Ciclista  ..tu vuo fa o talebano?
Condividi!

Talebano? A chi?! A volte, quando si parla delle richieste dei ciclisti urbani, giornalisti o commentatori sbottano “eccoli, i soliti talebani della bicicletta!”.

 

Troppo spesso le nostre proposte vengono  distorte dai mass-media, com’è successo con il “senso unico eccetto bici”, spacciato per “contromano” generalizzato ed incontrollato. Robe da matti insomma, fatto sta che, in questi casi, il vestitino “talebano” ce lo cuce addosso la stampa. Decidete voi se ciò avviene: a) per ignoranza dei giornalisti sulla mobilità ciclistica in Europa; b) più subdolamente, per manipolare allo scopo di mantenere lo “status quo” c) perché nelle redazioni gira troppa “roba”.

 

Non si capisce veramente, poi, come possa esser definito “talebano” chi si ispira a quanto realizzato in Olanda, Germania, Danimarca ed altri civili Paesi europei, che non sembra siano precisamente dei Gran Califfati (o mi son perso qualcosa?).

 

Ma tant’è, in molti vorrebbero appiccicarci addosso un certo “clichè” guerrigliero mentre, poverini, noi della FIAB assomigliamo piuttosto ai pacifici cittadini dei citati Paesi europei; siamo ciclisti ma anche pedoni, automobilisti ed utenti dei mezzi pubblici. Convinti che, qualunque mezzo si usi, le regole della strada siano da rispettare.
Soltanto che, se pedaliamo in quei Paesi, sappiamo bene quali siano doveri e diritti, le regole si imparano facilmente, perché c’è una segnaletica chiara, veniamo “incanalati” in una rete ciclabile a noi dedicata, troviamo strade e quartieri “30“ e a velocità moderata, e poi gli automobilisti ci rispettano, evitandoci così manovre “strane” per non essere investiti (stanno guidando un’auto ma altre volte usano la bici).
In Italia invece fatichiamo a trovar spazio, ci destreggiamo, rischiamo spesso la pelle perché un’auto ci taglia la strada, viene fuori da uno stop senza guardare, ci fa il pelo sorpassandoci, ecc.
Non sappiamo poi come si fa ad attraversare “legalmente” i nostri centri storici. Da noi i sensi unici sono veramente “unici”, cioè valgono anche per le bici quando sono stati pensati per evitare il traffico di attraversamento autoveicolare (deviato su circonvallazioni, troppo pericolose e lunghe per chi pedala!).
E non parliamo poi del nostro Codice della Strada, ormai ricoperto da un alto strato di muffa, che detta ancora norme per chi manovra un ottocentesco “velocipede” in mezzo al traffico dell’ultimo dopoguerra.  Allora, non ci resta che fare le ciclo-sfilate “vintage”?

 

Talebani dite?  E se fossero invece loro, quelli dell’auto ad ogni costo? Quelli che, anche se si fa in mezza Europa, da noi “non si può”. Rallentare ai 30 non si può, e poi vanno regolarmente ai 20 imbottigliati nel traffico, salvo sgommare un po’ appena possono. I  sensi unici eccetto bici per carità da noi son pericolosi, e altrove no perché i mangia-crauti son geneticamente diversi. Per le ciclabili poi non c’è spazio e se c’è bisogna lasciarlo tutto al parcheggio, magari in doppia fila.
Per i “talebani dell’auto” ogni nostra proposta è una bestemmia, un’offesa al sacro diritto delle auto a prendersi il 99,99% delle strade e alla fede nella velocità (con le sue vittime sacrificali quotidiane, specialmente tra pedoni e ciclisti).
Chi va in bici è un apostata da disprezzare. Per fortuna che ci sono gli auto-talebani a ricordare agli infedeli ciclisti l’esistenza del sacro libro “Codice della Strada”,  anche se poi, ipocritamente, sono i primi a violarlo sistematicamente.
Effettivamente, poi, qualche ciclista che non rispetta il Codice c’è.  Colto sul fatto dovrebbe essere sanzionato, e finita lì. Ma ai talebani  la sanzione non basta, loro vogliono la gogna mediatica: “per ogni ciclista che sbaglia ne siano condannati mille dalla nostra libera stampa!” . Eh già, perchè loro, le rare volte che vengono colti in fallo dal vigile, invece pagano senza fiatare, è risaputo.

 

I talebani dell’auto poi, recentemente, hanno anche trovato il partito che li difende, Scelta Civica. Bravi, per bocciare l’eretico e blasfemo “senso unico eccetto bici” è  bastata la “fatwa” di uno sconosciuto funzionario del Ministero dei Trasporti che, più o meno, recita “è pericoloso, me l’ha detto l’arcangelo Gabriele questa notte”. Di fronte a tali illuminazioni a nulla contano le moderne rilevazioni sull’incidentalità e le sperimentazioni di successo fatte nel resto d’Europa. La scienza moderna, ricordate miscredenti,  è stata partorita dal demonio.

 

Oops. Vabbè, mi son lasciato un po’ prendere la mano. Ok, mi avete smascherato, lo confesso, sono io il vero ed unico ciclo-talebano (docg veneto, tra l’altro, roba molto pericolosa s’intende).

 

Stefano Gerosa

 

Effetti collaterali.
La lettura di questo articolo è sconsigliata a  chi soffre delle seguenti patologie:   autodipendenza acuta,  sindrome italica da motore rombante ed alta pressione cronica sull’acceleratore. Provoca in tali soggetti vertigini, giramenti di testa e improvvisi raptus rabbiosi (con secrezioni orali dette volgarmente “ bava alla bocca”).  Ah ..state male? Dite che questo avviso andava messo all’inizio? Ormai l’avete già letto? Son contento, l’ho fatto apposta!