Lo scorso 16 marzo si è svolto a Bologna un seminario FIAB sul tema del contrasto al furto di biciclette.
Pubblichiamo le presentazioni dei relatori che hanno affrontato l’argomento da diversi punti di vista.
Denunciare sempre il furto delle bici è una priorità per avviare qualsiasi azione per combattere il fenomeno largamente diffuso in tutte le città italiane.
E’ il messaggio principale emerso dal seminario nazionale della FIAB sul tema: “Contrasto al furto delle biciclette”, ospitato dalla città di Bologna sabato 16 marzo presso l’Urbani Center della Sala Borsa. A fare gli onori di casa l’Assessore alla mobilità del Comune, Andrea Colombo e il Presidente di FIAB Monte Sole Bike Group di Bologna, Claudio Cinti. Moderatore del’incontro Michele Mutterle, segretario organizzativo FIAB e curatore dell’iniziativa, prima nel suo genere in Italia.
Video introduttivo: Azioni a Catena. Progetto Liberalabici
Il responsabile dell’ufficio legale della FIAB Eugenio Galli ha introdotto i lavori ricordando: “Ci sono due tipi di sicurezza che riguardano i ciclisti: quella intesa come safety, che si riferisce alla salvaguardia o alla protezione da eventi come gli incidenti stradali. E quella intesa come security, che ha a che fare con la salvaguardia o la protezione da attacchi o aggressioni. “Tra questi rientra la categoria del furto delle biciclette che rappresenta da tempo una sorta di emergenza endemica e, di fatto, costituisce un ulteriore deterrente all’utilizzo diffuso della bicicletta.
Varie esperienze sono state illustrate. Sono intervenuti, tra gli altri , Vito Bernardo, dell’associazione studentesca l’Altra Babele di Bologna sulla campagna “Scatenati” finalizzata a scoraggiare il mercato delle bici rubate e sull’organizzazione di aste di vecchie bici riparate o ricostruite e vendute a prezzi competitivi;
Mauro Di Gregorio di Alessandria, titolare del sito “www.mappalatuacitta.it” su un esempio di “osservatorio sul furto delle bici”;
Andrea Pagnini della società ING3 sull’esperienza della velostazione di Modena;
Luca Guidotti direttore generale di ABUS Italia, società specializzata in lucchetti anche per biciclette, sui prodotti specifici antifurto.
Michele Mutterle che ha presentato il sistema di marcatura Bicycode attualmente in uso in Francia e il sito di “mutuo soccorso” antifurto e per il ritrovamento di biciclette rubate www.rubbici.it;
vedi locandina Fubicy sulla marcatura
video promozionale in francese sulla marcatura
Paolo Fabbri, vicepresidente dell’Associazione Fiab Amici della Bici di Verona, ha presentato la campagna che è stata attuata a Verona gli anni scorsi e ha avanzato una proposta per una possibile campagna FIAB da svolgere nel 2013.
vedi pieghevole realizzato a Verona
Antonella Vial della FIAB di Padova ha illustrato le modalità e i risultati della marcaturta gratuita che l’associazione FIAB effettua per i cittadini ogni sabato mattina, incidendo il codice fiscale del proprietario sulla bicicletta. Il sistema permette alle forze dell’ordine di individuare immediatamente se l’utilizzatore della bici è il legittimo proprietario senza necessità di alcun database.
Registrazione programma “Striscia la notizia” sulla marcatura di Padova
Gianfranco Fantini della FIAB di Reggio Emilia ha evidenziato i risultati positivi che sono stati raggiunti con il sistema easy tag e il registro nazionale bici, marcando oltre 4.000 biciclette in città e permettendo il recupero di diverse biciclette rubate e ritrovate.
Da segnalare tra i partecipanti la presenza di tre funzionari di polizia municipale di Torino, anche ciclisti quindi pure motivati, che si occupano specificatamente di contrasto al furto delle biciclete in quella città anche attraverso la gestione dell’ufficio denunce.
Tra i dati emersi dal dibattito: la banca dati nazionali delle forze dell’ordine sui furti non prevede una specifica categoria dedicata alle biciclette; tra il 50 e l’80% dei furti subiti, seconda i dati rilevati dalle diverse indagini volontarie effettuate nelle diverse realtà, non vengono denunciati, quindi il fenomeno non può essere effettivamente monitorato; a differenza di altre città europee, esiste in Italia sia una carenza tecnica di sistemi attrezzati di qualità per la sosta delle biciclette (vale a dire cicloposteggi), sia una mancanza diffusa di spazi in edifici privati e pubblici dove custodire le biciclette: la stragrande maggioranza delle città non prevede, all’interno dei regolamenti edilizi l’obbligo di destinare luoghi comuni per il deposito sicuro delle biciclette, specie di notte.