Parlamento News: notiziario del 24.11.2013
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 Notizie dal Parlamento

 

Senato. Mobilità ciclistica, va avanti proposta De Poli

 

Il disegno di legge sul Programma nazionale per la mobilità ciclistica nonché per la realizzazione della rete degli itinerari ciclabili d’Italia, già assegnato a maggio all’esame della commissione Trasporti, verrà esaminato anche dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali chiamata ad esprimere il proprio parere. Lo si apprende dai resoconti dei lavori del Senato del 5 novembre. Promotore dell’iniziativa sulla mobilità ciclistica è il centrista Antonio De Poli.

 

Di seguito il link al testo:

 

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00699181.pdf

 

 

Senato. Presentata iniziativa popolare

 

Disposizioni per il finanziamento di interventi in favore della mobilità ciclistica. Questo il titolo della petizione n. 755 depositata a Palazzo Madama venerdì 22 novembre.

 

 

Camera. Codice strada, verso testo base

 

Un Comitato ristretto ai fini dell’elaborazione di un testo unificato dei diversi progetti di legge e che potrà essere adottato dalla commissione come testo base ai fini dell’ulteriore esame del provvedimento. Questo quanto deciso dalla commissione Trasporti, su proposta del presidente Michele Meta del Pd, sui disegni di legge in materia di riforma del Codice della strada, nella seduta del 5 novembre.

 

 

Camera. Expò, in Lombardia puntare su piste ciclabili

 

Valorizzare gli itinerari ciclopedonali in vista dell’Expo 2015 e coinvolgere gli enti che si occupano della gestione dei parchi. A chiederlo è Paolo Grimoldi della Lega con un’interrogazione indirizzata al governo e nella quale si richiama l’attenzione sulla presenza in Lombardia di numerosi itinerari ciclo-pedonali, molti dei quali con elevato interesse paesaggistico e naturalistico. Il testo è stato presentato il 4 novembre.

 

Di seguito il testo dell’atto:

 

   GRIMOLDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   in Lombardia sono presenti numerosi itinerari ciclo-pedonali, molti dei quali con elevato interesse paesaggistico e naturalistico;

   gran parte di questi itinerari attraversano parchi regionali o parchi locali di interesse sovra comunale;

   nel 2015 a Milano ed in Lombardia si svolgerà l’Expo;

   il turismo eco-sostenibile e l’interesse per la salvaguardia degli itinerari eco-sostenibili stanno prendendo sempre più importanza e necessitano di maggiore attenzione –:

   se i Ministri intendano assumere iniziative per valorizzare gli itinerari ciclopedonali in vista dell’Expo 2015 e come intendano coinvolgere gli enti che si occupano della gestione dei suddetti parchi. (4-02376)

 

 

Camera. Salvare il museo del ciclismo

 

Dall’ottobre 2006 è attivo preso il passo del Ghisallo in Lombardia il museo del ciclismo, ma dopo la scomparsa di Fiorenzo Magni, che lo aveva fortemente voluto e sostenuto, il museo si è trovato in difficoltà economiche e adesso è a rischio chiusura. A chiedere un intervento del governo è un drappello di parlamentari con in testa Roberto Rampi del Pd, tramite un’interrogazione pubblicata il 6 novembre. In un’altra interrogazione, dell’8 novembre, è il leghista Nicola Molteni a farsi portavoce dei deputati che chiedono la salvezza del museo.

 

Di seguito il testo delle due interrogazioni:

 

   RAMPI, MAURI, COVA, GUERRA, GIUSEPPE GUERINI, MARANTELLI e BRAGA. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   dall’ottobre 2006 è attivo preso il passo del Ghisallo in Lombardia il museo del ciclismo;

   questa struttura, situata in un luogo simbolo, conserva cimeli importanti come buona parte delle maglie rosa dei Giri d’Italia, ha un settore interattivo, permette di conoscere tutti i tour e le grandi classiche;

   dopo la scomparsa di Fiorenzo Magni, che lo aveva fortemente voluto e sostenuto, il museo si è trovato in difficoltà economiche, nonostante gli importanti investimenti di regione Lombardia, degli enti locali e del mondo del ciclismo;

   dal 3 di novembre il museo è chiuso ed è concreto il rischio che ad aprile, dopo la chiusura invernale, non venga riaperto –:

   se si sia a conoscenza di tale situazione e come si intenda intervenire per quanto di competenze. (4-02427)

 

Interrogazioni a risposta scritta:

 

   MOLTENI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   da molti anni vi è tra i campioni del ciclismo italiani e stranieri, l’usanza di donare propri cimeli al Santuario del Ghisallo: tra questi vi sono ad esempio le biciclette usate da Bartali, Coppi e Merckx nelle loro vittorie al Tour de France, la bici speciale usata da Moser per il record dell’ora e diverse maglie rosa, gialle e iridate;

   negli anni novanta questi cimeli erano ormai tanto numerosi da non trovare più posto nella piccola chiesetta: è stato perciò ideato il progetto di un museo del ciclismo, da erigere a fianco del santuario. A presiedere il comitato per la realizzazione del museo è stato chiamato Fiorenzo Magni;

   il museo è stato inaugurato il 14 ottobre 2006, in occasione del giro di Lombardia 2006, con una cerimonia alla quale hanno partecipato diversi campioni del presente e del passato;

   il museo si sviluppa su tre piani e comprende anche una raccolta multimediale di materiale sul ciclismo. I cimeli più importanti continuano comunque ad essere esposti nella chiesa del santuario;

   all’interno del Museo è esposta la più grande collezione di maglie rosa al mondo; grazie al progetto Giro for Ghisallo le maglie rosa originali, dagli anni ‘30 ad oggi, recuperate e che si possono ammirare all’interno della sala principale sono più di 50;

   nel piazzale del santuario c’è la statua di due grandi ciclisti, Coppi e Bartali; nel 2011 vi è stato posto anche il busto di Binda;

   la struttura rischia di non riaprire il prossimo mese di marzo a causa della mancanza di fondi;

   sarebbe necessario invece assicurare il mantenimento del museo in vista di Expo 2015;

   sono circa 28 mila i visitatori che annualmente visitano questo sito ed è importante che lo stesso abbia tutta la visibilità che merita, legata anche a un discorso di promozione globale delle peculiarità del territorio –:

   se il Governo intenda assumere ogni iniziativa di competenza per reperire le risorse economiche necessarie ad assicurare la continuazione dell’attività del museo, anche in vista di Expo 2015;

   se si intenda promuovere una collaborazione tra istituzioni, federazione ciclistica, società professionistiche legate al ciclismo e appassionati di mountain bike o attraverso iniziative che valorizzino lo sport e la cultura, coinvolgendo anche le scuole, oppure inserendo il museo in alcuni percorsi turistici. (4-02627)

 

 

Camera. Tutelare i ciclisti

 

Iniziative per la difesa dei ciclisti sulle strade. Li chiedono Mirko Busto del Movimento Cinque Stelle ed altri suoi colleghi deputati alla luce dei dati sulla mortalità dei ciclisti diffusi dall’Aci e dell’Istat  con un’interrogazione pubblicata l’8 novembre.

I parlamentari chiedono inoltre iniziative normative al fine di modificare il codice della strada, impegnando tutte le istituzioni allo scopo interessate ad attuare politiche dirette a rafforzare, sviluppare, promuovere e sostenere la mobilità ciclistica e, in generale, l’uso della bicicletta, anche a fini di tutela ambientale e della lotta all’inquinamento.

 

Di seguito il testo dell’atto:

 

   BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, SEGONI, TERZONI, TOFALO e ZOLEZZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   l’Aci e l’Istat hanno reso noti i dati sulla mortalità stradale, i quali se da un lato segnano una generale diminuzione dell’incidentalità e della mortalità rispetto agli anni passati, dall’altro rivelano un drammatico +2,5 per cento ai ciclisti morti in strada, tutti per scontri con auto. Il dato riporta inequivocabilmente due fenomeni che si muovono paralleli: una generale demotorizzazione e la ripresa della circolazione ciclistica in Italia;

   purtroppo il ritorno degli italiani sulle due ruote non è stato accompagnato da un adeguato aggiornamento delle condizioni della circolazione stradale, da questo punto di vista quasi nulla è stato fatto per favorire e consentire un più agevole utilizzo delle bicicletta da parte dei cittadini. Le strade italiane sono a tutt’oggi ancora zone a quasi totale «sovranità automobilistica»;

   nel 2012 sono stati registrati 186.726 sinistri con lesioni a persone (-9,2 per cento rispetto all’anno precedente), che hanno causato 3.653 morti (-5,4 per cento) e 264.716 feriti (-9,3 per cento). Ogni giorno durante il 2012, si sono verificati in media 512 incidenti stradali, che hanno comportato lesioni alle persone e in particolare, la morte di 10 individui e il ferimento di altri 725. Tra il 2001 e il 2012 — afferma il rapporto — gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati, infatti, da 263.100 a 186.726, con un calo complessivo del 29 per cento, i morti, invece — conclude il rapporto — sono passati da 7.096 a 3.653 (-48,5 per cento) e i feriti da 373.286 a 264.716 (-29,1 per cento);

   tra le principali cause degli scontri il rapporto elenca il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e le velocità troppo elevate, che pesano nel 44 per cento dei casi, mentre le disattenzioni da parte dei pedoni sono residuali, 3,5 per cento;

   i ciclisti morti, sottolinea il rapporto, sono stati 289, 237 uomini e 52 donne;

   è opinione degli interroganti considerare la motorizzazione di massa che ha accompagnato il cosiddetto boomeconomico del secondo dopoguerra del Novecento una della principali cause di quella sorta di disastro urbano, ambientale e sociale che ormai è sotto gli occhi di tutti. Il concetto di «decrescita felice» passa anche per una radicale riforma del concetto di mobilità urbana che possa finalmente porre al centro di essa la libera e serena circolazione a due ruote;

   la circolazione stradale non è esplicitamente menzionata né tra le materie che il nuovo articolo 117, secondo comma, della Costituzione attribuisce alla legislazione esclusiva dello Stato, né tra quelle di legislazione concorrente, di cui all’articolo 117, terzo comma (per le quali spetta alle regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato). La materia risulta tuttavia disciplinata prevalentemente da norme di fonte statale, in quanto riconducibile all’ambito materiale, demandato alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, «ordine pubblico e sicurezza», inteso il termine «sicurezza» come comprensivo di aspetti che riguardano la tutela della sicurezza delle persone, anche non direttamente afferenti l’ordine pubblico. In tal senso, si è del resto espressa la Corte costituzionale (sentenza n. 428 del 2004);

   rispetto alla posizione dell’Unione europea tra le priorità del libro verde sulla mobilità urbana (COM(2007)551) del 25 settembre 2007 figura la necessità di valorizzare le alternative all’uso dell’automobile privata in città, tra cui gli spostamenti in bicicletta, da potenziare a livello locale e regionale, anche mediante iniziative nei luoghi di lavoro e nelle scuole e assicurando lo sviluppo di adeguate infrastrutture;

   nel corso della 15a manifestazione Velo-City, tenutasi a Bruxelles nel maggio 2009 molte città italiane hanno sottoscritto la cosiddetta «Carta di Bruxelles» con la quale si sono impegnate a promuovere l’uso della bicicletta come parte integrante delle politiche relative alla mobilità urbana –:

   se siano al corrente dei dati diffusi dal citato rapporto di Aci e Istat e quali iniziative intendano assumere per la difesa dei ciclisti sulle strade;

   se non si ritenga opportuno assumere iniziative normative al fine di modificare il codice della strada, impegnando tutte le istituzioni allo scopo interessate ad attuare politiche dirette a rafforzare, sviluppare, promuovere e sostenere la mobilità ciclistica e, in generale, l’uso della bicicletta, anche a fini di tutela ambientale e della lotta all’inquinamento;

   quali iniziative si intenda assumere per sostenere tutti quei soggetti che promuovono anche senza fini di lucro la mobilità ciclistica. (4-02455)