L’European Cyclists’ Federation ha pubblicato 27 guide, ciascuna per ogni singolo paese membro dell’UE, utili a capire come sfruttare l’opportunità del Recovery Fund per investire nella ciclabilità, nei trasporti e nelle riconversione green dell’economia. ECF, di cui FIAB fa parte ed esprime il vicepresidente (Alessandro Tursi), ha realizzato un documento in inglese anche per il caso italiano. Da 30 anni FIAB lavora per trasformare il paese in ottica bike friendly e negli ultimi mesi tanto è stato fatto anche grazie al nostro lavoro di advocacy. Ora bisogna fare un salto di qualità, come ha spiegato il presidente FIAB: l’Italia come paese modello della ciclabilità non può essere un sogno vano. Ecco dunque una breve sintesi di quanto scritto da ECF sui problemi e sulle potenzialità dell’Italia grazie al piano Next Generation EU.
I problemi in Italia
ECF dà una panoramica del nostro paese inquadrando alcune cifre essenziali. Il 23% delle emissioni di gas a effetto serra sono provocate dagli spostamenti delle automobili; Roma si è impegnata a ridurre del 53% le emissioni entro il 2030; per quanto riguarda le città sono 35 i PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) approvati finora. Ma quali sono i freni che hanno finora impedito all’Italia di procedere verso una transizione green?
- L’inquinamento automobilistico è aumentato negli ultimi cinque anni.
- Il 3,3% della popolazione (ovvero 2 milioni di persone) abita in aree dove non si rispettano gli standard sulla qualità dell’aria.
- Oltre l’80% dei viaggi viene fatto con l’auto privata.
Le strade per cambiar strada
Nella guida ECF si citano anche alcuni settori in cui l’Italia può iniziare a investire per cambiare rotta.
- Migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
- Promuovere l’economia circolare nelle zone che versano in gravi condizioni economiche e sociali.
- Investire nel trasporto pubblico.
- Continuare sulla strada dei PUMS: 35 sono già attivi e altri 88 sono in cantiere.
Gli impegni presi dall’Italia. Le opportunità del Recovery Fund
Per accedere ai fondi del Recovery Fund e finanziare infrastrutture e politiche bike friendly, ECF raccomanda di fare leva sul National Energy and Climate Plan, che anche l’Italia ha sottoscritto con impegni e obiettivi da raggiungere. Che cosa contiene?
- Incentivo alla mobilità ciclistica attraverso al realizzazione di piste ciclabili.
- Promozione e diffusione della mobilità in sharing per disincentivare l’utilizzo dell’auto privata.
- Integrare fra loro tutti i servizi di mobilità attiva: intermodalità bici+treno e parcheggi scambiatori sono soltanto alcuni esempi.
Stando a ECF, questi interventi di medio-lungo periodo permetterebbero all’Italia di ottenere finanziamenti dal Recovery Fund.