Parlamento News: notiziario del 02.10.2013
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 Notizie dal Parlamento

 

Senato.

 

Targa per le bici, depositata una richiesta Una petizione per prevedere l’obbligo della targa per le biciclette.

E’ stata depositata al Senato il primo ottobre dopo l’iniziativa di un cittadino di Vibo Valentia. Il testo, non ancora disponibile, il n. 496. La petizione è uno strumento previsto dall’articolo 50 della della Costituzione, secondo il quale tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.

 

Camera.

 

Mobilità su due ruote, serve un potenziamento della sicurezza

Come proposto dalla Fiab, occorre assumere iniziative per estendere la copertura assicurativa per l’infortunio in itinere anche all’uso della bicicletta, indipendentemente dalla possibilità, per il lavoratore, di utilizzare il mezzo pubblico. Questa una delle richieste dell’interrogazione presentata il 2 ottobre alla Camera da tre deputati del Pd, Patrizia Maestri, Paolo Gandolfi e Antonella Incerti. L’atto è stato depositato anche alla luce dell’aumento delle vittime della strada: nel 2011, in Italia, i ciclisti vittime della strada sono oltre 280, in aumento rispetto all’anno precedente, senza contare l’alto numero di persone che si feriscono anche in modo grave in conseguenza ad incidenti stradali. I parlamentari vogliono quindi anche sapere di quali azioni il governo intenda farsi promotore al fine di garantire lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica, e se, nella predisposizione del disegno di legge di stabilità 2014, sia intenzione dell’esecutivo rifinanziare il fondo per lo sviluppo della mobilità ciclistica al fine di mettere a disposizione degli enti locali le necessarie risorse per ampliare e raccordare la propria rete cicloviaria.

 

Di seguito il testo dell’interrogazione:

 

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Interrogazione a risposta in Commissione: MAESTRI, GANDOLFI e INCERTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che: 

nel 2011, in Italia, i ciclisti vittime della strada sono oltre 280, in aumento rispetto all’anno precedente, senza contare l’alto numero di persone che si feriscono anche in modo grave in conseguenza ad incidenti stradali; 

a fronte di un numero di decessi così rilevante, il volume degli spostamenti in bicicletta è rimasto negli anni sostanzialmente stabile e questo perché, diversamente da quanto accade in numerose città europee, che da tempo hanno puntato sullo sviluppo della mobilità ciclistica, in Italia la cultura della bicicletta non è ancora così diffusa; 

nei giorni scorsi la città di Parma è stata teatro di numerosi incidenti stradali che hanno visto coinvolti utenti deboli della strada, in special modo ciclisti. Tra questi anche un ragazzo di soli 14 anni; il 21 settembre 2013 è stata appesa ad un lampione in Piazza Garibaldi, la piazza principale di Parma, una «ghost-bike» in memoria di Angela Lampredi e Nicolò Ferilli, i due ciclisti parmigiani travolti e uccisi sulla strada, a distanza di pochi giorni; 

la sera del 24 settembre 2013 un giovane ventenne è stato investito e ucciso mentre percorreva in bicicletta un tratto della tangenziale di Parma. A quanto riportato dal quotidiano locale, Gazzetta di Parma, la percorribilità della stessa da parte delle biciclette risulterebbe legittimata dal fatto che, a causa di non meglio precisati «motivi tecnici complessi», quella che viene comunemente identificata come «strada extraurbana principale» (o strada di tipo B), è in realtà classificata come strada statale, tanto che anche la cartellonistica stradale risulta «annullata» da nastri adesivi bicolori; 

accadimenti di questo genere riempiono, ormai quotidianamente, le cronache dei giornali locali anche per il fatto che a Parma l’utilizzo della bicicletta anche per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola è molto diffuso nonostante la rete di piste ciclabili della città sia, in molti tratti, incompleta e necessiterebbe di interventi di manutenzione e di adeguamento della segnaletica; 

ancora oggi, nonostante gli appelli delle varie associazioni di settore e le diverse iniziative anche legislative poste in essere, risultano deficitarie sia le dotazioni infrastrutturali favorevoli all’uso della bicicletta sia le politiche a tutela della mobilità ciclistica, per cui utilizzare tale mezzo di trasporto risulta essere più pericoloso rispetto all’utilizzo di altri mezzi privati; 

separare le biciclette dal traffico a motore sulle viabilità principale ed extraurbane, per mezzo di piste ciclabili ininterrotte e con sede propria sulla carreggiata, in modo da ridurre gli urti con le automobili o creare zone a velocità limitata, ad esempio a 30 chilometri orari, per ridurre il rischio e la gravità degli incidenti, sono solo alcune delle tante misure che a costi limitati, se poste in essere e debitamente osservate, potrebbero garantire maggior tutela agli utenti della mobilità ciclistica ed incentivarne la diffusione; 

appare necessario dotare con urgenza anche l’ordinamento italiano di strumenti normativi efficienti attraverso la promozione di iniziative di sensibilizzazione e programmazione, di adeguamento delle infrastrutture viarie e di adozione di regole e di meccanismi di controllo e sanzione in grado di garantire la sicurezza di chi sceglie la bicicletta per i propri spostamenti, incentivandone e favorendone l’uso; 

il 26 luglio 2013 il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge delega per la riforma del codice della strada. La riforma del codice della strada dovrebbe essere l’occasione per adeguare, con maggiore attenzione rispetto anche agli interventi di modifica attuati nel recente passato, l’ordinamento rivolgendo maggiore attenzione nei confronti dell’utenza debole della strada –: 

di quali azioni il Ministro interrogato intenda farsi promotore al fine di garantire lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica, ponendo fine al drammatico numero di incidenti spesso mortali che si verificano sulle strade, in particolare nella città di Parma e sulla sua cosiddetta tangenziale; 

se, nelle more degli interventi di riforma del codice della strada, come proposto dalla FIAB, non si ritenga di assumere iniziative per estendere la copertura assicurativa di cui all’articolo 12 del decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, anche all’uso della bicicletta, indipendentemente dalla possibilità, per il lavoratore, di utilizzare il mezzo pubblico (cosiddetto «infortunio in itinere»); 

se, nella predisposizione del disegno di legge di stabilità 2014, sia intenzione del Governo rifinanziare il fondo di cui all’articolo 3 della legge 19 ottobre 1998, n. 366, per lo sviluppo della mobilità ciclistica al fine di mettere a disposizione degli enti locali le necessarie risorse per ampliare e raccordare la propria rete cicloviaria. (5-01111)