Gli occhi di una vedova
Condividi!

Ciclisti, li ho visti qualche decina di metri dietro di me, sono almeno due, uno ha la mantella giallo fluo, cercherò di non farmi prendere.
Ho visto la strada libera, bella, tutta per noi, dividere le valli a 62 km/h.
Ho visto il mio cuore sul cardio: 145
Ho visto la strada curvare a sinistra e poi piegare a destra.
Ho visto la pendenza sotto di me accentuarsi, saranno 200 m per poi spianare, lì mi farò raggiungere dagli inseguitori, pazienza, sono stanco.
Ho visto tre auto pigramente risalire la strada per una domenica di sole e fresco.
Ho visto un auto uscire di curva e sorpassare la prima delle tre
L’ho vista rientrare finito il sorpasso, anzi no non rientra, sorpassa anche le altre due.
Ho visto la strada davanti a me, non è più libera.
Ho visto la X5 o X6 grigia/verde/marrone metallizzato nella mia corsia
Ho visto lo spazio tra noi ridursi in attimo.
Ho visto il furore potente della morte risalire il monte, voler spazzarci via da questa strada, questa terra.
Ho visto te mio personale boia al di là del vetro, a non più di 15 m, dritto davanti a me, inespressivo, io con il manubrio tu con la falce
Ho visto la grossa ruota della BMW a 30/40 cm dalla riga bianca, la mia riga bianca, la riga alla mia destra.
Ho visto l’ultimo pensiero di un morto.
Ho visto un battito di ciglia chiudere i brillanti occhi di mia moglie, per riaprirli pieni del vuoto degli occhi di una vedova

 

Poi ho sentito.
Ho sentito caldo, ma non il caldo estivo.
Ho sentito il vento in faccia, sulle braccia, sugli occhiali.
Ho sentito il cielo, sopra di me
Ho sentito la terra sotto di me.
Ho sentito l’erba e i sassi scorrere sotto le mie ruote.
Ho sentito le mie mani, aggrapparsi alla vita, ai freni, al manubrio.
Ho sentito la mia voce.
Ho sentito le urla dei ciclisti dietro di me
Ho sentito i clacson delle tre auto
Ho sentito, mio personale boia, che la mia voglia di vivere si è scansata di 30 cm, dalla tua folle corsa facendomi scendere dal ciglio della strada e proseguire nel campo.
Ti ho visto, mi sono girato, e tu beffardo e deluso già eri in cima al monte.
Ho sentito che il mio posto è ancora qui.
Sono Vivo. Lo sento.

 

La BMW pirata della Lessinia.

Domenica 30 giugno sono stato vittima di un gesto di pirateria stradale a bordo della mia bicicletta.
Stavo scendendo sulla strada che da san Mauro di Saline porta a Mezzane, intorno alle 11 30, quando prima del bivio per Tregnago, su strada rettilinea a due corsie , un Suv BMW grigio/verde metallizzato, probabilmente un X6 o X5 ha sorpassato prima un’auto e poi anche le successive due, invadendo completamente la mia corsia. Dietro di me avevo altri tre ciclisti, che non conosco, per cui saremmo diventati inconsapevoli compagni di morte, se non fosse stato per la nostra prontezza di riflessi, a non meno di 15 m dall’impatto, a gettarci fuori strada, nel campo alla nostra destra.
Fortunatamente il campo aveva l’erba tagliata per cui siamo riusciti a controllare i mezzi. L’auto pirata, neanche da dire, non ha minimamente accennato a fermarsi, quando mi sono fermato, mi sono voltato, ma era già sopra alla salita.
Tanto per dare dei dettagli tra la ruota dell’auto e la riga bianca che delimita la mia corsia ci saranno stati al massimo 40 cm. La macchina in sorpasso avrà fatto almeno i 100 km/h in rettilineo, per superare delle auto che per quanto andassero piano avranno fatto i 50 km/h, noi facevamo i 60 km/h in discesa, quindi i nostri pezzi li avrebbero ritrovati dispersi tra Tregnago, San Mauro e Mezzane e identificabili solo dagli indumenti.
Se oggi non ci sono vedove e orfani, se non abbiamo occupato una pagina de l’Arena è merito nostro.
Mi farebbe piacere conoscere gli altri ciclisti, magari sono vostri associati, che hanno vissuto con me questo assaggio di morte, così anche se qualcuno sa chi è o può darmi notizie sull’auto Pirata.
Ho segnalato l’evento, mediante dichiarazione, ai carabinieri di San Martino martedì 2 luglio, i quali mi hanno detto che non c’è reato in quanto non c’è stato impatto.
Non cerco vendetta, mi sono salvato e non voglio sprecare questa seconda vita dannandomi di ira, vorrei solo riguardare negli occhi la persona che guidava, una donna, o comunque una persona con capelli biondi o bianchi e darle questo scritto.

 

Emanuele Turri