In due recenti occasioni il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), Enrico Giovannini, ha espresso concetti e fatto osservazioni che, fino a qualche anno fa, era impensabile poter ascoltare dalla voce titolare del dicastero che si occupava, già nel nome, genericamente di infrastrutture e trasporti, privilegiando gli spostamenti motorizzati e le infrastrutture connesse.
Lo stesso Giovannini, intervenuto nell’evento di apertura di Mobilitars, a Reggio Emilia, ha sottolineato che già il cambio di nome del suo dicastero, prima denominato Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, abbia segnato un cambiamento radicale anche nel modo di approcciare le tematiche legate alle diverse forme di mobilità da parte della struttura interna, non senza alcune discussioni.
Il nuovo corso del Ministero è stato messo nero su bianco sul rapporto sul concetto di mobilità locale sostenibile, adottando il cosiddetto approccio MAAS (Mobility As A Service), che vede la Mobilità come servizio comprendendo tutte le sue forme. Anche i decreti ministeriali sulla figura del Mobility Manager – nata per far cambiare, nei tragitti casa lavoro e casa scuola, modalità di trasporto in favore del trasporto collettivo, dell’uso della bicicletta, del trasporto pubblico locale, limitando il più possibile il ricorso all’automobile privata – hanno visto il MIMS in prima linea assieme al Ministero della Transizione Ecologica, non senza qualche difficoltà, per la riorganizzazione di un ruolo, all’interno di amministrazioni pubbliche e strutture private, fondamentale per una nuova cultura della mobilità.
Sono stati diversi negli ultimi mesi i provvedimenti per incentivare la mobilità alternativa a quella automobilistica, per quanto sempre troppo sbilanciati, al ribasso, in confronto a quanto stanziato per la sostituzione del parco auto circolante, ma sempre dal Ministro, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, arriva un endorsement verso l’uso della bicicletta.
«La bicicletta -ha affermato Giovannini- non è solo un mezzo di trasporto o di svago, ma un elemento centrale nella nuova mobilità urbana».
Un’affermazione che trova ovviamente FIAB d’accordo, ma che assume la forza di un riconoscimento di un ruolo non ancora scontato, anche in ambienti ministeriali, così come hanno un peso importante le affermazioni del Ministro sul fatto che i bus dovranno accogliere le biciclette a bordo per consentire questo tipo di mobilità in città e che la bicicletta non è più marginale.
«La Rivoluzione Bici che, come FIAB, abbiamo innescato, è prima di tutto culturale – ha affermato Alessandro Tursi, Presidente Nazionale FIAB – e le affermazioni senza precedenti di un Ministro di peso come quello delle Infrastrutture sono la dimostrazione che la nostra visione sta diventando maggioritaria nel paese. L’obiettivo ora è spingere sul consenso conquistato per continuare a ottenere sempre maggiori investimenti sulla bicicletta e chiudere la pluridecennale stagione del salasso delle casse pubbliche per gli ormai anacronistici, insensati e dannosi incentivi all’acquisto delle auto».