Ai mondiali di Firenze Fiab pedala fra libertà e catene
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di Valerio Parigi 

 

Biciclette libere o imprigionate?

 

In occasione dei mondiali di ciclismo su strada Firenze ospita vari eventi collegati, che si rivolgono alla mobilità in bicicletta, al suo uso come mezzo di trasporto quotidiano. Già nel marzo 2013 Fiab aveva avuto grossa risonanza nel festival BiciFI, ma la coincidenza temporale dell’evento sportivo con la settimana della mobilità ha facilitato che i riflettori si puntassero anche su aspetti non agonistici.

 

All’interno dello storico ex-Tribunale, in piazza S. Firenze, l’InfoPoint del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ospita anche contributi Fiab: i nuovissimi pieghevoli “più ciclisti più sicuri” e quelli sul furto, nostri videofilmati e diapositive che scorrono costantemente sul maxischermo della prestigiosa “sala della Musica”.

 

Una esposizioni di bici storiche è “imprigionata” nella gabbia un tempo destinata agli imputati, e prosegue sulla strada tracciata pochi giorni prima, quando la ciclostaffetta Fiab era stata accolta con palco e riflettori nel cortile dell’antico carcere delle Murate, partecipando così all’evento letterario “Giro del Mondo in 80 librerie.

 

Il tema criminalità trova un ultimo riferimento nei giorni del mondiale di ciclismo a Firenze: la campagna Fiab sul furto e il suo contrasto, che si è quest’anno abbinata a “premia il ciclista”.

Venerdì 20 infatti FIAB FirenzeInBici aveva premiato con un cioccolatino e materiali sul furto “tutti coloro che disputano quotidianamente un campionato mondiale, quello dei ciclisti urbani che pedalano tutti i santi giorni nel traffico“.

 

Effetti positivi del grande evento sportivo si sono riscontrati nel traffico in città paradossalmente proprio per le difficoltà di circolazione e le limitazioni imposte per lo svolgimento delle gare. Oltre ai molti che vanno al lavoro in bici (25-30.000 ogni giorno) altri fiorentini neofiti o ciclisti occasionali, hanno deciso di scegliere la bicicletta, in modo da poter arrivare comunque al lavoro o a scuola e tornare a casa: un mezzo di eccezionale flessibilità, che permette di percorrere agevolmente distanze fra ogni punto della città, ed in più di scendere e condurre a mano nei punti insuperabili da ogni altro genere di veicolo.

 

Il panico da paralisi del traffico ha svuotato le strade oltre il prevedibile, facendo gustare a molti le meraviglie e la vivibilità di interi quartieri liberati dalla morsa asfissiante di lamiere e gas di scarico.

 

Un netto incremento ha avuto anche l’utilizzo dei treni da parte di schiere di pendolari che quotidianamente si spostano da tutta la regione verso il capoluogo.

 

Se ne potrebbe trarre ammaestramenti anche per il futuro: un’altra mobilità è possibile, anche  Firenze, nonostante sia una delle città col più alto tasso di motorizzazione del mondo. 

 

Chiare politiche della mobilità, che scoraggino l’uso dell’auto per spostare quote verso trasporto pubblico e bicicletta, potrebbero giovarsi delle esperienze positive e quasi accidentali da parte dei cittadini. Ce le aspettiamo.

 


 

 

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