Casco obbligatorio per i bambini: le critiche Fiab al DDL del Movimento Cinque Stelle

Casco obbligatorio per i bambini: le critiche Fiab al DDL del Movimento Cinque Stelle

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Ci giunge notizia  che è stato assegnato alla Commissione Lavoro pubblici del Senato il disegno di legge recante Modifiche all’articolo 182 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di uso del casco protettivo per i conducenti dei velocipedi (AS. 826) presentata dalla Senatrice Elvira Lucia Evangelista (M5S). Dopo l’ennesimo incidente sulle strade di Roma, dove ha perso la vita un uomo di 60 anni che andava al lavoro in bicicletta, ci tocca ancora leggere il provvedimento “cardine” per la tutela del ciclista: il casco obbligatorio (in questo caso per i minori di 12 anni).

Ho letto l’intervento della senatrice Evangelista, che promuove questo DDL, e sono francamente molto, molto imbarazzata anche per le motivazioni a sostegno di questo DDL. Vero che si chiede l’obbligo per i minori di 12 anni, ma il problema, se ancora non è chiaro, è che i bambini e le bambine non ci possono andare in bicicletta nelle nostre città perché sono inospitali e intrinsecamente insicure per questo genere di “utente della strada”.

E aggiungo, se non ve ne siete accorti, che in caso di incidente non c’è casco che tenga: si muore per ben altre lesioni e ci vorrebbe uno scafandro a prova di bomba per proteggere i bambini in bicicletta! Or bene ve lo chiedo per pietà: basta con questa storia del casco obbligatorio e dateci città sicure. A nome dei cittadini e cittadine che usano la bicicletta in Italia a cui bisognerebbe fare un monumento non foss’altro perché danno un contributo significativo al miglioramento della qualità dell’aria di TUTTI e al dramma dei cambiamenti climatici che colpiscono tutti, vi chiedo di impegnarvi nel produrre ddl, provvedimenti, norme che portino risorse per la messa in sicurezza delle nostre città.

Di idee, contributi, proposte son pieni gli archivi: tirateli fuori e non inventatevi ogni volta la ruota. Mi scuso per il tono forse un po’ troppo veemente, ma siamo stanchi di piangere un morto al giorno e alla vigilia dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo facciamo appello all’articolo 3 della Carta che recita “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Noi abbiamo diritto alla sicurezza sulle nostre strade.

Sempre a vostra disposizione, saluto cordialmente.