ControVento
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di Stefano Gerosa

 

Ogni ciclista sa bene che, per raggiungere la meta, bisogna a volte avere la forza ed il coraggio di pedalare “controvento”. Capita, e qui posso farlo perchè scrivo nello spazio del sito FIAB “A ruotalibera (opinioni e commenti)” e pertanto esprimo mie idee personali (non necessariamente della FIAB). Probabilmente solleverò un polverone, visto che anche in FIAB molti si sono lasciati sedurre da Ven.To., progetto che a me invece proprio non convince.

 

Finalmente qualcuno, su un giornale importante, scrive “chiaro e tondo” quel che FIAB ha sempre sostenuto.  Mi riferisco all’articolo sull’edizione torinese di Repubblica, scritto da Leonardo Bizzarro, Fra Torino e Venezia una ciclovia sostenibile, non una grande opera”

Cito testualmente “Per rendere percorribile la ciclopista del Po, per renderla percorribile in breve tempo, senza puntare subito al progetto nella sua interezza, basterebbe intervenire per quanto riguarda il tratto piemontese- su alcune sezioni obiettivamente fangose o che si perdono nei campi, cambiare il rivestimento di qualche altro pezzo in ghiaino e soprattutto pensare alla messa in sicurezza di alcuni ponti sul Po che sono i punti più pericolosi. Per il resto è una questione di segnalazioni, per non perdere la strada ad esempio già dopo Chivasso. Per farsene un’idea basta sfogliare i due volumetti “Ciclovia del Po” in edicola con Repubblica a 8,90 euro”.

 

I due volumetti citati, poi, non son altro che il rifacimento per Repubblica (aggiornato e migliorato) delle due ciclo-guide scritte da FIAB (da Claudio Pedroni e Antenore Vicari, grandi esperti in materia), che illustrano un percorso su quella che potrebbe essere la quasi già pronta  “Ciclovia del Po” e che fa parte non solo della rete nazionale Bicitalia ma anche di quella europea Eurovelo di cui costituisce il percorso 8 (Mediterranean Route). Ed Eurovelo è sul tracciato elaborato da FIAB (non su quello di Vento), alcune parti del quale già recepito da Regioni con le quali FIAB ha creato rapporti e collaborazioni (ed ignorato da chi propone questa mega-opera?).

 

Peccato che anche il ministro Delrio sia caduto nella trappola Ven.To., senza tener conto che con tutti quei soldi forse si potrebbe (e un ministro italiano dovrebbe!) realizzare l’intera rete cicloturistica italiana e non solo quella della Padania. Qualcuno gli spiega il concetto? Qualcuno gli può dire che non vogliamo l’ennesima “Grande Opera” mangia-soldi , ma una rete cicloturistica nazionale, dove si investa denaro nei tratti “critici” o dove c’è da fare un importante recupero ambientale e nella promozione?

 

Io ci ho provato l’anno scorso con questo articolo: Ciclovie italiane, come farle, tante, presto e bene. Ma evidentemente ai piani alti arrivano ben altre sirene.

 

 

A questo articolo ha risposto fin ora Paolo Pinzuti: vedi Contro i mulini a VenTo

ed Antonio Dalla Venezia: vedi Vento, Fiab ed inesattezze