Poche piste molti ostacoli. Le ferie difficili dei ciclisti
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Il venerdì di Repubblica riprende in un articolo considerazioni e proposte di FIAB. Ottimo servizio, anche se forse il titolo è poco “azzeccato”, in quanto non si tratta di ferie difficili ma divertenti! Il cicloturismo è in crescita, e lo è anche in Italia dove si fanno molte fantastiche vacanze! I cicloturisti esperti od organizzati già si muovono su è giù per la penisola. Il problema, certo, è che questo accade nonostante il nostro Paese, a differenza di altri, faccia ben poco per incentivare questa forma di turismo. Salvo rare eccezioni (soprattutto il Trentino-Alto Adige, abbastanze bene il Veneto e poco altro) mancano adeguati investimenti in infrastrutture, itinerari e segnaletica, informazioni ad hoc. E soprattutto sono inesistenti servizi ferroviari treno+bici degni di questo nome. Quindi i grandi flussi del cicloturismo europeo, quelli che cercano ciclabili ed intermodalità, ce li perdiamo tutti. Alla faccia dell’idea che il turismo è una risorsa per il Paese.

 

 

CON IL CICLOTURISMO, IN GERMANIA, CI SI GUADAGNA, DA NOI MANCANO LE STRUTTURE. QUANTO AI TRENI, OGNI REGIONE HA LE SUE REGOLE

 

POCHE PISTE MOLTI OSTACOLI LE FERIE DIFFICILI DEI CICLISTI

 

di Paolo Tessadri

 

TRENTO. Italia non pervenuta. Secondo una recente classifica stilata da Copenhagenize Design Company, la migliore città europea pei- le biciclette è Copenaghen, seguita da Amsterdam. Nei primi venti posti non c’è nessuna città italiana. Eppure, nel nostro Paese, il cicloturismo sta crescendo e i chilometri della rete di ciclovie sono a quota 18 mila, anche se solo 50 ciclovie vengono giudicate di qualità. In testa c’è il Trentino, dove ci sono 431 chilometri di piste ciclabili, quasi un chilometro per abitante. Ma è l’unica medaglia che possiamo appuntarci al petto.

 

Tra le attività sportive praticate nel nostro Paese, il cicloturismo è scelto dal 31 per cento di persone, a ruota gli escursionisti con il 21 per cento. Michele Mutterle è il responsabile di Albergabici, il servizio della Fiab (l’associazione italiana dei cicloturisti) che offre servizi e informazioni agli amanti del turismo a due ruote. A partire da un catalogo che raccoglie 560 fra alberghi, B&B, hotel, agriturismi, pensioni, ostelli e campeggi. Scorrendo le pagine si vede, però, che ci sono regioni in cui bastano le dita di una mano per fare l’elenco dello strutture disponibili: in Sicilia otto, in Sardegna sei, nel Lazio 8, in Umbria quattro. Le regioni virtuose sono il Veneto con 56, la Lombardia con 31, l’Emilia Romagna con 27 e il Trentino con 22.

 

Mutterle è chiaro sul futuro del cicloturismo: «È un fenomeno in fortissima crescita, in Germania sono cinque milioni che lo praticano, e che passano almeno una notte in una struttura ricettiva. In Italia, invece, siamo in ritardo e non c’è una regia nazionale. In pratica ogni regione va per la propria strada».

 

Lo Studio Ambrosetti ha realizzato un’indagine sull’impatto economico del cicloturismo in Europa. E’ stato calcolato che nel Vecchio continente si fatturano 44 miliardi di euro: nove in Germania, solo 3,2 in Italia. Eppure «si potrebbero raddoppiare con pochi investimenti» assicura Mutterle. Solo a Roma il potenziale sarebbe di oltre 3.200 nuovi posti di lavoro. Purtroppo chi arriva in città si trova poi imbottigliato con la bici in mezzo al traffico, con ciclabili che si interrompono improvvisamente davanti a incrocio, oppure vie senza marciapiedi con macchine e bus che sfrecciano accanto alle due ruote.

 

Per non parlare dei treni. Nonostante un accordo fra Fiab e Trenitalia, i posti a disposizione per le bici sono pochi. Sui treni regionali, poi, ognuno fa quello che vuole: c’è chi non fa pagare come in Puglia, chi fa pagare poco, chi non accetta le bici. Mentre a Bolzano, Helmut Tauber, vicepresidente degli albergatori, ha alzato la voce e ha ottenuto che ci fossero più posti per le bici sui treni locali della Provincia autonoma di Bolzano. A Bologna dopo le proteste per l’abolizione, è tornato l’abbonamento bici-treno. Adesso costa la metà di prima.

 
10 LUGLIO 2015 il venerdì di Repubblica