubblica, in prima pagina dell’edizione nazionale di sabato 1 febbraio, sulla proposta di antica data (non solo FIAB) di istituire in alcuni sensi unici la regola “eccetto bici”, qualificata erroneamente (e volutamente?) come permesso per i ciclisti di andare “contromano”.
Nell’articolo c’è anche un’intervista al Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani che, arroccato su posizioni di retroguardia, finisce addirittura per dire che l’Italia non può adeguarsi alla normativa europea perchè i nostri automobilisti sono più “distratti”.

 

Ovviamente le reazioni non sono mancate. Pubblichiamo la lettera scritta a titolo personale da Jacopo Michi, socio di FIAB e noto avvocato fiorentino. Inoltre una nota del Parlamentare Paolo Gandolfi (PD), coordinatore dell’intergruppo parlamentare per la mobilità nuova e ciclistica, rilasciata all’Agenzia Stampa Adnkronos.

 

La lettera dell’Avv. Jacopo Michi

 

Gent.mo Prof. Dott. Ing. Angelo Sticchi Damiani,

 

Le scrivo in relazione all’articolo di stampa pubblicato in data 1.2.2014 (al seguente link), in cui sono riportate – fra virgolette – alcune Sue frasi.

 

In particolare, chiamato a commentare la possibilità che le biciclette possano transitare “contromano” nelle zone 30, Lei afferma che si tratterebbe di una “follia“, dal momento che – a Suo dire – ciò comporterebbe un incremento, invero notevole, dell’incidentalità.

 

Ed inoltre, poco più avanti, Lei afferma che tale misura non sarebbe di alcuna utilità, lasciando intendere che la migliore soluzione per la tutela dei ciclisti sia rappresentata (solo) dalla materiale separazione fra utenti motorizzati ed utenti delle due ruote a pedali.

 

Ebbene, sono sicuro che le Sue considerazioni siano suffragate da autorevoli studi scientifici internazionali e da rilievi statistici provenienti dalle numerose nazioni europee in cui da anni è consentito il transito “contromano” delle biciclette. Infatti, non ho alcun dubbio che il Presidente dell’ACI, quando è chiamato a rendere opinioni su un tema così importante, parli solo con cognizione di causa e non – come farebbe quisque de popolo – sulla base di fallaci sensazioni personali.

 

Pertanto, dal momento che mi interesso di mobilità, Le sarei gratissimo se avesse la gentilezza di rendermi edotto in merito alle fonti da cui trae i Suoi perentori convincimenti.

 

Quanto all’argomento, da Lei utilizzato, della “peculiarità” del traffico italiano (“Qui siamo diversi, più distratti sulle regole“), sono sicuro che la giornalista abbia mal riportato le Sue affermazioni. Infatti, non posso credere che un Paladino della Sicurezza stradale, quale Lei è, possa appellarsi a tale fatto come condizione ostativa all’introduzione di norme di circolazione più “europee”.

 

Da ultimo, una considerazione da automobilista e da motociclista: quando guido, cerco sempre sempre di conservare il controllo del mio veicolo per “essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del (…) campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile” (art. 141, II comma, D.Lgs. n. 285/1992). E per fare ciò osservo sia il lato destro (percorso dai ciclisti nel mio senso di marcia) che il lato sinistro (che i ciclisti potranno in futuro percorrere e dal cui marciapiede – già oggi – potrebbe attraversare un bambino…).

 

Immagino che Lei, dall’alto della Sua lunghissima esperienza di guida, si comporti (e suggerisca di di comportarsi) analogamente.

 

RingraziandoLa del prezioso tempo concessomi, porgo i miei migliori saluti.

 

Avv. Jacopo Michi

 

 

Nota del Parlamentare Paolo Gandolfi (PD)

 

Controsenso ciclabile vera misura di sicurezza ‘Inammissibile invocare distrazione automobilisti per non raggiungere standard europei’

Roma, 1 feb. (Adnkronos) – La modifica del regolamento sulla ciclabilità, annunciata dal sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis, ammettendo la circolazione delle biciclette nei due sensi anche in caso di senso unico per le automobili “è una necessità assoluta per la sicurezza”. Lo afferma all’Adnkronos il relatore alla Camera del nuovo codice della strada, Paolo Gandolfi, Pd. “La circolazione delle biciclette -afferma Gandolfi- è in realtà per sua natura qualcosa che si autoregolamenta in strada. Le bici non hanno mai avuto bisogno di particolari vincoli, è a causa delle automobili che è stato necessario vincolarle a determinati comportamenti”. E il senso unico “ne è un esempio: non esisterebbe se non ci fossero le automobili. Costringere quindi gli altri veicoli a rispettarlo è un ‘nonsenso’ che infatti nel resto d’Europa è stato superato, e che presto supereremo anche noi”. Gandolfi replica, infine, al presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Daminai, che osserva come l’introduzione del doppio senso ciclabile sia un pericolo “a causa della distrazione degli automobilisti. Ha ragione, in fin dei conti -dice Gandolfi-: gli automobilisti sono distratti, e questo non può essere ammesso. Una vera politica della sicurezza stradale si basa tutta sull’attenzione di chi guida i mezzi pericolosi. Si sbaglia, invece, quando si pensa di tutelare gli utenti vulnerabili dalla distrazione degli automobilisti eliminandoli dalla strada, o segregandoli -conclude- in piste ciclabili peraltro irrealizzabili all’interno delle città: manca lo spazio, a meno che non lo si voglia sottrarre le automobili”.
(Red/Zn/Adnkronos).