Nonostante le nere nubi all’orizzonte, arriva una buona notizia per la mobilità sostenibile e in particolare per chi utilizza la bicicletta. Parliamo infatti della sospensione cautelare della normativa sui portabici per auto a sbalzo, in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci definitivamente nel merito. La normativa entrata in vigore a settembre, oltre ad aver messo di punto in bianco moltissimi italiani fuori legge, ha sollevato forte reazioni da parte di costruttori e importatori di questa tipologia di portabici.
Norme contestate e sospese provvisoriamente
L’aggiornamento della normativa arriva il 19 gennaio, attraverso un’ordinanza del tribunale amministrativo, al quale un gruppo di aziende costruttrici di portabici si erano rivolte al fine di contestare la legittimità della circolare 25981 del 6 settembre 2023 – che imponeva, pena pesanti sanzioni, limiti dimensionali impossibili da rispettare e il collaudo presso la Motorizzazione Civile dei portabici da gancio traino. Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva cautelare della circolare contestata. Di conseguenza le indicazioni contenute in quel testo sono da considerarsi “tamquam non esset”, cioè come non esistessero. Si fa quindi un salto indietro nel tempo, ripristinando lo stato precedente al 6 settembre, quando era prevista la libera installazione e utilizzo delle suddette strutture portabiciclette.
Massimo Gaspardo Moro, Responsabile del Centro Studi FIAB, spiega che “in sostanza, il giudice ha riconosciuto che, a causa di quella circolare, migliaia di utenti si sono trovati da un giorno all’altro nell’impossibilità di usare la loro attrezzatura, senza nemmeno un periodo adeguato per mettersi in regola. Inoltre, cosa fondamentale, una norma più restrittiva di quella degli altri paesi europei, può essere discriminatoria nei confronti dei cittadini italiani. E secondo noi lo è! “
Il pericolo non è ancora scongiurato, ma la questione dovrà essere approfondita e FIAB continuerà a seguirne gli sviluppi insieme alle altre organizzazioni coinvolte, sostenendo le giuste ragioni dei ciclisti.