Ce lo diciamo da tempo, da alcuni anni il vento è cambiato, ed è molto più favorevole a forme di mobilità non autocentriche, e quindi alla bicicletta. Una evoluzione che si manifesta in vari modi, con un crescente numero di persone che usano la bici quotidianamente o sporadicamente, con il crollo delle vendite auto e consumi di benzina e altri aspetti positivi. Ci sono anche buoni segnali che si esprimono in negativo, come le campagne mediatiche condotte da cialtroni, in stile “dagli all’untore”, alias al ciclista cattivo e causa di quasi tutti i mali del mondo.
Ci aspettiamo che presto Crozza-Briatore esclami “stoppati!”, rivolto ai diabolici ciclisti urbani, e magari farfugli di “sogno” e di “imprenditore di successo” insieme a qualche manipolo di irriducibili dell’auto dappertutto.
Fra le più esilaranti espressioni mediatiche di tal genìa è degna di nota quella apparsa sul Corriere della Sera nel settembre 2011, che titolava a proposito di Copenhagen:
La città delle bici non sopporta più le bici (?)
La prima impressione e il titolo suggeriscono una rivolta anti-biciclette di una delle città più bike friendly del mondo: ma si tratta di un bufala, contraddetta non solo dai dati di fatto, ma anche da altri passaggi dell’articolo stesso, peraltro piuttosto approssimativo, raffazzonato e contraddittorio.
Il punto di partenza: una politica della mobilità che ha portato gli spostamenti in bici al 36% del totale. Tale quota, da sogno per le nostre terre, è stata raggiunta con interventi concreti su viabilità, sosta, intermodalità bici+trasporti pubblici, disincentivazione e limitazioni al traffico motorizzato, che hanno sottratto massicce quote agli spostamenti in auto. Sommato questo dato al forte trasporto pubblico la capitale danese si sta avvicinando ad un ruolo “residuale” dell’automobile negli spostamenti quotidiani. Un successo eccezionale preso a modello in tutto il mondo e deve affrontare adesso nuovi problemi, che dalle nostri parti sembrano incredibili e che vorremmo anche subito.
Dopo aver realizzato piste ciclabili quasi dappertutto, oltre ad interventi che rendono la bicicletta regina anche della viabilità ordinaria, Copenhagen vuole ancora crescere in quella direzione, e si pone il quesito di come fare. La densità di biciclette in circolazione specialmente nelle ore di punta è tale da creare ciclo-ingorghi, rallentamenti, problemi di sosta e criticità all’interno della stessa mobilità virtuosa. Amministrazione e cittadini non ci pensano nemmeno a “non sopportare più le bici”, anzi vogliono andare ancora avanti affrontando i problemi derivanti dal successo, per portare la quota di mobilità in bici al 50%. E’ questa la strategia condivisa inaugurata di recente. Figuriamoci quindi se a Copenhagen si pensa a “tornare indietro” dal crescente spazio dato alla mobilità in bicicletta. Solo con occhiali deformanti alcuni giornalisti, subito accolti come la manna dal cielo nella nostra arretrata italietta, possono vedere una retromarcia.
Copenhagen, “la città delle bici”, non ci pensa neanche!