HPV, i veicoli spinti dalla sola forza dell’uomo
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Il mondo degli HPV comprende un’ampia varietà di veicoli spinti dalla sola forza dell’uomo attraverso un sistema di trasmissione di potenza.

 

Sebbene la categoria più diffusa ai nostri giorni sia circoscritta ai veicoli su terra ferma (biciclette reclinate, trike e velomobili), nel panorama variegato dei veicoli a propulsione umana non mancano progetti e prototipi di barche, aerei ultraleggeri ed elicotteri a pedali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

HUMAN POWERED BOAT

Pedal the Ocean (www.pedaltheocean.com) è l’esempio più recente e tecnologicamente avanzato di Human Powered Boat. Si tratta di una imbarcazione costruita per una spedizione che aveva l’ambizioso obiettivo di attraversare a pedali l’oceano Pacifico da Vittoria (Canada) alle isole Hawaii.

 

 

HUMAN POWERED AIRCRAFT

Per celebrare il mito greco di Dedalo, (l’uomo che costruì un paio di ali per evadere con il figlio Icaro dal famoso labirinto di Creta), nel 1987 un gruppo di ricerca del MIT ha progettato e realizzato 3 veivoli ultraleggeri a pedali, il Light Eagle il Dedalus 87 e il Dedalus 88. Il progetto che coinvolgeva anche il Dryden Flight Research Center della NASA ad Edwards in California, è stato coronato da una traversata record di ben 199 km sul mare Mediterraneo, da Creta all’isola di Santorini; impresa portata a termine in 3 ore e 54 minuti.

http://www.dfrc.nasa.gov/gallery/Photo/Daedalus/HTML/EC87-0014-8.html

 

 

 

RECUMBENT BIKES

Uno dei settori di maggiore successo commerciale nel campo degli HPV è sicuramente quello delle biciclette reclinate. La relativa semplicità costruttiva del telaio di una reclinata, molto spesso costituito da un mono-tubo centrale che ospita lo sterzo, il sedile e la forcella posteriore, ha indotto tanti appassionati a progettare e realizzare prototipi fatti in casa pur di soddisfare il desiderio di pedalare sdraiati. Il numero delle aziende europee impegnate nella produzione di biciclette reclinate è in costante crescita, per rispondere ad una domanda che oggi si estende oltre i tradizionali confini di questa specialità, per tanti anni diffusa solo nei paesi del nord Europa e del nord America. Per approfondire e spiegare le differenti categorie di biciclette reclinate un prossimo articolo sarà interamente dedicato a questo argomento.

 

 

 

RECUMBENT TRIKES

Pedalare su un trike è un’esperienza esaltante capace di entusiasmare grandi e piccoli, con il vantaggio non indifferente di potersi godere l’eccellente comfort e il grande divertimento, senza dover passare da quella fase di apprendimento che invece è spesso necessaria per prendere confidenza con l’equilibrio su una reclinata a due ruote. Questo è sicuramente uno dei motivi del crescente successo commerciale dei trike. La disponibilità di prodotti sempre più evoluti, dotati di telai leggeri, rigidi o ammortizzati, pieghevoli e facilmente trasportabili, ha contribuito non poco a questo successo che oggi è pari, se non superiore a quello delle biciclette reclinate a due ruote.

 

 

La posizione sicura ed estremamente confortevole attribuisce ai trike un notevole valore aggiunto che riceve sempre maggiori attenzioni nel mondo della disabilità nel nostro paese. Per chi ha piccole o grandi difficoltà motorie, il trike non è solo un attrezzo sportivo ma anche un ausilio alla mobilità riconosciuto dal nomenclatore tariffario alla pari di un triciclo tradizionale.

Se nel caso delle biciclette reclinate la produzione mondiale è riservata ad pubblico adulto, nel campo dei trike è interessante notare anche la presenza di modelli per bambini e ragazzi a prezzi contenuti.

 

 

 

VELOMOBILES

La lista dei vantaggi derivanti dall’uso della bicicletta sono numerosi: si riduce il tempo perso nel traffico, si riducono i costi sanitari grazie agli effetti dell’esercizio regolare, minore consumo di risorse e di energia, maggiore autonomia delle fasce deboli (giovani e anziani), effetti positivi sulla qualità dell’aria, per citarne solo alcuni. Allora che cosa impedisce alle persone di utilizzare più spesso la bicicletta? Le condizioni meteorologiche, l’assenza di piste ciclabili, l’assenza di parcheggi, la difficoltà di trasportare un carico, sono alcuni dei motivi che possono impedirci di scegliere la bicicletta per i nostri spostamenti quotidiani. Il manuale “Cycling: the way ahead for town and cities” (Commisione Europea, 1999) mostra che solo la pioggia e la neve hanno un effetto dissuasivo significativo sulla scelta della bicicletta da parte dei pendolari.

Per molti pendolari un velomobile può essere la risposta agli svantaggi della bicicletta tradizionale per l’uso quotidiano.  Un velomobile è un veicolo a propulsione umana (spesso anche a pedalata assistita) su tre ruote, dotato di una carenatura parziale o integrale che protegge il conducente dalla pioggia, dal vento, dal freddo e dalla neve. Le tre ruote conferiscono al veicolo una stabilità superiore alla bicicletta sul bagnato o sulla neve. La carenatura integrale, spesso dipinta con colori chiari (giallo, rosso, arancione o bianco) aumenta la visibilità del veicolo, consente una buona capacità di carico, e protegge il conducente in caso di urto contro altri veicoli.

 

 

La velocità raggiunta da un veicolo a propulsione umana è limitata principalmente dalla resistenza dell’aria, per questo la carenatura affusolata dei velomobili consente di raggiungere e mantenere con facilità velocità impossibili da raggiungere in sella alle biciclette da corsa più veloci.

La diffusione prevalentemente circoscritta al nord Europa ed il costo decisamente più elevato rispetto ad una bicicletta reclinata o un trike, hanno limitato fino ad oggi il numero di velomobili circolanti, ma anche in Italia questa tecnologia ha iniziato a farsi strada, complice la crisi economica globale e il crescente costo della benzina. Per pedalare al coperto alle nostre latitudini è particolarmente interessante la soluzione adottata da alcuni costruttori che hanno realizzato un velomobile  componibile,  costituito da una copertura integrale che può essere montata sopra un trike nei mesi invernali e può essere invece smontata nei mesi più caldi.

 

 

 

A cura dell'associazione Propulsione Umana