COMUNICATO STAMPA
Infrastrutture, Trasporti e Turismo:
elementi strategici per la mobilità ciclistica del nostro Paese.
FIAB incontra i ministri Delrio e Franceschini
Mobilità quotidiana, cicloturismo e intermodalità.
Tre aree d’intervento per un cambio di passo nelle politiche della mobilità.
15 ottobre 2015 – Intensa giornata di confronto con i massimi rappresentanti al Governo sui temi di mobilità sostenibile e cicloturismo: per la prima volta FIAB-Federazione Italiana della Bicicletta ha incontrato, in contemporanea, ieri a Roma, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.
Partendo dalle tante proposte che FIAB (da sempre impegnata nella diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente urbano ed extraurbano e interlocutore privilegiato delle istituzioni per tutte le tematiche delle ‘due ruote’) ha avanzato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel corso degli ultimi mesi*, il colloquio tra la presidente FIAB Giulietta Pagliaccio e Delrio si è svolto in un clima di grande sintonia, condividendo l’imminente necessità di un ‘cambio di passo’ nelle prossime politiche sulla mobilità ciclistica del nostro Paese, attraverso scelte evidenti e concrete.
“Abbiamo individuato l’opportunità di indirizzare il cambiamento su tre filoni – spiega la Pagliaccio – : la mobilità quotidiana con un’attenzione particolare al tema e alle necessità delle grandi città; il cicloturismo, con lo sviluppo di una rete nazionale che punti su specifici obiettivi di priorità e che includa le esigenze di ciclabilità urbana e di accesso alle città e l’intermodalità tra bici e altri mezzi di trasporto pubblico, a tutto vantaggio sia della mobilità quotidiana sia del cicloturismo”.
L’incontro tra FIAB e Delrio avviene all’indomani dal 1° Summit Europeo sulla Mobilità Ciclistica, dove i Ministri dei Trasporti della UE hanno dato vita alla Carta di Lussemburgo, ovvero una Dichiarazione d’intenti e un piano attuativo sulla mobilità ciclistica come modalità di trasporto climate friendly, in cui la bicicletta – per il suo contributo d’innovazione, i benefici per l’ambiente e il clima, quelli per la salute degli utenti, nonché per l’indotto economico – deve essere riconosciuta da tutti gli Stati Membri come mezzo di trasporto paritario rispetto alle altre modalità.
“Anche in Italia assistiamo a nuovi segnali politici che lasciano ben sperare in questa direzione – dice ancora Giulietta Pagliaccio – come il recente sblocco di 12 milioni di euro destinati a opere per la sicurezza dei percorsi ciclabili. Insieme al Ministro Delrio auspichiamo la nascita di un tavolo interministeriale che, coinvolgendo in primis i Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e quello del Turismo, coordini i temi di mobilità ciclistica e sensibilizzi le Regioni a politiche sostenibili, anche in vista dell’approvazione della legge di stabilità che prevede risorse dedicate”.
Ci si è invece confrontati con il Ministro del Turismo Franceschini in merito all’importanza economica del cicloturismo e, in particolare, sul progetto per lo sviluppo del percorso ciclabile tra Verona e Firenze, parte centrale della Ciclopista del Sole che collega il Brennero alla Sicilia e che, nel primo tratto fino a Verona, è già completato ‘in sede propria’.
I rappresentanti di Regioni ed Enti di tutti i territori attraversati dal percorso (le regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, le città metropolitane di Mantova, Modena, Bologna, Prato e Pistoia, il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana e FIAB) hanno dato vita ieri, alla presenza del Ministro Franceschini, a un tavolo per lo sviluppo del tratto ciclabile Verona / Firenze dal punto di vista turistico, con l’obiettivo di affrontare difficoltà e problematiche attraverso un metodo di lavoro sinergico e strategico per il cicloturismo, che parte da ciò che già esiste sul tracciato e valorizza l’impegno di tutti gli attori coinvolti lungo il percorso.
“La ciclopista del Sole richiama, nel cicloturismo, quello che ha rappresentato l’autostrada del Sole per lo sviluppo del turismo in Italia: un percorso che collega il nostro Paese dal nord al sud e che, anche per tratti intermedi, offre interessanti opportunità di vacanza sulle due ruote attraverso i territori italiani di rara bellezza – spiega Antonio Dalla Venezia, responsabile FIAB per il cicloturismo e Bicitalia. E aggiunge – Integrata nella rete Bicitalia.org la Ciclopista del Sole è il tratto italiano dell’Eurovelo 7 che, lungo oltre 5000 chilometri, permette di pedalare da Capo Nord a Malta”.
Oltre Bicitalia.org, la rete cicloturistica nazionale targata FIAB e Ministero dell’Ambiente, con 18.000 km di strade ciclabili sul territorio nazionale, di cui 10.000 già mappati, 18 suggestivi grandi itinerari e oltre 50 «ciclovie di qualità», FIAB è il principale promotore in Italia di iniziative cicloturistiche. Attraverso le oltre 140 associazioni presenti sul territorio propone ogni anno oltre 4000 attività (gite, escursioni, ciclovacanze, bici-viaggi e altri appuntamenti in bicicletta) consultabili sul sito Andiamoinbici.it. Le strutture ricettive “amiche della bicicletta” sono invece classificate nel motore i ricerca Albergabici.it
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* Proposte avanzate da FIAB al Ministro Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio nella lettera del 6/5/15:
- Sostenere la legge Decaro–Gandolfi per lo sviluppo della mobilità in bicicletta al fine di arrivare a una rapida approvazione
- Istituire la Direzione Generale per la Mobilità Ciclistica
- Attivare una strategia generale di comunicazione per cambiare spazi urbani e comportamenti in riferimento al tema della mobilità delle persone
- Attivare una strategia generale di formazione dei funzionari delle pubbliche amministrazioni, dei politici e di coloro che influenzano i destini delle nostre città e territori
- Equiparare la bicicletta al trasporto pubblico nell’infortunio in itinere
- Definire una segnaletica nazionale cicloturistica
- Monitorare la composizione modale degli spostamenti (attivare la raccolta dati su scala territoriale)
- Raccogliere i dati sull’incidentalità locale (consentire la divulgazione dei dati disaggregati e utilizzabili a fini statistici locali)
- Introdurre l’analisi di rischio per ridurre i rischi stradali (rendere obbligatori Piani della Sicurezza Urbana per le amministrazioni provinciali e metropolitane)
- Anticipare l’applicazione della VISS, Valutazione di Impatto sulla Sicurezza Stradale (D.Lgs. 35/2011) ed estenderne il campo di applicazione anche a livello urbano
- Introdurre tecniche ISA (Intelligent Speed Adaptation)
- Promuovere la certificazione secondo la norma UNI ISO 39001:2012
- Pubblicare il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale orizzonte 2020 (siamo al 2015! Ovvero 5 anni in ritardo)
- Revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche
- Aggiornamento della legge di finanziamento sulla mobilità ciclistica
- Finanziamento della rete nazionale di mobilità
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