Ciclisti potete salvarvi la pelle anche non stando troppo a destra. Ovvero quando la prudenza aiuta.
di Stefano Gerosa (webmaster Fiab) ed Edoardo Galatola (responsabile sicurezza FIAB)
“Ciclisti potete salvare il mondo anche stando più a destra” è l’esortazione che un noto network radiofonico ha lanciato recentemente a chi pedala. Accusando ironicamente i ciclisti di stare in mezzo alle strade e non lasciare il dovuto spazio alle corse dei veloci “bolidi” nostrani.
La battuta sarà forse simpatica ma, se presa sul serio, rischia di far danni.
Il Codice Stradale va osservato “alla lettera”, come richiesto dal network radiofonico, oppure “nella sostanza” rispettando la sua premessa fondante, cioè comportamenti prudenti e sicuri?
Se si volesse proporre comportamenti improntati alla sicurezza, bisognerebbe innanzitutto verificare se è poi così sicuro stare troppo a destra.
E’ nell’esperienza quotidiana di ogni ciclista il pericolo che comporta stare troppo a destra. Spesso tombini, vetri o altri materiali sulla destra della carreggiata inducono ad improvvisi e pericolosi rientri.
Per non parlare poi delle auto parcheggiate che aprono improvvisamente le portiere, di quelle che spuntano dagli stop invadendo il pezzettino di carreggiata a destra (dove dovrebbe passare il ciclista), o dei pedoni che scendono improvvisamente dal marciapiede, ecc.
Esiste però un altro pericolo, forse meno intuitivo, ma rilevato dagli esperti del traffico. Quello della scarsa visibilità del ciclista che si tiene troppo a destra e degli incidenti che, di conseguenza, può subire. Tutti sinteticamente illustrati nella vignetta che qui pubblichiamo (predisposta da un’associazione americana che si occupa di “educare” i ciclisti).
Tutti questi incidenti avvengono per responsabilità del veicolo a motore, ma i ciclisti possono evitarli conoscendo le situazioni di rischio e posizionandosi più verso il centro della corsia.
- Caso 1: Il ciclista non è visibile perchè la visibilità degli altri veicoli è ostacolata da elementi esterni al percorso: alberi, ecc.
- Caso 2: Il ciclista è nascosto dal veicolo che lo precede.
- Caso 3: Il ciclista è nel cosidetto “angolo cieco” per il veicolo che gira a destra. Il pericolo è accentuato con camion, pullman, ecc.
- Caso 4: Il sorpasso da parte del veicolo motorizzato non rispetta la distanza minima di sicurezza.
A questo punto vediamo cosa ne pensa Edoardo Galatola che, oltre ad essere il responsabile FIAB in materia, si occupa professionalmente di sicurezza.
Il codice della strada è un insieme di regole volte a governare la convivenza dei diversi utenti della strada e quindi al miglioramento della sicurezza stradale. Per perseguire questo obiettivo il Codice deve essere un corpo vivo in perenne aggiornamento e ricettivo di approfondimenti tecnici, di istanze provenienti ad esempio da indicazioni comunitarie (programmi quadro), nonché dell’evoluzione della composizione modale e del concetto stesso di mobilità (in particolar modo sostenibile).
Quando ciò non avviene il Codice può diventare un elemento di freno e quindi necessita essere interpretato.
Dovendo impegnare la carreggiata stradale risulta ovvio immaginare che il ciclista, la cui sezione trasversale è molto più ridotta di quella di un veicolo motorizzato, impegni la destra. E infatti il Codice lo prevede. Indica inoltre che i ciclisti non procedano regolarmente affiancati, anche se già questa indicazione è pensata più per velocizzare il traffico che per ragioni di sicurezza. Ma il Codice prevede anche che sia consentito, anzi propugnato, procedere affiancati, se un adulto accompagna un bambino.
Qual è l’effetto di un maggiore spostamento verso il centro della carreggiata, come dimostra quest’ultimo caso? Quello di costringere i veicoli sopravvenenti a rallentare prima di superare il/i ciclisti. Ma il rallentamento dovrebbe sempre avvenire, perché il sorpasso, sempre secondo il codice, non deve creare condizioni di pericolo.
Un ricercatore inglese ha fatto un esperimento misurando la distanza dal ciclista durante il sorpasso se: portava il casco, era senza, aveva una parrucca simil femminile (da dietro). La distanza risultava sempre crescente ed è massima ad es. se viene superato un bambino in bici. Ovvero se il ciclista è visibile e viene percepito come vulnerabile, la distanza trasversale aumenta e la velocità di superamento diminuisce.
Tutto ciò senza neanche citare tutti i casi ben analizzati dall’articolo che sconsigliano una posizione troppo defilata.
Il ciclista non è “parte del paesaggio” o invisibile; è un veicolo e come tale deve essere rispettato anche se, o proprio perché, più lento.
Il Codice va quindi rispettato, ma anche interpretato. Il consiglio è pertanto: ciclisti, tenete la destra, ma convergete un po’ al centro, salvo, durante il sorpasso, facilitarlo (come previsto) riallargandosi.