Mobilità sostenibile al centro delle politiche. Lettera di FIAB-Lombardia a candidati e partiti.
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Alla Sig.a Candidata Presidente Regione Lombardia
Silvana CARCANO

 Ai Sigg. Candidati Presidente Regione Lombardia

Gabriele ALBERTINI
Umberto AMBROSOLI
Roberto MARONI
Carlo Maria PINARDI


Gentili Candidati,
Vi inviamo un documento deliberato dal Coordinamento FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta – Regione Lombardia sui temi della Mobilità sostenibile e ciclistica nella nostra regione, con l'auspicio che possano diventare punti significativi dei vostri programmi elettorali.
La nostra Regione, così come a livello nazionale, ha urgente bisogno di un cambio di passo sul fronte delle politiche per la mobilità e il nostro documento delinea alcune priorità per attuare questo cambiamento NON PIU' PROCRASTINABILE.
 
 
Moltissimi sono i cittadini e le cittadine della nostra regione che chiedono un nuovo modello di mobilità e hanno già da tempo adottato stili di vita diversi, sempre più simili a quelli di cittadini degli Stati Europei presi costantemente a modello in campo economico-finanziario.
Oggi è più che mai indispensabile che anche la politica faccia i passi necessari per colmare quello spread che ci divide da questi paesi e la Lombardia può e deve diventare elemento trainante di questo cambiamento anche nei confronti delle politiche nazionali.
Come Coordinamento Regionale siamo a vostra disposizione per ogni ulteriore contributo al tema.
 
Auguro a tutti voi una campagna elettorale all'insegna dei contenuti e del fair play che tanto ci mancano.
 
Con cordialità.
Giulietta Pagliaccio
Responsabile FIAB rapporti istituzionali
 

LETTERA APERTA DELLA FIAB AI CANDIDATI E PARTITI
ELEZIONI REGIONALI 2013 – REGIONE LOMBARDIA

 

MOBILITÀ SOSTENIBILE AL CENTRO DELLE POLITICHE DEL FUTURO GOVERNO DELLA LOMBARDIA

 

La Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB onlus) ritiene la mobilità sostenibile elemento fondamentale per una moderna politica di sviluppo in grado di coniugare la crescita economica con la tutela della salute, dell'ambiente e più in generale per la riduzione dell’impronta ecologica e per una migliore qualità della vita dei cittadini.

 

Nell’attuale congiuntura affrontare il tema di una nuova mobilità può forse sembrare non prioritario per dare risposte ai numerosi problemi dei cittadini. Al contrario, noi riteniamo che le politiche per la mobilità sostenibile siano una delle chiavi di volta per affrontare i problemi della nostra nazione (le indagini ISTAT rilevano che la mobilità è uno dei primi 4 problemi quotidiani che assillano di più gli italiani).

Affrontare i temi legati ad un nuovo modello di mobilità significa parlare di lavoro, di progetti di piccole opere che danno risposte in tempi brevi alle esigenze dei territori e dei cittadini, come ad esempio la riqualificazione degli assetti urbanistici delle nostre città in una visione meno “auto-centrica”, che puntino alla qualità del vivere delle persone, che tornino ad essere luoghi di socialità.

Il tema della “mobilità nuova” è uno straordinario elemento di rilancio dell'economia dei territori.

Nuove imprenditorialità nascono nel mondo del trasporto collettivo e del turismo, solo a titolo di esempio; lo stesso mondo dell’auto, che sta conoscendo un declino dato non solo dalla contingenza economica ma verosimilmente anche da un progressivo cambiamento culturale, potrebbe ritrovare una nuova vitalità attraverso un diverso paradigma di sviluppo industriale che punti ad un prodotto che si integri in un quadro generale di mobilità collettiva. 

Il settore turistico sta conoscendo una forte vitalità economica laddove ha avuto la capacità e la lungimiranza di investire sapientemente nel settore del cicloturismo.

Affrontare i temi della mobilità significa ancora dare risposte concrete al tanto dibattuto tema della sicurezza sulle nostre strade: investimenti su questo versante non sono più procrastinabili perché stiamo pagando un tributo nell’ordine di migliaia di vite umane, spesso giovani, non più tollerabile, fatto di morti, feriti, invalidità, sofferenze personali, familiari e collettive.

Mobilità sostenibile significa migliore qualità ambientale, minor inquinamento, minor consumo di suolo, risparmio energetico ma significa anche salute,  perché muoversi in bicicletta o a piedi per andare quotidianamente a scuola o al lavoro significa promuovere nei cittadini stili di vita sani, con benefici in termini economici derivanti dalla riduzione dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale riscontrabili in pochi anni: è un investimento in prevenzione di gran lunga più redditizio di molti tagli alla sanità di cui spesso pagano le conseguenze le fasce più deboli della popolazione. 

In questo senso diciamo che la bici è parte della soluzione, e non del problema.

 

 

Tutto ciò premesso la FIAB  chiede ai candidati alle elezioni regionali del 2013, ai partiti e alle forze politiche di tutti gli schieramenti, di assumere i seguenti impegni programmatici.

 

1. Istituire l’UFFICIO MOBILITÀ CICLISTICA REGIONALE, che coordini attività legate anche ad assessorati diversi (es. ambiente, trasporti, infrastrutture, sport, tempo libero, turismo, istruzione);

 

 

2. Adoperarsi affinché quanto previsto dalla Legge Regionale n. 7/2009 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica” sia effettivamente implementato; ad esempio, favorendo con opportune normative e incentivi la diffusione di interventi di moderazione del traffico nei centri urbani (es. ZONE 30)

 

 

3. Favorire interventi sia per la mobilità ciclistica urbana sia per il tempo libero e turismo, settore questo in rapida ascesa e che può essere un volano per uno sviluppo economico diffuso sul territorio lombardo. Per questo motivo riteniamo importante che si prosegua nel proficuo lavoro realizzato in questi anni con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC), predisponendo le necessarie risorse economiche di bilancio per dare concretezza alle progettualità previste dal Piano, stabilendo alcune priorità di intervento sugli itinerari regionali ed assicurando la necessaria continuità di intervento;

 

 

4. Prevedere una forma di obbligatorietà, anche con sostegni economici, per i Comuni di medie dimensioni di dotarsi di strumenti pianificatori quali il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) o il Piano per la ciclabilità, affinché le politiche amministrative per la mobilità vengano inquadrate in percorsi di ampio respiro e di lunga durata, condivisi con i cittadini;

 

 

5. Potenziare e ammodernare il trasporto pubblico per andare incontro anche alle esigenze di una nuova tipologia di utente con bici al seguito e favorire nel contempo l’intermodalità attraverso interventi come bicistazioni, bike-sharing, parcheggi bici adeguati e sicuri etc..

 

 

6. Favorire iniziative di promozione della mobilità ciclistica: es. BIKE TO WORK, Settimana Europea della Mobilità, attività educative con le scuole…

 

 

7. Farsi promotore  verso il governo nazionale  per una revisione del Codice della Strada in senso ciclistico, introducendo soluzioni efficaci adottate ormai da tempo in tutti gli Stati europei e da noi ancora  non previste o non consentite (arresto avanzato ai semafori, doppio senso ciclistico, segnaletica di direzione dedicata alla bici, etc.) e a tutt’oggi soggette ad interpretazioni bizantine o affidate a limitate esperienze di avanguardia, frutto di singole sensibilità personali talora presenti a livello di istituzioni locali.

 

 

Pochi punti che però richiedono grande impegno, determinazione, coraggio delle scelte e risorse economiche certe e continuative nel tempo, risorse che possono essere ricavate dall’Applicazione effettiva dell'art. 18 della legge 472/99 concernente l'obbligo di destinazione di una quota non inferiore al 10% delle contravvenzioni al codice della strada per interventi a favore dell’“utenza non motorizzata”, oltre all’utilizzo di tutte le tipologie di fondi europei per finanziare gli interventi indicati.

 

 

Proponiamo inoltre che tutta la politica per la mobilità abbia come parametro di riferimento il 20-20-20, intese come percentuali di ripartizione modale tra bici, pedoni e trasporto pubblico.

 

Riteniamo infine auspicabile che gli stessi rappresentanti delle istituzioni regionali che dichiarano di sostenere questo modello di visione politica sui temi della mobilità, facendosene promotori, sappiano adottare comportamenti coerenti tali da costituire essi stessi un esempio positivo, riducendo l’utilizzo dell’auto privata a favore di un maggiore impiego della bicicletta per gli spostamenti brevi e del trasporto pubblico.

 

 

Coordinamento FIAB Regione Lombardia

 

Gennaio 2013