Ambiente. Al via sperimentazione del prototipo di bicicletta a pedalata assistita ad emissioni zero
Sottoscritto un Accordo Programmatico tra il ministero dell’Ambiente, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e Ducati Energia S.p.A., per la sperimentazione presso i Comuni italiani del prototipo di bicicletta a pedalata assistita ad alto rendimento e ad emissioni zero sviluppato da Ducati Energia (e-bike 0). La sperimentazione è finalizzata a rafforzare ed integrare le azioni di mobilità sostenibile già adottate dai Comuni per ridurre l’inquinamento atmosferico e la congestione derivante dal traffico veicolare, diffondere la cultura della mobilità sostenibile e l’utilizzo di mezzi di trasporto ad impatto ambientale nullo per gli spostamenti quotidiani dei cittadini nonché aggiornare gli strumenti di pianificazione della mobilità nelle città.
Per attuare la sperimentazione il ministero mette a disposizione dei Comuni mille biciclette a pedalata assistita, le quali saranno assegnate in lotti da dieci unità. Il numero minimo di biciclette assegnabili a ciascun Comune è pari a 10; il numero massimo è pari a 100.
Le biciclette sono assegnate a titolo gratuito ai Comuni ammessi alla sperimentazione. Il ministero riconosce inoltre un cofinanziamento pari al 50% dei costi totali previsti dai singoli programmi predisposti dai Comuni ammessi alla sperimentazione, fino ad un massimo di milleduecento euro per ogni bicicletta assegnata. I costi contenuti nei programmi sono rappresentati, oltre che dai costi diretti alla gestione del progetto di sperimentazione, dall’acquisto delle rastrelliere per il ricovero e dalla ricarica delle biciclette a pedalata assistita.
Notizie dal Parlamento
Senato. Mettere in cantiere il progetto “VenTo”, la più lunga pista ciclabile italiana
Un progetto dal nome suggestivo, “VenTo”, che se attuato congiungerebbe Venezia a Torino creando una pista ciclabile di ben 679 chilometri, pensati e disegnati nei minimi dettagli dai ricercatori del Politecnico di Milano. Ne parla Francesco Ferrante del Pd in un’interrogazione presentata il 5 settembre fornendo altri dettagli: dei 679 chilometri di tracciato, 102 sono già ciclabili; con una spesa di circa 80 milioni di euro in tre anni, circa 118 al metro, si realizzerebbe la più lunga pista ciclabile italiana e una delle più lunghe d’Europa. Inoltre il progetto, secondo i ricercatori, potrebbe essere immediatamente cantierabile. Per questo Ferrante chiede di sapere se il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera non intenda attivarsi, di concerto con le Regioni, le Provincie, i Comuni e gli altri enti interessati, anche attraverso lo stanziamento dei fondi necessari, affinché il progetto venga immediatamente reso cantierabile.
Di seguito il testo dell’interrogazione:
Ferrante: Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – Premesso che:
si apprende dalla lettura di un articolo, pubblicato all’inizio del mese di agosto 2012 sul sito on line di “la Repubblica”, di un progetto, dal nome “VenTo”, che se attuato congiungerebbe Venezia a Torino creando una pista ciclabile di ben 679 chilometri, pensati e disegnati nei minimi dettagli dai ricercatori del Politecnico di Milano;
dei 679 chilometri di tracciato, 102 sono già ciclabili. Con una spesa di circa 80 milioni di euro in tre anni, circa 118 al metro, si realizzerebbe la più lunga pista ciclabile italiana e una delle più lunghe d’Europa. Un impegno che, se suddiviso tra Stato, 4 Regioni e 12 Province, diverrebbe davvero leggero, circa 7 milioni all’anno per le Regioni interessate dal percorso;
si sottolinea che il costo totale dell’opera sarebbe paragonabile a quello di 1-2 chilometri di autostrada;
il tracciato, visibile sul sito del Politecnico attraversa città di rara bellezza e, secondo il gruppo di lavoro del Politecnico, attirerebbe tutto il turismo dei Paesi europei abituato a passare le vacanze in bicicletta: centinaia di migliaia di persone. Ma potrebbero anche essere il doppio, dato che questa opera farebbe parte del corridoio europeo Eurovelo 8, che congiunge Barcellona a Kiev;
il progetto, secondo i ricercatori, potrebbe essere immediatamente cantierabile. “Non mancherebbe niente – spiega il responsabile scientifico, Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico – salvo la volontà politica di farla, questa pista ciclabile, superando un’arretratezza culturale propria dell’Italia di oggi: molti italiani purtroppo pensano ancora che una ciclovia sia un’opera inutile, percorsa solo da qualche ciclista nullafacente a passeggio. E ignorano che i 40.000 km di piste ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno, stabilmente. A parte la volontà, insomma, non manca niente”;
anche per questi motivi è del tutto evidente che la maxi pista ciclabile non servirebbe solo ai turisti: sarebbe, secondo gli esperti, un’ottima alternativa allo spostamento in macchina tra paesi vicini, e contribuirebbe ad alleggerire il traffico, producendo effetti benefici non solo per le tasche degli italiani ma per la loro salute, dato che l’area è popolata da circa 1,5 milioni di persone;
sempre secondo le proiezioni del Politecnico, la maxi pista potrebbe inoltre generare ben 100 milioni di indotto all’anno solo dai 155.000 turisti stimati, senza parlare del numero dei posti di lavoro che verrebbero creati dalla sua realizzazione. Peccato che manchino ancora i fondi necessari per costruirla. E, soprattutto, la volontà delle 4 Regioni attraversate di dare il via formale alla realizzazione;
questo progetto non è solo un’idea suggestiva ma un grande progetto di green economy. Perché i percorsi ciclabili non solo fanno bene all’ambiente e sono una risorsa per la popolazione, ma possono produrre economia e creare posti di lavoro, aspetto che in un momento di forte recessione non è una cosa da poco conto,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda attivarsi, di concerto con le Regioni, le Provincie, i Comuni e gli altri enti interessati, anche attraverso lo stanziamento dei fondi necessari, affinché il suddetto progetto venga immediatamente reso cantierabile.
Camera. Per rivalutare ferrovie puntare anche a bici in treno
Riaprire la tratta ferroviaria Sacile-Gemona, chiusa a causa di una frana dal 6 luglio scorso e valorizzarne le potenzialità turistiche anche con la formula “bici più treno”. A chiederlo
Angelo Compagnon dell’Udc con un’interrogazione del 5 settembre rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera. Nell’atto, il deputato suggerisce di puntare anche sul diffusissimo fenomeno “bici più treno” che dovrebbe offrire l’occasione per rivalutare le potenzialità della linea che non può essere circoscritta alla solo utenza scolastica e/o pendolare, ma che dovrebbe invece tener conto della vocazione turistica della zona.