Maledetti ciclisti! Chi non ha argomenti .. insulta e svia
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di Stefano Gerosa

 

Mentre cresce la domanda di mobilità nuova, di incentivare e tutelare la mobilità ciclistica, c’è chi risponde cambiando argomento. Obietta che i ciclisti sono maleducati, non rispettano le regole, son più da sanzionare che da incentivare.

Ottima tattica. Evita così di rispondere a molte domande, sviando l’attenzione dai veri problemi.

Perché nessuno potrebbe invece negare che le città sono sempre più invivibili, trafficate e caotiche, oppure argomentare che l’inquinamento da gas di scarico non miete vittime. Che l’effetto serra non esiste lo sostengono ormai solo rari “giapponesi”. Mentre le diseconomie dovute alla motorizzazione di massa, il degrado delle città e della qualità di vita sono ormai sotto agli occhi di tutti.

 

Nonostante queste evidenze, specialmente nel nostro Paese c’è una forte resistenza al cambiamento, persistono interessi economici e politici a favore dello “status quo”, tanto da far comprendere che l’argomento “maleducazione dei ciclisti” sia ormai utilizzato ad arte, come una vera e propria “arma di distrazione di massa”.

Constatato che funziona molto bene, poi, visto che i primi polli a “cascarci” spesso sono proprio i ciclo-attivisti! Ci arrampichiamo sugli specchi per spiegare quel che è evidente anche ad un bambino. Cioè che, nel mondo reale, a fronte di altrettanti comportamenti scorretti, le auto uccidono di più e sono più pericolose (nota 1).

Non serve a nulla. Un crimine maggiore non giustifica quello minore. E’ infantile pensarlo. Non è che se la maggioranza uccide posso giustificare chi “si limita” a rubacchiare.

Meglio invece convenire che i comportamenti scorretti di alcuni ciclisti non sono giustificabili.

 

Quello che invece andrebbe evidenziato, subito e con forza, è che non è questo il punto. E’ evidente che leggi e regolamenti vanno rispettati. E vanno fatti rispettare a tutti i cittadini, che siano alla guida di un’auto o a cavallo di una bicicletta. (nota 2)

E, tutto sommato, un po’ di rigore farebbe giusto comodo, visto che noi ciclisti siamo spesso le vittime di comportamenti illeciti e pericolosi. Maggior rigore lo chiedono in molti, anche gli automobilisti che guidano con prudenza e che vivono il pericolo di incidenti causati da altri.

E poi, se vogliamo parlare veramente di sicurezza stradale, di rispetto delle regole, di regole adeguate, noi ci stiamo, ci siamo sempre stati, anzi l’abbiamo sempre chiesto a gran voce, spesso inascoltati.

Non è quindi che questo tema non sia importante, se ne deve discutere, ma non può essere agitato in maniera strumentale, come obiezione, per mettere in ombra la vera questione.

 

La questione, il punto dal quale partire, è che si deve spingere sempre di più verso la mobilità sostenibile e ciclistica, come accade ormai in mezza Europa. Perchè è ormai evidente a tutti che quella è la strada, che ormai non c’è nessun’altra alternativa. E, dove la si intraprende, la mobilità ciclistica si è dimostrata essere uno degli elementi vincenti.

Allora, se non vogliono darci ragione, le obiezioni che dovrebbero farci non sono banalità e mistificazioni del tipo “i ciclisti sono maleducati e vanno multati” ma piuttosto che le nostre città sono meravigliosamente tranquille, che si circola bene e fluidamente! Che non c’è inquinamento ed emissione di CO2, che l’aria delle nostre città è meravigliosa e frizzante!

Ma queste, come ho già detto, sono LE RISPOSTE CHE NON CI POSSONO DARE, allora è palese che “sviano” e spesso ci insultano, soltanto perché ormai di veri argomenti proprio non ne hanno.

 

Ps: ho già trattato a lungo l’argomento della presunta maleducazione dei ciclisti in un lungo trattato, in quattro puntate, che potete leggere, se avete tempo e pazienza, in questo sito ma credo giovi ritornare sull’argomento, visto il quotidiano riproporsi da parte soprattutto di molti giornali locali di lettere ed articoli di questo tenore (che spesso sfiorano la demenzialità).

 

(NOTA 1) L’Istat ci dice che nel 2014 in Italia ben 4 pedoni sono morti nello scontro con una bicicletta. Nel 2013 uno. Nello stesso 2014 i pedoni morti perché investiti da un mezzo motorizzato sono stati 573. Di questi, 427 sono stati uccisi da auto private.

(NOTA 2) Finché non vengono cambiati. E alcuni sarebbero da cambiare, adeguandoli a quelli di molti Paesi d’Europa, come proposto da FIAB e da altri, se si volesse veramente incentivare la mobilità ciclistica.