Ecologica, democratica e antifascista, la bicicletta è lo strumento perfetto per portare lungo le strade di città e territori i messaggi di pace e giustizia che stanno a cuore a FIAB fin dalla sua nascita, di cui sono espressione anche le tante pedalate di impegno civile organizzate in occasione del 25 aprile e raggruppate sotto il nome “Resistere, Pedalare, Resistere”, consultabili sul calendario nazionale sul sito andiamoinbici.it inserendo la parola chiave “pedalate di impegno civile”.
Di seguito ripercorriamo le tappe di una delle iniziative più significative di quest’anno, ovvero il viaggio della Memoria intrapreso dai ciclisti e dalle cicliste del gruppo di Paciciclica per onorare l’80° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Il viaggio ha visto la partecipazione di quasi un centinaio di persone provenienti da tutta Italia: oltre ai gruppi di Brescia e Roma, si sono poi unite in bici le delegazioni FIAB di Parma, Ferrara, Rovigo, Reggio Emilia, Forlì e Milano che insieme hanno pedalato da Brescia fino a Fratta Polesine, come raccontato anche nella rubrica Pedala Italia di Rai News a cura di Alfredo Di Giovampaolo e nel servizio del TG3 Lombardia firmato da Pierluigi Ferrari.

Resistere Pedalare Resistere, con Paciclica da Brescia a Fratta Polesione, paese di Matteotti
Una tre giorni intensa, carica di simboli e incontri, tra luoghi che raccontano la Resistenza e la lotta per la libertà.
Il viaggio ha preso il via da piazza della Loggia a Brescia, teatro della tragica strage del 28 maggio 1974, una ferita ancora aperta nella coscienza civile e democratica della città lombarda e non solo.
Da lì, la prima tappa ha portato al sacrario del cimitero di Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, per un commosso, sentito omaggio ai nove giovani partigiani fucilati dai fascisti.
Qui il gruppo è stato raggiunto dalla delegazione romana di FIAB BiciLiberaTutti.

Nel secondo giorno si è toccata Carpi per visitare il Museo Monumento al deportato politico e razziale, uno dei più significativi presidi della memoria in Italia, nonché primo museo del genere pensato e creato dopo la fine della guerra. Successivamente si è raggiunto il vicino campo di concentramento e smistamento di Fossoli, da cui partirono oltre 5 mila prigionieri, ebrei e oppositori politici, destinati ai lager nazisti: questo fu il primo campo cui dovette fare esperienza Primo Levi sulla via per Auschwitz.


La tappa conclusiva del viaggio ha portato a Fratta Polesine (RO), paese natale di Giacomo Matteotti, figura emblematica di fermezza morale e coraggio civile nella prima opposizione al fascismo, assassinato dal nascente regime mussoliniano nel 1924. Qui, nella casa-museo e nella cappella di famiglia del cimitero, si è reso omaggio alla sua figura, accolti dal sindaco Giuseppe Tasso e dal presidente dell’ANPI di Fratta Riccardo Resini.

La bicicletta, “congegno di pace”
Come raccontano gli organizzatori “nonostante il maltempo la pedalata si è svolta comunque, dimostrando ancora una volta come la bicicletta possa essere un ‘congegno’ di pace, memoria e impegno civile”.
Non è infatti un caso che durante la Resistenza italiana, la bicicletta rappresentò uno strumento fondamentale per la lotta partigiana contro l’occupazione nazifascista. In un periodo in cui i mezzi di trasporto erano scarsi o sotto stretto controllo delle autorità, la bicicletta rappresentò una soluzione pratica, poco appariscente per muoversi rapidamente tra città, campagne e anche tra le montagne (famosa la figura di Bartali). E uno dei ruoli chiave svolti dalla bicicletta fu quello delle staffette partigiane, spesso donne o ragazze molto giovani, che con infinito coraggio pedalarono per consegnare messaggi, trasportare armi, medicinali, viveri e informazioni strategiche tra le varie brigate partigiane.

“Paciclica FIAB ha unito le forze per esercitare il diritto della Memoria in un tributo collettivo che non voleva essere solo commemorazione, ma monito attivo di partecipazione e protagonismo di ognuno di noi per scongiurare oblio e indifferenza”. Così i nostri pedalanti, che da queste pagine ricordano il compagno Renato Ferlinghetti, che ci ha lasciati poco dopo questo viaggio.