A Milano investimenti privati sulle ciclabili. I dubbi e le proposte di Fiab

A Milano investimenti privati sulle ciclabili. I dubbi e le proposte di Fiab

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Pubblico e privato alleati per la mobilità ciclistica. A Milano l’idea dell’associazione Ancma di Confindustria è quella impegnarsi in un importante campo di investimento per le infrastrutture cittadine. Si parla di ciclabili, percorsi che presto potrebbero essere finanziati in parte da imprenditori con l’obiettivo di realizzare piste separate dal traffico.

Sul tema della mobilità urbana e di un possibile intervento dei privati sulla realizzazione di nuove ciclabili è intervenuto il presidente di Ancma Andrea Dell’Orto. «Prendiamo atto che il pubblico sta facendo molto, anche sul fronte delle zone 30, ma da solo non riesce a produrre il salto di qualità infrastrutturale necessario», ha detto. In una Milano dove negli ultimi anni le piste sono aumentate – superando i 100 km sull’intero territorio metropolitano – l’iniziativa di imprenditori sul settore della ciclabilità ha subito sollevato alcuni dubbi da parte della Fiab locale.

Secondo Fiab Milano Ciclobby si dovrebbe fin da subito evitare azioni spot che vedrebbero svilupparsi soltanto pezzetti di ciclabili senza una visione di fondo su quel che è necessario per i ciclisti. Non basta battezzare una ciclabile per far un buon servizio ai cittadini, ma «è indispensabile occuparsi della manutenzione successiva» sostiene la Fiab locale.

Altro capitolo riguarda la percezione della ciclabile protetta come unica soluzione per “accontentare” i ciclisti senza togliere spazio alle automobili. In un articolo sul Corriere della Sera il presidente di Ancma ha infatti sostenuto che, pur essendo più costose, le ciclabili separate sono preferibili a quelle disegnate su strada. Convinzione che non trova però d’accordo Fiab Ciclobby. «La sicurezza e la ciclabilità – si legge nel comunicato dell’associazione – non si ottengono con un solo sistema», così come non ci si può concentrare soltanto sulle ciclabili come unico ingrediente della mobilità attiva.

Tra le proposte di Ciclobby per le ciclabili si guarda infatti anche alle zone 30, ad esempio. Accogliendo dunque l’impegno serio di imprenditori che credono in una città su misura anzitutto di pedoni e ciclisti, l’associazione ha avanzato una prima idea di investimento, bocciando quella di piccoli tratti di ciclabili scollegati tra loro. Sul tavolo Ciclobby propone invece «il primo vero collegamento diretto fra periferia e centro con una ciclabile adeguata servita da semafori intelligenti».