Il cicloraduno parte da lontano

Il cicloraduno parte da lontano

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Per la ventisettesima volta Fiab propone il cicloraduno nazionale.

Detto così sembrerebbe il classico raduno tra appassionati del cicloturismo che amano pedalare assieme. Il cicloturismo e l’appartenenza a Fiab sono i due argomenti essenziali dell’evento, anche se quest’anno la manifestazione, che si svolgerà a Peschiera del Garda e dintorni, si fa internazionale.

Ma c’è un elemento che è la vera motivazione del cicloraduno, ossia la volontà di Fiab di dimostrare concretamente agli enti locali e agli operatori turistici che il cicloturismo è un’attività economicamente interessante. Un raduno di centinaia di ciclisti, curiosi di visitare i luoghi che attraversano, rispettosi dell’ambiente che attraversano e della cultura che incontrano e che soggiornano nelle strutture ricettive della zona, ha più forza di convincimento di dieci convegni sul tema.

Il lago di Garda è uno dei comprensori più turistici d’Italia e comincia a capire il cicloturismo, grazie soprattutto alla notevole presenza di turisti tedeschi che usano la bicicletta massicciamente (essendo abituati a farlo a casa loro) e gli operatori si stanno attrezzando. La crisi economica si combatte con nuove idee e in campo turistico l’uso della bicicletta è una novità che sta prendendo sempre più piede. L’Italia sta perdendo colpi nel mercato turistico internazionale a causa della lentezza con cui adegua le sue offerte alle richieste dei turisti, soprattutto di quelli stranieri.

Per restare nel campo cicloturistico, in Italia solo un paio di comprensori hanno capito bene il nuovo corso e si sono adeguati. La solita Rimini ha intercettato il turismo in bici delle squadre cicloamatoriali, alle quali offre, oltre alla solita organizzazione perfetta e ai prezzi migliori d’Italia, anche una serie di servizi specifici, come la sauna e i massaggi. Ma il punto di forza di questa zona è costituito dai numerosi percorsi segnalati sorti alle spalle della città, sulle prime pendici appenniniche. C’è, poi, il solito Trentino-Alto Adige, che, seppur grazie anche all’ampia autonomia amministrativa e a una buona disponibilità di fondi, offre al cliente cicloturista un’organizzazione dell’accoglienza paragonabile a quella dei paesi del centronord Europa. Altre Regioni si stanno muovendo, anche se non a grandi passi, e stanno approntando infrastrutture ciclistiche e percorsi interessanti. Anche il Veneto si sta attrezzando da qualche anno, con il nostro apporto tecnico specifico. Ma siamo ancora molto lontani dagli standard nord europei.

La richiesta di cicloturismo è in continua espansione. Stanno aumentando i tour operator specializzati e i viaggi estivi della Fiab e delle associazioni presentano il tutto esaurito a pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni. Se l’Italia non vuole perdere anche questa nuova opportunità, deve attrezzarsi al meglio per vincere la nuova sfida. Serve urgentemente una rete cicloturistica fatta di strutture viabilistiche e di accoglienza. Serve, soprattutto, un cambio di atteggiamento nei confronti di questi nuovi turisti in bicicletta, che saranno anche un po’ strani, ma che portano nelle nostre città un po’ di ricchezza. Tutto questo Fiab cerca di far capire agli amministratori locali intereressati ed alla popolazione intera, nella settimana tra il 14 e il 21 giugno prossimi.