contributo di Cecilia Gentile, giornalista (Roma)
Ebbene sì, abbiamo un sindaco che pedala. E pedala sul serio. Ancora prima di salire al Campidoglio ed essere ripreso dalle telecamere, lui usava la sua vecchia bici rossa, una Schwinn, comprata di seconda mano nel 2004 ad un mercatino di Filadelfia. La novità è che adesso si mette il caschetto per dare il buon esempio e qualche volta ricorre alla pedalata assistita se i tragitti sono molto lunghi. E’ sorprendente vederlo salire in sella e raggiungere anche da solo la meta, come una persona qualsiasi, come una persona normale.
Devo dire che non mi aspettavo, da parte di molti miei colleghi, commenti negativi sulla scelta di Marino di usare la bicicletta. “Costringe quei poveri vigili a stargli dietro in bici”. “E’ ridicolo”. “Ma cosa si crede di fare”. Io invece dico che il cambiamento e la discontinuità che tanti cittadini desiderano si costruiscono anche con il coraggio di piccoli, grandi gesti come questo. Un sindaco che non usa l’auto blu, che non vuole la scorta può ridurre la distanza siderale che divide i cittadini dalle istituzioni. Un sindaco che ogni giorno pedala in mezzo al traffico della capitale può più prontamente realizzare una “mobilità nuova”, come chiede la rete.
Ignazio Marino già li conosce i vantaggi di andare in bici: non solo il benessere fisico e la riduzione di traffico e inquinamento, ma una capacità nuova di osservare, di non perdere i dettagli. “Se non fossi andato in bicicletta non avrei notato gli operatori dell’Ama che gettavano le bottiglie di vetro nei cassonetti dell’indifferenziata”, ha raccontato. Un ciclista nell’anima.
Ora aspettiamo, continuiamo a fare pressing e vediamo.
Vedi anche:
SITO FIAB (17.6.13): Ignazio Marino in bici al Campidoglio
REPUBBLICA (27.6.13), articolo di Cecilia Gentile: Sosta selvaggia, rifiuti e abbandono nella giungla dei percorsi protetti