Calano gli incidenti, aumentano i morti. I numeri confermano la ricetta Fiab di Safety in numbers

Calano gli incidenti, aumentano i morti. I numeri confermano la ricetta Fiab di Safety in numbers

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Nel 2017 sono aumentati i morti a seguito di incidenti stradali, mentre il numero dei sinistri è leggermente calato. Secondo il recente rapporto ACI-Istat lo scorso anno sulle strade italiane si sono verificati 174.933 incidenti che hanno provocato lesioni a persone (-0,5% rispetto all’anno precedente). Stando sempre allo studio è tuttavia cresciuto il numero delle vittime, 3378 in tutto, 95 in più del 2016 e tra gli utenti della strada più coinvolti in questo aumento compaiono automobilisti (+1,9%), pedoni (+5,3%) e motociclisti (+7%).

È diminuito invece del 7,6% il numero dei morti tra i ciclisti a seguito di incidenti stradali nel 2017. I dati ACI-Istat tuttavia confermano la preoccupazione che ispira da anni l’impegno di Fiab sulla questione della sicurezza stradale. Oltre alle campagne sul territorio, all’attività di pressione sui decisori politici perché si metta mano alla riforma del Codice della Strada, la Federazione ha prodotto diversi documenti a commento di una vera e propria emergenza sicurezza sulle nostre strada. L’ultimo di questi è a firma del Responsabile sicurezza Fiab Edoardo Galatola, il quale commenta le statistiche ACI-Istat 2017 sugli incidenti suggerendo di non farsi troppe illusioni su quel -7,6% dei morti tra i ciclisti.

Sul dato generale del calo degli incidenti stradali in Italia, Galatola precisa che «nel periodo 2011-2017 la riduzione della mortalità complessiva in Italia è stata del 12%, ben lontana dall’obiettivo di dimezzamento in dieci anni richiesto dal quarto programma quadro comunitario». Nel decennio 2001-2010, ricorda sempre il Responsabile sicurezza Fiab, «la riduzione dei sinistri raggiunta era stata del 42%, con l’obiettivo quasi raggiunto».

I numeri che Edoardo Galatola inserisce nel documento – che alleghiamo in fondo all’articolo – pongono l’Italia agli ultimi posti per quanto riguarda la sicurezza stradale all’interno delle città, dove statisticamente, per quel che riguarda l’Italia, più di una vittima su due (52%) è un utente non motorizzato. Cosa fare dunque per ridurre il numero dei sinistri nelle città che valgono una fetta del 43% sul numero complessivo di incidenti? «Zone 30, incentivi alla mobilità sostenibile», sono i primi strumenti che Fiab da sempre suggerisce agli amministratori per restituire lo spazio alle persone, togliendolo così alle auto.

Uno dei provvedimenti più significativi che avrebbe potuto andare in questa direzione è stata «la legge quadro per la riforma del Codice della strada», ricorda Galatola nel documento Fiab citando una della battaglia portate avanti dalla Federazione negli ultimi anni della scorsa legislatura e che attende ora scelte concrete da parte del nuovo Parlamento.

Secondo le statistiche Aci-Istat i ciclisti morti a causa di incidenti stradali sono stati 254 nel 2017. Le cifre secondo Fiab sono «tra i valori più bassi di sempre», nonostante ancora molto si debba fare per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica. Eppure questa diminuzione dei decessi a fronte di una «costante crescita della mobilità ciclistica in Italia dimostra la validità del concetto di Safety in numbers, ovvero più ciclisti uguale più sicurezza per tutti».

Continuando dunque a parlare di mobilità attiva, di spazio pubblico e di intermodalità, Fiab ha le idee chiare sul dove devono indirizzarsi le attenzioni degli amministratori e dei politici. Ne abbiamo discusso con i candidati in Parlamento qualche mese fa, proponendo loro la nostra “dieta del traffico”. Prendendo spunto dal documento di Galatola, è il 20-20-20 l’obiettivo della percentuale degli spostamenti in bici, a piedi e con i mezzi pubblici a cui le città dovrebbero puntare per dare il proprio contributo sulla sicurezza del nostro spazio pubblico.