Parlamento News: notiziario del 03.06.2013
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Notizie dai ministeri

 

Trasporti. Ci si affida alle bici per arginare la crisi

 

“Un boom dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino quotidiano, dovuto anche alla crisi, e per la prima volta in 48 anni la bici ha superato l’automobile come vendite”. E’ quanto affermato dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis nel corso della 13esima conferenza nazionale sul Mobility Management e la mobilità sostenibile, promossa da Euromobility. Lo riporta un comunicato del 24 maggio pubblicato sul sito del ministero dei Trasporti. Il sottosegretario ha annunciato che sono allo studio del ministero misure anche innovative per incentivare l’uso della bicicletta e collegare sempre più le piste ciclabili sicure agli itinerari casa-lavoro-scuola, garantendo sicurezza stradale. 

 

Di seguito il link al comunicato:   http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=2619

 

Notizie dal Parlamento

 

Senato. Bici contromano, una proposta alla “”francese”

 

Favorire la mobilità ciclistica, consentendo agli utenti la circolazione contromano qualora le condizioni di sicurezza lo consentano. Punta a quest’obiettivo il disegno di legge presentato da Giuseppe Francesco Maria Marinello del Pdl e assegnato il 15 maggio all’esame della commissione Lavori pubblici. Una disposizione analoga a quella adottata in via sperimentale in Francia nel 2010, anche se, riconosce Marinello nella relazione, la maggiore densità della circolazione in Italia non consente forse una normativa così ampia. Proprio per questo la proposta si limita a consentire la circolazione ciclistica contromano lungo il margine della strada se esso è presente e sufficientemente ampio e salvo che non vi sia espresso divieto. Inoltre, per favorire ulteriormente la mobilità su due ruote si è precisato che l’uso della bicicletta è sempre ammesso nelle aree pedonali e nei parchi cittadini, a velocità moderata ed avendo cura dell’incolumità degli altri utenti, salvo espresso, motivato divieto, anche temporaneo, delle autorità preposte.

 

Di seguito il link al disegno di legge:    http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00699037.pdf

 

Senato. Interrogazione in favore della passerella ciclopedonale di Badia a Settimio

 

Iniziative di competenza presso le Ferrovie italiane per la sottoscrizione della convenzione e la relativa erogazione dei fondi per la costruzione della passerella ciclopedonale di Badia a Settimio. E’ quanto si chiede con l’interrogazione, a firma delle senatrici del Pd Laura Cantini  e Rosa Maria Giorgi, presentata il 15 maggio. La passerella ciclopedonale fra San Donnino e Badia a Settimio – si legge nel testo – è un’opera cruciale nel sistema della mobilità metropolitana in quanto metterebbe in comunicazione Scandicci e tutta la piana di Settimio con la stazione ferroviaria di San Donnino e quindi offrirebbe la possibilità di raggiungere Firenze in soli 13 minuti, riducendo il traffico e favorendo l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei cittadini. La stessa passerella consentirebbe un accesso maggiore di turisti alla vicina Abbazia di Settimio, uno dei monasteri cistercensi più importanti d’Italia;

 

Di seguito il testo dell’interrogazione:

 

CANTINI, DI GIORGI – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – Premesso che:

nel 1997 era stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la regione Toscana, la provincia di Firenze, la società Ferrovie dello Stato SpA, la società TAV SpA per la definizione del tracciato della tratta terminale ad alta velocità Bologna-Firenze, del tracciato del passante del nodo alta velocità e per la costruzione di opere destinate al miglioramento dei collegamenti in ambito cittadino e provinciale. Con quest’accordo Ferrovie dello Stato si impegnava a realizzare degli interventi per 53 miliardi di lire;

in questo quadro il 3 agosto 2011 con un accordo di aggiornamento del protocollo per le opere relative al nodo ferroviario alta velocità di Firenze, Rete Ferroviaria Italiana (RFI), subentrata a TAV SpA, si impegnava a destinare il contributo di 3,5 milioni di euro alla provincia di Firenze per la progettazione e realizzazione della passerella ciclopedonale di San Donnino;

la provincia, secondo quanto previsto dagli accordi sottoscritti nel protocollo d’intesa per la realizzazione delle opere connesse all’alta velocità, predisponeva e inviava il 12 aprile 2012 a RFI SpA la convenzione per la disciplina dei modi e dei tempi di erogazione dei finanziamenti. Una convenzione rimasta ad oggi non sottoscritta da RFI SpA;

la provincia di Firenze ha presentato pubblicamente il progetto definitivo della passerella tra Badia a Settimo e San Donnino e ora aspetta il finanziamento programmato da RFI per predisporre il bando di gara per la realizzazione dell’opera;

considerato che:

la passerella ciclopedonale fra San Donnino e Badia a Settimio è un’opera cruciale nel sistema della mobilità metropolitana in quanto metterebbe in comunicazione Scandicci e tutta la piana di Settimio con la stazione ferroviaria di San Donnino e quindi offrirebbe la possibilità di raggiungere Firenze in soli 13 minuti, riducendo il traffico e favorendo l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei cittadini;

la stessa passerella consentirebbe un accesso maggiore di turisti alla vicina Abbazia di Settimio, uno dei monasteri cistercensi più importanti d’Italia;

duemila cittadini hanno firmato la petizione pubblica, promossa dalla provincia, per sbloccare i 3,5 milioni di euro coi quali RFI si è impegnata a finanziare la realizzazione della passerella ciclopedonale di Badia a Settimo,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza, per quanto di competenza, delle motivazioni per le quali la convenzione sottoposta dalla provincia di Firenze a RFI SpA nel 2012 sui tempi e modi del finanziamento non sia ancora stato sottoscritta;

se intenda assumere iniziative di competenza presso RFI per la sottoscrizione della convenzione e la relativa erogazione dei fondi per la costruzione della passerella ciclopedonale di Badia a Settimio, anche in considerazione del fatto che la provincia di Firenze, in qualità di ente attuatore, ha già ottemperato a quanto di sua competenza attraverso l’utilizzo di risorse e personale propri.

(4-00186)

 

 

 

Senato. Grenway minacciata dai rifiuti

 

Una discarica a due passi da un parco e da un percorso verde. A denunciarlo Patrizia Bisinella della Lega e Franco Conte del Pdl in un’interrogazione presentata il 28 maggio. Per i senatori questi i fatti: nel Comune Casale sul Sile (Treviso), a 700 metri circa di distanza dal limite ovest del parco del fiume Sile, e  a brevissima distanza dai siti Natura 2000 – siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) – è in corso di approvazione finale da parte della regione Veneto il progetto per la realizzazione di una discarica ex 2B per rifiuti non pericolosi, in area agricola di tipo E2A – ambiti di rilevante integrità territoriale, per una superficie totale di 52.210 metri quadri. La viabilità di accesso alla discarica per il conferimento dei rifiuti si sovrappone parzialmente ed interseca alcuni tratti degli itinerari del “GiraSile, la greenway del Parco del Sile”, che rappresenta la principale rete di mobilità ciclopedonale del Parco, in corso di completamento con fondi europei POR-FESR (Programma operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale) asse 4, azione 4.3.1. “piste ciclabili in aree di pregio ambientale”.

 

Di seguito il testo dell’interrogazione:

 

BISINELLA, CONTE – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute – Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

nel Comune Casale sul Sile (Treviso), a 700 metri circa di distanza dal limite ovest del parco del fiume Sile, e pertanto a brevissima distanza dai siti Natura 2000 – siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) – ivi presenti, è in corso di approvazione finale da parte della regione Veneto il progetto per la realizzazione di una discarica ex 2B per rifiuti non pericolosi, in area agricola di tipo E2A – ambiti di rilevante integrità territoriale, per una superficie totale di 52.210 metri quadri;

la viabilità di accesso alla discarica per il conferimento dei rifiuti si sovrappone parzialmente ed interseca alcuni tratti degli itinerari del “GiraSile, la greenway del Parco del Sile”, che rappresenta la principale rete di mobilità ciclopedonale del Parco, in corso di completamento con fondi europei POR-FESR (Programma operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale) asse 4, azione 4.3.1. “piste ciclabili in aree di pregio ambientale”;

il sito è già stato oggetto di attività di cava per l’estrazione di argilla e, dall’anno 1990, sono in corso procedimenti amministrativi, prima di autorizzazione di attività di ripristino ambientale e poi di coltivazione a discarica dell’area;

a valle di un susseguirsi di autorizzazioni, sospensioni, richieste di integrazioni, dibattiti pubblici e ricorsi al TAR, il 6 marzo 2007, la Giunta regionale del Veneto con la deliberazione n. 478, ha revocato la deliberazione n. 3888 del 12 dicembre 2006, per la parte in cui veniva recepito il parere della Commissione regionale sulla valutazione di impatto ambientale (VIA) n. 147 del 25 ottobre 2006, di giudizio non favorevole di compatibilità ambientale, sostituendo tale parere con il parere della Commissione regionale VIA n. 151 del 7 febbraio 2007 di giudizio favorevole di compatibilità ambientale, in applicazione del disposto della sentenza del TAR Veneto n. 18/2007 con le seguenti prescrizioni: predisposizione del piano di caratterizzazione e del progetto di bonifica; verifica dell’emissione del biogas e progetto idoneo di impianto di estrazione forzata e trattamento; specificazione delle modalità per lo spostamento del traliccio; effettuazione della caratterizzazione dei rifiuti in ingresso nella discarica; esibizione della documentazione comprovante la disponibilità delle aree relativamente alla strada di accesso alla discarica;

nel 2011 è stato ripreso l’esame del progetto per la verifica dell’ottemperanza alle prescrizioni della VIA, l’emanazione dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), ai fini dell’esercizio dell’impianto di discarica, e l’autorizzazione paesaggistica per i “Lavori di espurgo di un fossato denominato Battilana in località Cantonetto”, a nome della ditta Consorzio di bonifica Acque Risorgive, in area sita in Comune di Casale sul Sile, soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;

nel settembre 2012, l’Ente Parco – a valle di una prima approvazione del progetto di espurgo del fossato rilasciata nell’aprile 2012 per la sola ed esclusiva finalità di tutelare le aree agricole e le abitazioni sparse nell’ambito della bassura soggetta ad allagamenti nel Comune di Casale sul Sile – ha chiesto, alla Direzione Tutela ambientale della Regione Veneto, chiarimenti sulla rete di drenaggio delle acque della discarica, poiché gravemente preoccupato degli effetti diretti e indiretti dell’intervento sull’intero ecosistema dell’area protetta;

nel febbraio 2013, l’Ente Parco del fiume Sile, con prot. n. 609/2013, ha ritenuto, in autotutela e in via cautelare, di proporre la sospensione dell’autorizzazione paesaggistica n. 28 del 24 dicembre 2012 per i lavori di espurgo di un fossato denominato Battilana in località Cantonetto, precedentemente rilasciata al Consorzio Acque Risorgive, poiché tali interventi risulterebbero funzionali anche alla prevista discarica CoVeRi, e al fatto che gli scarichi arriveranno direttamente dentro i laghetti della cava senile protetta all’interno dell’area del Parco del Sile;

nel periodo gennaio-febbraio 2013 gli uffici del Parco ed i tecnici consulenti hanno sviluppato un dettagliato documento tecnico con allegati grafici, pubblicato anche sul sito del Parco del fiume Sile, predisposto come osservazione, che ha confutato in modo approfondito il progetto della discarica arrivando alle conclusioni che il progetto altera in maniera irreversibile l’ecosistema fluviale del Parco e ravvisando inoltre la totale incompatibilità delle acque provenienti dalla prevista discarica con l’immissione nei fossati di campagna;

con delibera di indirizzo n. 6, approvata dalla giunta esecutiva del Parco il 6 marzo 2013 a titolo di protezione e valorizzazione del bacino idrografico del Sile, successivamente ratificata in data 27 marzo 2013 dal Consiglio direttivo, l’Ente Parco, in attuazione del Piano ambientale, ha: avviato un apposito programma biennale in materia idrologica e idrogeologica esteso a tutto il bacino idrografico; avviato un coordinamento istituzionale per la tutela dell’ecosistema e dei corsi d’acqua tra le autorità competenti in materia di acque e di ambiente a livello statale, regionale, provinciale e locale; deliberato di verificare, mediante i propri uffici, la compatibilità – rispetto al Piano ambientale – dei progetti di elevato impatto e incidenza ambientale previsti all’interno del bacino idrografico;

in data 17 aprile 2013 (prot. 164265) anche l’Unità di progetto Foreste e Parchi della Regione Veneto ha presentato alla Commissione VIA e alla Direzione Tutela ambiente regionale osservazioni in merito al progetto di discarica 2B CoVeRi, infine l’Unità di progetto Foreste e Parchi conclude osservando che il progetto della discarica CoVeRi, mediante le complesse ed articolate interferenze sull’ambiente analizzate finora, altera in maniera irreversibile l’ecosistema fluviale del Parco – inteso come bene di speciale interesse naturalistico-ambientale ove attuare una rigorosa protezione di suolo, sottosuolo, flora, fauna ed acqua – incidendo significativamente sull’acqua, risorsa idropotabile di primario valore e fondamento dell’ampio bacino idrografico del Sile nonché bene prioritario del Parco Naturale Regionale del fiume Sile. Ravvisa inoltre la totale incompatibilità con l’immissione nei fossati di campagna delle acque provenienti dalla prevista discarica;

l’Ente Parco Naturale Regionale del Fiume Sile è stato istituito con legge regionale 28 gennaio 1991, n. 8, al fine di tutelare i caratteri naturalistici, storici ed ambientali del territorio del fiume Sile; tra le finalità del parco si annoverano: a) la protezione del suolo e del sottosuolo, della flora, della fauna e dell’acqua; b) la protezione e la valorizzazione del bacino idrografico nella sua funzione di risorsa idropotabile; c) la tutela delle specifiche particolarità antropologiche, idrogeologiche, geomorfologiche, vegetazionali e zoologiche;

il Piano ambientale del Parco non tutela quindi solamente le aree incluse nel perimetro amministrativo dell’area protetta, ma, “ai fini della tutela paesaggistico-ambientale (…) enuncia gli indirizzi in ordine alla pianificazione territoriale con riferimento alle parti limitrofe all’area del Parco” (art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8 del 1991 istitutiva del Parco). Infatti, all’art. 19 delle Norme di attuazione del piano ambientale sono definite le aree limitrofe al Parco, quali porzioni di territorio non comprese nello stesso, come ad esempio i corpi idrici di prima classe;

la discarica CoVeRi, essendo una discarica di rifiuti non pericolosi (ex 2B), ossia che tratta rifiuti costituiti da residui del trattamento di rifiuti, materiali provenienti dalla bonifica di siti contaminati e fanghi di depurazione, produce biogas, ovvero una miscela di gas, per la maggior parte metano (CH4, dal 50 all’80 per cento), prodotta dalla fermentazione anaerobica (assenza di ossigeno) batterica dei residui organici di varia provenienza (da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti agro-industriali);

non è chiaro se, tra le specie e i ceppi batterici, necessariamente presenti in situ poiché direttamente responsabili del processo di produzione del biogas, vi siano o meno agenti patogeni per l’uomo e/o altre componenti ambientali. Ne consegue dunque, per il principio di precauzione e data la connessione dimostrata tra il sito della discarica e il fiume Sile, un serio pericolo in ordine alla possibile diffusione di eventuali malattie a flora e fauna, nonché alla contaminazione delle acque e di tutta la catena alimentare connessa al fiume, cui consegue un ancor più grave e preoccupante pericolo connesso alla pubblica incolumità;

gli abitanti della zona evidenziano che, a valle del punto di immissione delle acque provenienti dalla discarica, è ubicato un punto di prelievo idrico per uso potabile (impianto della Veritas SpA Servizio idrico integrato a Quarto d’Altino), collegato in rete diretta a Cà Solaro (Favaro Veneto – Comune di VE) e successivamente connesso alla rete acquedottistica della terraferma veneziana, la cui sicurezza idrica potrebbe essere messa in pericolo dal progetto in essere;

il Piano di gestione del bacino del fiume Sile, predisposto ai sensi della direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque – DQA) nel contesto del Distretto idrografico delle Alpi Orientali, individua un ampio territorio costituente il bacino idrografico del Sile composto da 41 territori comunali ricadenti integralmente o parzialmente nel bacino, all’interno delle province di Padova, Treviso e Venezia;

l’intero bacino idrografico del fiume Sile corrisponde alla nozione di area contigua ad area protetta, così come definita dall’art. 32, commi 1 e 2, della legge 6 dicembre 1991, n. 394, “legge quadro sulle aree protette”; in tali aree occorre disporre di una idonea disciplina per assicurare la conservazione dei valori delle aree protette stesse; “l’organismo di gestione dell’area protetta”, richiamato nell’art. 32 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, è rappresentato dall’Ente Parco Naturale Regionale del Fiume Sile,

si chiede di sapere, fatte salve le competenze regionali in materia di risorse idriche, di parchi regionali e di autorizzazioni ambientali, VIA e AIA, se i Ministri in indirizzo, nell’ambito delle proprie competenze sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica, intendano approfondire e valutare, anche in applicazione del principio di precauzione, le motivate ragioni di preoccupazione dell’Ente Parco Naturale Regionale del Fiume Sile e la reale assenza di interferenze tra il progetto della discarica CoVeRi a Casale sul Sile e la tutela dell’intero bacino idrografico del fiume Sile, della flora, della fauna e deglihabitat protetti nei SIC e ZPS ivi presenti, e garantire l’effettiva assenza di pericoli di intossicazione per gli abitanti dell’area trevigiana e veneziana che utilizzano per uso idropotabile le acque del Sile.

(4-00257)