Vento, Fiab ed inesattezze
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di Antonio Dalla Venezia

 

Antonio Dalla Venezia, responsabile FIAB cicloturismo, interviene sul dibattito intercorso nel sito, rispondendo all’intervento di Paolo Pinzuti.

 

“Siccome la FIAB è una associazione seria così come sono seri i suoi dirigenti, il confronto sul progetto mi sembra una “conditio sine qua non” non solo per aderire, cosa che abbiamo già fatto, ma anche per promuoverlo, difenderlo, e sostenerlo.”

 

in risposta agli articoli ControVento di Stefano Gerosa e Contro i mulini a VenTo di Paolo Pinzuti

 

Forse il tema Vento non appassiona più di tanto il popolo FIAB e dintorni, solo Montieri e Pinzuti hanno commentato, tuttavia leggendo alcune inesattezze mi corre l’obbligo intervenire per fare un po’ d’ordine.
In data 25 maggio 2013 FIAB ha scritto al Politecnico dichiarando l’adesione al progetto di una Ciclovia del Po, cito testualmente, di cui il Politecnico con il progetto Vento si è fatto interprete. Quindi non corrisponde al vero il fatto che la FIAB si sia defilata, tuttavia è vero che nella stessa lettera auspicavamo un confronto nel merito, confronto che ci è sempre stato negato. Poi se il logo FIAB non compare nel sito di Vento è una cosa da non chiedere a noi.
Ne consegue che la FIAB non è contraria ad alcunchè. Probabilmente Stefano titolando il suo post “Controvento” può aver creato un malinteso, tuttavia sono convinto che la sua intenzione era quella di un distinguo rispetto a quelli che acriticamente stanno incensando la  proposta del Politecnico senza conoscerne i contenuti.

 

Siccome la FIAB è una associazione seria così come sono seri i suoi dirigenti, il confronto sul progetto mi sembra una “conditio sine qua non” non solo per aderire, cosa che ripeto abbiamo già fatto, ma anche per promuoverlo, difenderlo, e sostenerlo. Ne consegue che anche il quadro economico, che scaturisce dal progetto, dovrebbe essere noto così da permettere a tutti gli aderenti di capire meglio dove gli eventuali finanziamenti verranno indirizzati.
A fronte di questo deficit di conoscenza, ma immagino che questo sia un problema di FIAB perché invece sembra che Pinzuti e altri il progetto lo conoscano bene, la FIAB mantiene un atteggiamento più pragmatico che posso riassumere in poche righe: considerato che il finanziamento richiesto risulta elevato, con il rischio oggettivo che nei prossimi anni le cose non facciamo dei significativi passi avanti, riteniamo che discutere assieme su quelli che sono i veri punti critici del tracciato, e che oggi costituiscono un limite alla percorribilità dell’itinerario, e lavorare perché questi vengano risolti in tempi brevi, ci sembra una strategia che possa avvicinare nel tempo il risultato finale.
In sostanza l’idea che una “mega-opera” possa inficiare un percorso già iniziato verso la Ciclovia del Po non mi sembra tanto peregrina. Sono dell’opinione che si debba far subito tutto quel che si può fare subito, che si utilizzino i fondi che le Regioni, e l’Europa, mettono a disposizione per “saldare” i primi pezzi . Se poi sono percorsi tracciati da Vento o da FIAB,  a me poco importa, come credo nulla importa a chi sta aspettando da anni opere come queste e vi pedalerà sopra. Basta, ovviamente, che si trovi un minimo di regia, che il tutto si raccordi e che chi fa cicloturismo si trovi poi in pochi anni con un percorso “importante” a disposizione.

Io non sono così convinto come Paolo che Del Rio metterà sul piatto 100 milioni (ma basteranno) per tale opera, e anche se ciò accadesse, la FIAB ha il diritto di esprimere le sue valutazioni su quanto si andrà a fare.
L’Italia ciclabile non può ridursi alla Ciclovia del Po, ci sono situazioni che gridano vendetta in ogni parte del nostro paese e che meritano attenzione da parte di chi si occupa di questi temi, se per ogni ciclovia sono necessari 100 milioni forse nel 2050 siamo ancora qui a discutere il da farsi e magari a lamentarci perché in Italia non si riesce ad utilizzare la bici in sicurezza.

 

Quindi caro Paolo come vedi la FIAB non ha solo due opzioni possibili (pro e contro), ne ha una terza ed e è quella che ho illustrato. E questa non è autoreferenzialità ma semplicemente vediamo le cose dal punto di vista del sellino, di chi con un certo orgoglio rivendica molte delle cose che sono successe in Italia negli ultimi 20 anni, e che molti sembrano  non conoscere.
E ben vengano nuove proposte fuori dalla nostra associazione, soprattutto se queste proposte hanno in sé un minimo di condivisione e sono utili al paese.
 

La FIAB è dalla parte di chi pedala, da sempre.
 

Antonio Dalla Venezia