Mobilità Ciclistica e Regioni. Veneto, un caso virtuoso
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A maggio 2015 ben 9 Regioni italiane andranno ad elezioni, che cosa possono fare le Regioni per la mobilità ciclistica? Vediamo il caso “virtuoso” della Regione Veneto, dove è stato predisposto un piano di rete e stanziati finanziamenti importanti

 

a cura di ing.Marco Passigato, consigliere nazionale FIAB e coordinatore tecnico didattico del corso di promotore della mobilità ciclistica dell’Università di Verona – gennaio 2015

 

A maggio 2015 le Regioni Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania, Calabria, e Puglia  andranno ad elezioni; le elezioni sono sempre un momento importante per chiedere e per promettere, per suggerire e per concedere.

Se analizziamo le 9 Regioni dal punto di vista della mobilità ciclistica vediamo grandi differenze; in alcune la mobilità ciclistica urbana è consolidata come l’Emilia Romagna, in altre come il Veneto e la Toscana si sta lavorando molto sul cicloturismo, la Puglia è attiva sui progetti europei, interreg, le altre vuoi per ragioni orografiche o culturali sono in fasi differenti.

Le Regioni hanno molte competenze collegabili alla mobilità ciclistica come ad esempio la mobilità urbana, extraurbana, il cicloturismo, i finanziamenti, la segnaletica, la pianificazione, la promozione della cartografia e delle guide, il trasporto bici sui treni, la promozione/prevenzione della salute, le possibilità di promuovere i parcheggi bici nei condomini, il sostegno al bike to work e bike to school, la formazione, ecc.

 

FIAB è da sempre attenta a sviluppare campagne pro bici ed a cogliere occasioni per invitare e/o costringere la politica a esprimersi e confrontarsi sui temi connessi alla mobilità ciclistica.

Il convegno del 7 novembre 2014 all’Università di Verona finalizzato a nominare i nuovi 16 Promotori della mobilità ciclistica ed a presentare il 3° corso universitario che si terrà nella primavera estate 2015 è stata l’occasione per fare un primo punto su che cosa stanno facendo le Regioni e su che cosa potrebbero fare; l’ing. Marco Passigato ha presentato la sintesi di quanto stanno facendo le 12 Regioni che hanno risposto ad uno specifico questionario da lui ideato e sviluppato e più precisamente Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Puglia, Sardegna.

 

In questo articolo comunque non vogliamo riprendere quei concetti che sono comunque visibili nell’articolo, pubblicato l’11 novembre 2014, “Che cosa fanno le Regioni per la mobilità ciclistica?” ma piuttosto presentare il caso virtuoso della Regione Veneto che in questi ultimi mesi ha centrato due grossi obiettivi:

1 – approvare il Piano regionale della mobilità ciclistica visibile al sito http://www.regione.veneto.it/web/mobilita-e-trasporti/master-plan-delle-piste-ciclabili-2014 ove sono scaricabili gli elaborati del piano: relazione, elenco itinerari e tavole.

2 – mettere a bando per la realizzazione di piste ciclabili circa 35 milioni euro per avviare progetti che dovranno essere appaltati entro al fine del 2015.

 

 

PIANO REGIONALE DELLA MOBILITÀ CICLISTICA DELLA REGIONE VENETO

 

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica della Regione Veneto approvato nell’ottobre 2014 e realizzato da Fiab su incarico della Regione, coordinatore Marco Passigato, prevede la valorizzazione di 344 km di percorsi internazionali – Eurovelo; 1096 km di percorsi nazionali – Bicitalia, 836 km di percorsi regionali, 315 km  di percorsi locali e 1460 km di percorsi all’interno di parchi ciclistici.

 

Negli ultimi anni la Regione Veneto Direzione Turismo ha individuato e segnalato con segnaletica cicloturistica dedicata 7 escursioni giornaliere e 4 itinerari settimanali per un totale di 1258 km. ; quest’ultimo sistema cicloturistico si sviluppa in gran parte su viabilità ordinaria minore, ricalcando di massima i principali corridoi di Bicitalia, e di fatto costituisce la rete dei percorsi ciclabili percorribili subito.

 

Altri interventi su iniziativa dei GAL o di Partenariati tramite AVEPA stanno evolvendo e nel breve periodo aggiungeranno alla rete altri itinerari percorribili con sicurezza in bicicletta, è la situazione dell’entroterra del Garda con il Partenariato del Custoza, del GAL Veneto orientale con i numerosi progetti finanziati sui loro fiumi, per non dilungarci sulle numerose “cordate” di comuni che si stanno attivando per realizzare percorsi ciclabili di significativa percorrenza.

 

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica suggerisce inoltre i criteri per individuare le priorità che potrebbero/dovrebbero riguardare:

  • Completamento almeno con segnaletica degli itinerari Eurovelo e Bicitalia non attrezzati
  • Mettere in sicurezza/sistemare i tracciati e le intersezioni più pericolose sugli itinerari regionali e nazionali già tabellati
  • Potenziamento dell’intermodalità con il treno e la navigazione, con trasporto sui mezzi e/o con interscambio tramite noleggiatori di biciclette
  • Sviluppare nuovi interventi in aree con forte presenza di potenziali utilizzatori (aree turisticamente vocate o in prossimità di grossi centri urbani)

        

 

BANDO PER LA REALIZZAZIONE DI PISTE CICLABILI CIRCA 35 MILIONI EURO

 

Per quanto riguarda invece il bando per il cofinanziamento fino al 90% di 35 milioni di euro per piste ciclabili, (importo massimo di ogni proposta 2 milioni di euro) vedi http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=282623 i criteri di valutazione hanno valorizzato principalmente:

  • Pista ciclabile in area di pregio ambientale e culturale, in un’ottica di turismo alternativo e sostenibile
  • Percorsi in sede propria esclusiva
  • Lunghezza ≥ 5 km
  • Completamento/prolungamento di pista esistente
  • N. di Comuni attraversati dalla pista maggiore di 4
  • Un più avanzato stadio progettuale
  • Un più elevato cofinanziamento con risorse del soggetto attuatore
  • Alta fruibilità dell’intervento

 

Al Bando sono state presentate oltre 100 domande e la graduatoria sarà pubblicata nei prossimi mesi. Dai criteri di valutazione sopra riportati emerge un chiaro orientamento alla ciclabilità extraurbana per realizzare tratti significativi inter comunali piuttosto che frammentare i contributi in centinaia di piccoli interventi che non cambiano la situazione gli stili di vita delle persone

 

In questo quadro generale FIAB si augura che i comuni si siano organizzati per valorizzare i nodi strategici come Grisignano, lo sbocco della Valsugana verso Bassano e Padova, la connessione tra Sile e ex Ostiglia-TV  in Treviso e la soluzione sul Taglio del Sile in Laguna chiudendo i buchi e valorizzando il tracciato dal Lago di Garda a Venezia che porta già adesso 6.000 ciclisti all’anno visitando 4 città d’arte importantissime, si augura inoltre che la REV – Rete Ciclistica Regionale e Bicitalia siano valorizzati con nuove tratte in sicurezza che rendano appetibili e sicuri i percorsi di lunga percorrenza.

 

La sensazione comunque è che in Regione Veneto il cicloturismo con il suo indotto economico rischi di offuscare la mobilità ciclistica urbana che invece ha ricadute favorevoli sulla qualità dell’aria, sulla congestione delle città e su salute dei cittadini, tutti elementi che hanno forte connessione con la spesa pubblica sanitaria. In futuro in Veneto sarà necessario ritornare a dare peso alla ciclabilità urbana ed alla sicurezza stradale come prerequisito per la mobilità ciclistica e pedonale attraverso bandi mirati alla moderazione del traffico e ad interventi di ciclabilità urbana di ricucitura e completamento, interventi necessari in molte realtà ove la rete ciclabile risulta frammentata e discontinua.

 

 

UFFICIO REGIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA 

 

Come accennato più sopra in questi anni in Veneto su iniziativa dei GAL o di Partenariati tramite AVEPA si stanno sviluppando numerosi interventi di area vasta e anche alcuni comuni si stanno organizzando per realizzare percorsi ciclabili di significativa lunghezza.

 

Il Piano riconosce questa difficoltà di gestione e FIAB in fase di estensione della relazione  ha ritenuto di inserire nelle proposte di Piano la necessità di attivareun Ufficio Regionale per la Mobilità Ciclistica  –  Cabina di Regia a livello regionale che “con  uno sguardo dall’alto” riesca a coordinare tutti gli interventi al fine di valorizzarli anche in un’ottica di sistema di offerta turistica da valorizzare oltre che un sistema trasportistico tra le varie aree.

 

L’Ufficio Regionale per la Mobilità Ciclistica potrebbe avere tre aree di attenzione:

  • Pianificatoria, coordinando i desideri e le azioni del territori
  • Infrastrutturale, coordinando gli interventi progettuali – esecutivi
  • Cicloturistica, coordinando lo sviluppo della Rete REV, la numerazione degli itinerari e la redazione della cartografie dedicate.

 

Più specificatamente l’ Ufficio Regionale per la Mobilità Ciclistica dovrebbe coinvolgere  turismo, infrastrutture e politiche urbane – per raccogliere dati coordinati ed aggiornati e sviluppare strategie e coordinamento a supporto della politica alla quale spetta la decisione; essere punto di distribuzione informazione e coordinamento dell’informazione tecnica e sulle best practice; essere a servizio di Provincie, Comuni, Gal, enti, consorzi, ecc, per:

  • Coordinamento del censimento di percorsi urbani, extraurbani, diffusione di linee guida, censimento e diffusione di servizi alla mobilità ciclistica urbana (ciclo parcheggi, ciclo officine, bike sharing, noleggi) ed extraurbana (bici grill, noleggi tra città, albergabici, cartografie, guide, siti, ecc)
  • Organizzare una banca dati del movimento cicloturistico, supporto metodologico ai territori per le loro ricerche
  • Aiuto a creare club di prodotto, reti di impresa sul cicloturismo (come Verona Garda bike)
  • Organizzazione di alta formazione tecnica tramite FIAB e UniVr
  • Assistenza/appoggio agli uffici biciclette
  • Assistenza/appoggio agli ambiti turistici
  • Adeguare/aggiornare la legge del 1991 sulla mobilità ciclistica ed il manuale di progettazione di infrastrutture per la ciclabilità uscito nello stesso anno  più un manuale del 1999 sulla moderazione del traffico

 

In sostanza per avere una visione di insieme a vasto raggio del tema mobilità ciclistica in grado di sviluppare una visione ed un obiettivo di legislatura, cioè una pianificazione articolata con le azioni da perseguire ed attivare.

 

Inoltre:

  • predisporre lo studio analitico degli incidenti che coinvolgono i ciclisti per individuare gli interventi necessari ad accrescere la sicurezza stradale;
  • individuare forme di incentivazione e defiscalizzazione per sviluppare l’uso della bicicletta;
  • coordinare l’educazione alla mobilità sostenibile, per la formazione dei giovani in materia di comportamento stradale e della sicurezza del traffico e della circolazione, con particolare riferimento alla promozione e all’incentivazione dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Collaborare con il MIUR nella predisposizione di appositi programmi;
  • coordinare  l’organizzazione di eventi nazionali per la promozione della bicicletta, anche all’intero di iniziative per l’ambiente e la sicurezza stradale, tra cui la settimana europea della mobilità sostenibile; la Giornata nazionale della Bicicletta ecc.

 

 

Il Veneto in questi mesi è stato molto attivo, tempo fa lo sono state altre Regioni ed altre ancora lo saranno in futuro, lo sviluppo della mobilità ciclistica dipende dalla visione della classe politica ma anche dell’attività di pressing efficace e coordinata che fanno le associazioni sia ciclistiche che degli operatori del settore.

L’attenzione alla salute pubblica, alla mobilità sostenibile, alla sicurezza stradale e alla difesa dell’ambiente urbano ed extraurbano deve fare da cornice alle nostre azioni e proposte soprattutto all’avvicinarsi delle elezioni.

 

a cura di ing.Marco Passigato, consigliere nazionale FIAB e coordinatore tecnico didattico del corso di promotore della mobilità ciclistica dell’Università di Verona – gennaio 2015