Le legge quadro sulla mobilità ciclistica. Spiegata bene

Le legge quadro sulla mobilità ciclistica. Spiegata bene

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D’ora in poi a tutti i livelli, da quello nazionale a quello regionale fino a quello comunale, ogni amministrazione dovrà pianificare anche la mobilità ciclistica che raggiunge il livello di qualsiasi altra rete trasportistica che deve essere pensata, pianificata e realizzata, con l’obiettivo di migliorare la qualità urbana, l’ambiente e le città, oltre che di promozione turistica.

In più ci sono disposizioni per i comuni che devono mettere in atto strumenti urbanistici per realizzare le velostazioni, gli stalli per bici e approvare regolamenti edilizi che consentano il parcheggio delle bici negli spazi condominiali.

Ci sono altri aspetti secondari anche se importanti, come ad esempio la possibilità di installare portabiciclette a sbalzo sugli autobus. Ma l’aspetto fondamentale è il principio generale del codice della strada che non deve più garantire solo la “fluidità del traffico”, ma da oggi in poi dovrà anche garantire la mobilità sostenibile e la circolazione dei velocipedi. Scusate se è poco!

Siamo particolarmente orgogliosi perché il testo di questa legge l’ha scritta FIAB oramai diversi anni fa. Averla portata a casa all’unanimità è un successo che ci fa davvero passare le Feste con la consapevolezza di avere contribuito a migliorare questo paese. C’è ancora molto da fare, ma le fondamenta di una Italia più ciclabile sono state gettate.

Qui la legge come pubblicata in gazzetta ufficiale.