Le cose da sapere su Velo-city 2026 a Rimini. Il summit globale della ciclabilità è l’occasione per mostrare l’Italia bike friendly

Le cose da sapere su Velo-city 2026 a Rimini. Il summit globale della ciclabilità è l’occasione per mostrare l’Italia bike friendly

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“Non è stato facile riportare Velo-city in Italia dopo 35 anni. Perché non è facile fare advocacy a questo livello, così alto. E FIAB ha avuto un ruolo centrale. Il nostro impegno come Federazione sarà assicurarsi che tutti i contenuti e i contributi vengano disseminati. Rimini ha fatto un grosso lavoro per rigenerarsi”. Nella seconda giornata della Conferenza Nazionale dei Presidenti FIAB, la vicepresidente Susanna Maggioni, referente per il cicloturismo, ha introdotto i lavori dell’evento Verso-velo city 2026, parlando appunto del summit mondiale della ciclabilità in programma a Rimini, dal 16 al 19 giugno 2026.

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La Federazione è Programme Director dell’evento. “Mancano pochi mesi – ha spiegato durante la Conferenza dei Presidenti FIAB Roberta Frisoni, Assessora al Turismo, Commercio, Sport della Regione Emilia Romagna -. Il nostro obiettivo è fare sì che non solo tanti esperti vengano nel nostro Paese, ma anche coinvolgere tanti cittadini che sono appassionati e lavorano per la ciclabilità”.

Rimini

La storia di Velo-city, che torna in Italia dopo più di 30 anni

Era il 1980, un altro mondo, un’altra Europa. In Germania, a Brema, la prima volta di Velo-city ha dato il via a quella che sarebbe divenuta negli anni la principale conferenza dedicata alla mobilità ciclistica a livello internazionale. In Italia ha fatto tappa a Milano, nel 1991. E nel 2026 tornerà per dare appuntamento agli addetti ai lavori, agli amministratori pubblici e agli esperti bike friendly.

Velo-city in questi decenni è stata organizzata ovunque nel mondo: Copenhagen, Bruxelles, Siviglia, Vancouver, Rio de Janeiro, Vienna, Adelaide, Taipei, Lisbona, Lubiana, Leipzig, Ghent e Gdansk. Sono già confermate le edizioni future: nel 2027 Velo-city si terrà a Matsuyama (Giappone) e nel 2028 a Ginevra (Svizzera).

Alla Conferenza dei Presidenti FIAB è intervenuta anche Caroline Cerfontaine, direttrice della Velo-city Conference. “Parliamo dell’evento annuale di punta di ECF. Il primo si è tenuto 45 anni fa. E tre anni dopo, nel 1983, è stata fondata la European Cyclists’ Federation (ECF, l’organizzatore dell’evento, ndr). Siamo entusiasti di tornare in Italia. Abbiamo circa 1600 partecipanti, più di cento espositori che arrivano da 60 Paesi”. Il 17 giugno, durante il summit, è poi in programma la bike parade aperta a tutti per riempire le strade di Rimini di biciclette con una manifestazione in sella.

Pur essendo un evento per addetti ai lavori la ricaduta sul territorio e sulla città è notevole. A Lipsia, per esempio, dove si è tenuto il summit nel 2023, sono state inaugurate ciclabili e infrastrutture bike friendly, anche per accogliere un’utenza che proviene da decine di Paesi. Non un’operazione spot, ma un investimento che è rimasto a beneficio di tutti i ciclisti e cicloturisti.

Un’agenda in costruzione

La community di Velocity – i Velocitizen – ha risposto con grande entusiasmo alla nuova edizione, proponendo 809 abstract per comporre l’agenda e il programma dell’appuntamento a Rimini del giugno 2026. FIAB, anche in questo caso, ha contribuito a far sì che moltissime persone aderissero all’iniziativa per parlare di fronte a una platea qualificata, di livello internazionale.

Di cosa si parlerà a Velo-city 2026?

Nel corso dell’evento di Cremona sono stati affrontati i sotto-temi che compongono il programma di Velo-city 2026: Built to Inspire, Cycling for Life, Travel Reimagined e Multimodality. Francesco Seneci, fondatore di NetMobility ha spiegato che “lo spazio in cui viviamo deve avere la capacità di creare benessere”, dunque è fondamentale che progettisti e urbanisti ascoltino le esigenze di chi abita le città. Perché sono le persone che si muovono, non le auto.

A Velo-city uno dei temi centrali sarà poi quello della salute. “La spesa sanitaria supererà la crescita del PIL nei prossimi 15 anni in quasi tutti i paesi OCSE”, ha argomentato Federico Balestreri, di ISDE Medici per l’ambiente. La mobilità ciclistica è fondamentale per la prevenzione, a tutte le età, ed è per questo che FIAB è impegnata sui fronti del bike to school e del bike to work.

A Velo-city 2026 si parlerà ovviamente di cicloturismo. “Se i grandi brand sono capaci di sfruttare la bici per comunicarsi, anche le destinazioni devono essere brave a farlo. Il ciclista non va solo in bici, consuma tante cose e, cosa importante, non il territorio”, ha precisato Silvia Livoni, Bike Destination Specialist.

Daniele Crotti,  economista del Dipartimento di Scienze Umane e Innovazione per il Territorio dell’Università degli Studi dell’Insubria, è tornato su un argomento che è stato affrontato all’ultima edizione del TTG Rimini, per parlare di dati e dell’importanza quando si vuole avere un impatto. “Noi creiamo relazioni, cambiamento, facciamo innovazione sociale attraverso il cicloturismo. Vogliamo dialogare con i decisori pubblici, partiamo dal basso, facciamo rumore. Ma se non si va nei ministeri o dai sindaci con i dati in mano è difficile ottenere risultati”.

Cristina Fabrizio, Funzionaria di Regione Piemonte, è intervenuta infine sulla multimodalità, la necessità di fare sistema per non disperdere gli investimenti: “I territori hanno bisogno di essere inclusivi e di interventi sulla mobilità. Dobbiamo pensare che ci sono varie condizioni e aiutare i tutti i territori”.