Le dichiarazioni dei giorni scorsi del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini in tema di sicurezza stradale e dei provvedimenti da lui previsti hanno spinto le associazioni per l’ambiente, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale a scrivere al Ministro con la richiesta di un confronto urgente.
Da tempo attive su questa tematica le associazioni Fiab, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign, Legambiente ribadiscono che per garantire la sicurezza stradale è necessario sviluppare la mobilità sostenibile che, come accade da anni in Europa e come scientificamente provato da numerose ricerche, è unica via per arrivare a risultati concreti e per ridurre la strage sulle strade, prima causa di morte per i giovani in Italia.
La lettera spedita al Ministro Salvini
Egregio Signor Ministro,
Abbiamo avuto conferma del suo impegno per la sicurezza stradale dalla risposta che nei giorni scorsi ha dato in Parlamento a un’interrogazione parlamentare sull’aumento dei morti di pedoni e giovani nella strage stradale, per questo le chiediamo nuovamente un confronto urgente, come già fatto a dicembre e poi con il nuovo anno.
Come associazioni che da tempo lavorano insieme sul tema, vorremmo illustrarle come sia scientificamente provato che per migliorare con risultati certi la sicurezza stradale è necessario impegnarsi concretamente sulla mobilità sostenibile, come accade in Europa ormai da un decennio.
Con una delegazione di Fiab, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign, Legambiente vorremmo esporle gli interventi che riteniamo prioritari e più urgenti in tema di sicurezza stradale e spiegarle come quelli annunciati siano limitati e in parte potenzialmente controproducenti.
Le prime tre cause di incidenti sono distrazione alla guida, velocità eccessiva e mancate precedenze (ISTAT 2021). Riteniamo che intervenire su questi tre fattori sia urgente ed effettivamente risolutivo.
Al contrario, intervenire in modo repressivo sui ciclisti e gli utenti della micromobilità – due utenze diverse che servono bisogni diversi di mobilità e che non vanno confuse – non inciderà affatto sull’attuale strage stradale ma anzi disincentiverà l’uso di biciclette e monopattini, ritardando i cambiamenti necessari per fermare l’aumento delle morti su strada, di cui l’Italia detiene il triste primato in ambito urbano.
Se vogliamo veramente salvare vite umane, bisogna abbassare la velocità urbana e inasprire controlli e sanzioni per la violazione dei limiti di velocità e la guida distratta da smartphone.
È importante ovviamente contrastare anche chi guida sotto l’influsso di alcool e droghe, sapendo però che tali comportamenti sono causa di appena il 4% degli incidenti (6.500 su 151.875 totali, secondo il Ministero dell’Interno).
Una drastica riduzione delle stragi stradali va dunque realizzata favorendo l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto e aumentando da subito i controlli su tutti i comportamenti scorretti alla guida.
Queste sono alcune delle tematiche e riflessione sul tema della sicurezza stradale che vorremmo discutere e argomentare con lei e i tecnici del Ministero, chiedendole di aprire un tavolo di confronto sulla revisione del Codice della Strada, e di entrare nel Tavolo sulla Sicurezza stradale da lei annunciato. Siamo convinti che le vite messe ogni giorno a repentaglio sulle strade urbane possano essere salvaguardate solo attraverso politiche più rapide ed efficaci che incidano sull’attuale modello di mobilità, il quale genera costi umani e sociali inaccettabili.
Firmato
Fiab, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign, Legambiente