di Giancarlo Romanini
Sarà capitato anche a voi di stupirvi di fronte alle conclusioni del solito rapporto annuale o ascoltando le dichiarazioni del politico di turno che dipingono la vostra città come un paradiso della mobilità sostenibile o quanto meno come ben piazzata nell’empireo della bicicletta.
Avete mai pensato a quanto tutto ciò appaia lontano dalla vostra quotidiana esperienza di pedalatori?
Allora avrete anche compreso la necessità di uno studio più credibile, che non guardi solo alla quantità ma anche alla qualità.
Già nel 2008, FIAB invitò le associazioni locali ad effettuare un censimento delle reti ciclabili delle città capoluogo di provincia con l’obbiettivo di stilare una classifica della ciclabilità.
Si riteneva, a ragione, che rivolgersi semplicemente alle amministrazioni non garantisse sull’attendibilità dei risultati, perciò ai soci si chiedevano valutazioni qualitative dei percorsi realizzati quali: efficacia e rispondenza alle norme dei percorsi, della segnaletica, degli incroci, ecc.
Mi sembrò subito una buona idea, anche perché non sono mai stato convinto sia delle informazioni (poche, mal documentate e difficilmente verificabili) rilasciate dal Comune di Forlì che dal rapporto di Legambiente che è comunque l’unico studio ad offrire un quadro della situazione della mobilità città per città. Il rapporto “Ecosistema Urbano” di Legambiente elabora, infatti, i dati forniti direttamente dalle amministrazioni per definire degli indici della qualità ambientale cittadina, declinata nei suoi vari aspetti, e fra questi la ciclabilità.
Lo studio ha da sempre grande rilievo sulla stampa; o meglio grande rilievo lo ha la classifica finale delle città, mentre i contenuti della relazione vengono spesso ignorati. Per anni ogni nuova edizione è stata l’occasione per l’assessore di turno di rivendicare con toni di accorato trionfalismo i risultati raggiunti e, per esempio, per dipingere Forlì come una città all’avanguardia della mobilità ciclabile.
Purtroppo la scheda relativa alla mobilità per il rapporto di Legambiente compilata dal Comune di Forlì riporta sistematicamente varie “incongruenze”, fra queste l’estensione e le caratteristiche della rete ciclabile. Partendo proprio da questa documentazione resa disponibile sul sito comunale iniziai una verifica quantitativa e ad un confronto con quanto dichiarato, aggiungendo gli altri elementi di valutazione qualitativa contenuti nel modulo di rilevazione FIAB.
La mappa risultante conteneva i tracciati dei percorsi ciclabili divisi per colore secondo la classificazione del DM 557/99 e dei “marker” cliccando i quali si visualizzavano le foto di ogni tratto. L’opera fu completata e presentata durante un incontro pubblico nel 2010 nel più disarmante disinteresse dell’amministrazione e dei tecnici comunali, nonostante le evidenti discrepanze con quanto da loro riportato (diverse decine di chilometri di differenza), o forse proprio per quello.
Nel 2013 l’argomento tornò d’interesse per la FIAB forlivese, che decise di riprendere e rilanciare il progetto per creare la base da cui far partire un nuovo e più proficuo rapporto con il Comune. Insieme ad altri soci rifacemmo la verifica ed il rilievo, filmando e fotografando l’intera rete, aggiornando la mappa con l’aggiunta di note scritte a commento dei punti critici.
Ancora una volta ci fu una serata di presentazione pubblica durante la quale si mostrò come ancora una volta la rete ciclabile risultava sovrastimata, di circa 13 km sui circa 79 dichiarati nel 2012. Ma anche in questo caso né l’amministrazione (rinnovata) né i tecnici (sempre gli stessi) ritennero opportuno acquisire questo materiale per utilizzarlo anche solo come riscontro.
L’ambizioso progetto della FIAB locale si è poi a poco a poco arenato e quindi spento, per i motivi per cui di solito si spengono queste iniziative, bellissime da immaginare, ma molto impegnative da realizzare.
Per non lasciare però il lavoro svolto a marcire in un hard disk ho pubblicato la mappatura in formato PDF su web, aggiungendo una Google Map per una consultazione immediata creando, di fatto, una vera piattaforma pubblica su cui lavorare facilmente, ed aperta al contributo degli utenti.
Potete vederla su https://sites.google.com/site/percorsiciclabiliurbanidiforli/.
Oggi il mio auspicio è che FIAB riprenda in considerazione l’idea della classificazione quali/quantitativa delle reti ciclabili e degli altri provvedimenti di mobilità sostenibile messi in atto nelle città italiane. Dal 2008 ad oggi molte cose sono cambiate nel panorama del ciclismo urbano italiano ma anche la tecnologia offre soluzioni più accessibili e meno onerose. Con la collaborazione di altre associazioni e movimenti potremmo offrire, finalmente, un report di origine ciclistica controllata attendibile.
Giancarlo Romanini