Le sfide Fiab per il biennio 2013-2014
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Il 7 aprile a Vicenza saranno eletti i nuovi organi, Consiglio Nazionale e Presidente,  in un momento cruciale per Fiab e per i nostri temi. Sarà necessaria una visione chiara delle sfide che ci attendono e di come attrezzarci per i prossimi due anni.

A questo scopo i candidati al CN, o anche presidenti di associazioni, responsabili di settori o semplici soci, sono invitati ad esprimersi singolarmente o anche a più mani con articoli  da pubblicare su questo sito nazionale: “contributi programmatici”, proposte, riflessioni, priorità, cose da fare per tutta Fiab e per gli organi dirigenti.

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In tal modo si rende disponibile a tutti i 16.000 soci ed ovviamente ai delegati all’assemblea dove vuole andare Fiab. E’ sufficiente inviare un testo alla segreteria organizzativa info@fiab-onlus.it ed esso apparirà qui in calce a firma dell’autore/autori.

 

Contributi programmatici per ora pervenuti (in costante aggiornamento):

  

Marco Gemignani (Roma), Francesco Baroncini (Firenze), Paolo Fabbri (Verona), Valerio Parigi (Firenze)  

 

Siamo in un momento speciale: sempre piú bici nelle nostre città e nei media. Per non sprecare le opportunità nei prossimi anni servirà:
  • una Fiab in grado di rispondere alle sfide come soggetto politico della mobilità
  • rafforzamento numerico e geografico con nuove fasce anagrafiche, sociali, culturali
  • alleanze: ambientalismo, ma anche associazioni consumatori, urbanistica, qualità della vita, pendolari, utenza e lavoratori dei trasporti, salute, sociale etc.
  • immagine comunicazione: fuori dal “sacrificarsi per l’ambiente” verso “arrivo prima e me la godo anche”; uscire dal marchio di amici che fanno gite domenicali ed affermarci come soggetto politico; razionalizzare presenza e materiali (cartecei, web, campagne etc) etc con un’identità e gestione unitaria. 
  • professionalizzazione: di staff interno più ampio e dello stesso volontariato, sia centrale che locale, da valorizzare. Formazione dei dirigenti locali e nazionali
  • azioni politiche sul cicloturismo, in crescita, per capitalizzare gli sforzi fatti – il settore può portare anche finanziamenti a Fiab, con rapporti ed inziative da gestire ad hoc
  • non reinventare la ruota” ai livelli locale e nazionale: canalizzare a vantaggio di tutta Fiab risorse ed energie facendole uscire da orizzonti locali.
  • attività e risorse per il finanziamento, sia verso l’interno (5×1000, tesseramento) che verso l’esterno (fund raising, sponsor, iniziative commerciali etc)
  • un maggiore ruolo internazionale, dentro ECF
  • futuro e ricambio: cominciare ad allevare nuove leve, con compiti in Fiab
  • più Fiab per avere maggiore forza, visibilità, potenzialità organizzative e comunicative, più forza contrattualeanche nelle realtà locali
Buoni due anni di successi a Fiab! 

 

Giacomo Scognamillo (Palermo)
 
Fiab dovrebbe riuscire ad essere visibile all’Italia intera per esempio con uno spot da far girare in tv e  sui canali internet magari con un testimonial famoso. E’ costoso ma occorre trovare un modo per realizzarlo bene e con pochi soldi. Una pubblicità progresso per esempio.
Abbiamo realizzato tante cose importanti ma non siamo conosciuti più di prima.
 Altro punto è il potenziamento della diffusione della rivista BC.
Completare al più presto la rete Bicitalia con segnaletica ci darebbe visibilità ulteriore e darebbe percorsi più sicuri ai cicloturisti.  
Attenzionare le associazioni meno presenti nelle occasioni di raduni o assemblee.
Riunire il CN nei comuni meno sensibili ai temi della mobilità.
Ritengo che tutto il lavoro che si fa in Federazione è ben fatto e con le nuove aree tematiche il contributo dei componenti il  CN può essere più elevato.
 

 

Giuseppe Amorelli (Modena)

 

Premetto che la FIAB è un’associazione che ha lavorato e lavora bene soprattutto con entusiasmo e tanto volontariato.

Pensando ad eventuali stategie da proporre riporto le seguenti riflessioni:

  • la struttura nazionale dovrebbe avere un ruolo più forte e, per fare ciò, contrariamente a quanto ho sempre pensato, credo debba avvalersi anche di qualche professionista (pagato) per raggiungere questo scopo;

  • nella FIAB c’è una cultura e formazione tecnica molto approfondita su tante materie strettamente legate alla promozione della mobilità sostenibile, mentre, a mio avviso, è insufficiente la formazione ed attenzione su altre problematiche ambientali che sono parte integrante della nostra attività istituzionale. Si tratta di temi a mio avviso legati in modo indissolubile con la mobilità sostenibile, nello specifico mi riferisco alla qualità dell’aria, la difesa del territorio, la pianificazione urbana, i consumi energetici, gli stili di vita. Ritengo pertanto che nei prossimi anni sia necessario riequilibrare il nostro lavoro verso questi temi e sarebbe l’occasione per sfruttare contributi professionali già presenti all’nterno dell’associazione.

  • è in atto un processo di collaborazione ed apertura verso altre associazioni affini alla nostra che va coltivato, perseverato ed intensificato a livello nazionale e soprattutto a livello locale per dare una maggiore incisività alla nostra azione e concrete possibilità di raggiungere i nostri obiettivi.

 


 

Stefano Gerosa (Verona – Mestre)

 

Condivido il documento politico “Gemignani – Baroncini – Fabbri – Parigi”, perfetto.  Aggiungo un punto.

Grande limite di FIAB, da sempre, è la scarsa propensione organizzativa ed amministrativa. La passione civile che ci contraddistingue rischia spesso di mettere in secondo piano questa necessità. Le dimensioni Fiab, fino a pochi anni fa limitate, hanno consentito una gestione “familiare” e “spannometrica”. Ora ciò diventa un freno per gli obiettivi politici.

Una traccia su cui lavorare:
1) Lo strumento “aree FIAB”. Individuazione di responsabili, gruppi, procedure decisionali, feedback del loro lavoro.
2) Una mappa su come muoversi in FIAB (per Consiglieri, volontari, Presidenti, associazioni); regolamenti e procedure si sono accumulati nel tempo.
punti 1) e 2) con obiettivo di inserire tutti nell’organizzazione, altrimenti i “nuovi” non hanno alternativa tra il latitare o il farsi strada a “colpi di testa”.
3) Riforma / messa a punto regolamenti interni (se occorre dello Statuto) per migliorare Coordinamenti Regionali, Consiglio Nazionale, Presidenza, rapporti con Staff amministrativo retribuito.
4) Staff retribuito. Da verificare competenze, scadenze e mansioni, necessitano più report per il CN. Ipotesi suddivisione tra Direttore “politico” ed “amministrativo / organizzativo”. Professionalizzazione staff e dirigenti.

Infine FIAB dovrebbe darsi l’obiettivo strategico di potenziare la propria presenza a Roma, per lobbing politica e rapporti mass media. Da verificare con quale apporto professionale e con quale grado di coinvolgimento / aiuto a FIAB locale.


 

Massimo Benetti (Monza)

 

Quello che credo possa essere utile a tutta la FIAB e acquistare credibilità e soprattutto simpatia, siano campagne centrate sull’evitare contrapposizioni forti con gli altri mezzi di trasporto , come auto, moto, camion, pedoni ecc.. Cerco di spiegarmi meglio. Sappiamo tutti che noi ciclisti siamo molto spesso visti come fastidi pericolosi che non rispettano il codice della strada e diffondono anarchia a mani piene. Noi siamo convinti, al contrario, che il pericolo venga soprattutto dai veicoli a motore. Spesso anche con i pedoni assistiamo a guerre di religione. Una guerra tra poveri che deve essere evitata. E se, come colpevolmente spesso faccio io, crediamo di entrare in guerra ogni volta che usiamo la bicicletta, le critiche si rivolteranno contro di noi e dovremo subire attacchi più o meno fondati. Dovremmo essere ironici (vedi la campagna in Svezia sul rendere ridicoli gli automobilisti) e anche un po’ simpatici, senza perdere naturalmente la determinazione necessaria per chiedere il giusto senza fare molti sconti.
Auspico anche un maggiore decentramento dirigenziale nella FIAB. Come altre associazioni a noi vicine, delle sedi regionali che vadano oltre il semplice coordinamento regionale, ma che rappresentino un centro operativo autonomo nelle azioni, che guardi naturalmente alla direzione nazionale sulle strategie da percorrere.
Infine “sbilanciando” i due filoni principali delle nostre attività, che sono mobilità ciclistica urbana e cicloturismo, verso la mobilità urbana. Ormai la maggioranza della popolazione vive nelle città che rischiano di perdere la possibilità di una buona gestione a causa delle loro dimensioni sempre più estese. Quindi puntare sulla mobilità ciclistica in città vuol dire, oltre che migliorarne la vivibilità, diminuire drasticamente gli incidenti seri e mortali che purtroppo segnano giornalmente le cronache nazionali.
Questo non vuol dire abbandonare il filone del cicloturismo, anzi, quello che vorrei è un maggior impegno per le città.
 


 

Germana Prencipe (Mestre)

 

Al documento programmatico e agli interventi interessanti che mi hanno preceduta vorrei sottolineare la potenzialità culturale della FIAB.  Un ruolo importante della FIAB a livello politico può essere dato dai suoi contenuti e dalla competenza acquisita.

Condivido l’idea di realizzare spot o forme di pubblicità progresso, con il lancio di campagne a livello nazionale su temi specifici, per creare effetti onda a livello mediatico e da parte delle associazioni aderenti (es. “ciclista illuminato, campagna al lavoro in bici, Tutela del lavoratore infortunio in intinere, i percorsi e le reti ciclabili come Bicitalia…)

La competenza della FIAB  dovrebbe essere più valorizzata e divulgata nella rivista BC  e resa nota alle associazioni.

A tal fine può essere utile affiancare ai volontari FIAB, del resto eventi simili sono già in atto, finalità formative e professionalizzanti che possono essere ricevere contributi economici con progetti per:

  • eventi formativi tipo Vacanza studio con itinerari in bici aperti ai soci e non.

–         concorsi nazionali per studenti per sensibilizzarli e coinvolgerli ai temi della mobilità, del ciclismo urbano ad integrazione di quello turistico, sportivo, ricreativo…

–         formazione e corsi per docenti sulla mobilità sostenibile e ambientale;

–         protocolli di intesa e/o  progetti di formazione con Ministeri Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Istruzione;

–         campagne contro il furto bici e per la sicurezza del ciclista;

–         progetti della Comunità Europea o con centri Servizi del Volontariato

collaborazioni con associazioni (AVIS, Italia Nostra, WWF) e con Ordini e Albo professionali Medici (Medici per l’ambiente), ordine psicologi, Istituti di Ricerca, o  con Dipartimenti di Prevenzione  per approfondire il tema dei benefici dell’uso della bicicletta a tutte le età e il binomio “Bici è salute”

 


Massimo Di Giulio

La FIAB ha messo insieme in tanti anni un grande patrimonio di competenze, entusiasmo e professionalità, grazie all’attività di tante persone che hanno prodotto centinaia di progetti, documenti, studi, proposte di legge, descrizioni di esperienze, ecc.

Molto è stato fatto per organizzare questo patrimonio di conoscenze (siti tematici, Quaderni, Schede Tecniche, Vademecum), ma molto di più è il materiale non facilmente rintracciabile: basti pensare a quanto contenuto nei siti e nelle pubblicazioni delle singole associazioni, per non parlare delle tante proposte nascoste dentro un allegato in una email che ha girato chissà quanto tempo fa, ma di cui qualcuno conserva memoria, o anche semplicemente segnalate con un link inviato occasionalmente all’attenzione della mailing list, ma poi dimenticato.

Quante volte sono stati inviati in Lista Presidenti dei messaggi del tono: “mi ricordo che anni fa è stato presentato il tale progetto, ma da chi?, dove? Chi se lo ricorda?”.

Se questo patrimonio potesse essere individuato e catalogato potrebbe essere sfruttato per ottenere più rapidamente e con minor fatica dei risultati concreti (leggi e modifiche di legge, delibere comunali, piani regionali, nuovi progetti ecc.).

Ci vorrebbe una task force, articolata in base alle Aree tematiche per essere più efficace, di persone pazienti ed ordinate che individuino (spulciando negli archivi online dei vari siti, in rete con efficaci chiavi di ricerca, negli archivi di email circolate anche solo in via ufficiale in tutti questi anni) i vari file sparsi in ogni dove. Non necessariamente il materiale trovato (essenzialmente in formato elettronico) dovrebbe poi essere copiato su un server FIAB, basterebbe organizzare un database con semplici chiavi di ricerca.


 

Cristina Castellari (Genova)

 

 COMUNICARE : a chi? A che livello e con che strategie?

  • Alle persone comuni (cosa ne sa mio zio di mobilità sostenibile?) far passare i concetti  già elaborati in Fiab a coloro che vedono la bici solo come strumento ludico, attraverso azioni concrete e semplici: piccoli manuali, fumetti, video brevi e ironici (Gabriele Saluci) o anche più informativi ma leggeri ( In Itinere)
  • Al “resto del mondo in Bici” quelli fuori dalla Fiab ma che ci tengono alla bici ed ai suoi valori attraverso Blog, eventi condivisi, collaborazione in manifestazioni di grande partecipazione.
  • Agli amministratori con i quali instaurare dialogo continuo e costante supportato anche da incontri formativi,seminari tematici, pubblicazioni tecniche (già ci sono ma devono circolare  ed essere conosciute di più) la rivista  BC, contatti durante i nostri eventi (non dimenticarsi  mai di invitarli e coinvolgerli) puntare su alcune persone dentro alle istituzioni che sentano davvero i nostri temi. Sfruttare e creare occasioni di incontro e comunicazione (per es. Settimana della Mobilità Sostenibile)

FORMAZIONE : per chi? E con che modalità?

  • Per le nuove leve in Fiab attraverso corsi formativi anche brevi su temi specifici (normativa tecnica, scuola, mobilità cittadina, turismo…)
  •  ma anche per chi si impegna da anni ed ha bisogno di vedere ciò che altri hanno saputo realizzare (visite “guidate” di città che hanno  soluzioni che si possono imitare)
  • Costruire una mappa d’Italia delle idee e delle applicazioni concrete. Una sorta di     banca dati di tutto ciò che viene realizzato e documentato ( purtroppo raramente condiviso) dalla quale attingere e non sprecar tempo a ripetere itinerari già percorsi.

POSITIVITA’: (non ho trovato una parola migliore…)

  • ovvero il sorriso che ti parte da dentro quando pedali in città, nei sentieri di campagna, in vacanza o per andare al lavoro, la voglia  di condividere questo piacere con gli altri che ancora non lo conoscono, con leggerezza ed entusiasmo.

 


 

Marco Celentano

Mi auguro di aver apportato alcuni contributi utili alla FIAB svolgendo l’attività di revisore dei conti.
Essendo commercialista di professione, sono abituato ad un approccio “aziendale”; per questo condivido le necessità evidenziate da Gerosa e sono disponibile ad impegnarmi nella diffusione di principi di corretta amministrazione, a beneficio delle Associazioni FIAB.