Vietato evitare infrazioni
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di Maria Cristina Caimotto

 

Un esempio dell’incapacità del nostro Paese di pensare una mobilità che includa i mezzi non motorizzati?

 

La situazione paradossale per il ciclista che percorre la ex strada statale n. 565 da Castellamonte ad Ivrea. Un cartello improvvisamente vieta l’accesso alla galleria … non si può andare avanti, non si può nemmeno tornare indietro. 

 

Maria Cristina Caimotto, del direttivo di Bike Pride Fiab Torino, con l’avv. Jacopo Michi, chiede l’intervento della Città Metropolitana.

 

– Buongiorno, parlo con la polizia?

 

– Dica…

 

– Sto percorrendo in bici la strada provinciale da Castellamonte a Ivrea, ma qui c’è un cartello che mi vieta l’accesso alla galleria.

 

– E certo, mica ci può andare in galleria.

 

– Sì, scusi, ma arrivare fin qui non era vietato.

 

– No, ma un ciclista che ha buon senso non ci va lo stesso lungo la provinciale.

 

– Lasciamo stare il buon senso, che dovrei fare adesso?

 

– Torni indietro.

 

– Non posso fare inversione, c’è la doppia linea continua. E non posso pedalare nella mia corsia in contromano. Non dovrebbe esserci un cartello in corrispondenza del bivio precedente che mi segnala di non poter percorrere tutta la provinciale, come quelli per i camion troppo lunghi o troppo pesanti?

 

– Ma lei è in bici o in camion?

 

– In bici

 

– Beh ma la bici se non può andare avanti non blocca la strada come la bloccherebbe un camion.

 

– Quindi se mi metto a bloccare la strada, trovate una soluzione al problema?

 

– …

 

– Adesso che cosa devo fare?

 

– Scavalchi il guard rail, usi il teletrasporto, si smaterializzi. L’importante è che svanisca. E non chiami più per fare domande che mettono in evidenza l’incapacità di questo paese di pensare una mobilità che includa i mezzi non motorizzati. Ci fa fare brutta figura sulle registrazioni. CLIC.

 

 

Il dialogo non è mai esistito. Il cartello, la galleria, l’assurdità e il pericolo invece sono tutti disponibili tra Castellamonte e Ivrea (e in molti altri punti in Italia), oppure in formato virtuale, qui.

 

 

Con l’assistenza dell’avv. Jacopo Michi abbiamo richiesto l’intervento della Città Metropolitana

 

PEC a Città Metropolitana di Torino

 

Oggetto: Segnaletica verticale presente su ex strada statale n. 565. Rischi per l’incolumità degli utenti deboli della strada.

 

Spett.le Città Metropolitana di Torino,

si inoltra la seguente nota della Dott.ssa Ric. Maria Cristina Caimotto.
Si resta in attesa di un cortese cenno di riscontro.
Con i migliori saluti.

Avv. Jacopo Michi

* * *

Spett.le
Città Metropolitana di Torino,

come utente della strada, nonché quale membro del direttivo dell’Associazione Bike Pride Fiab Torino, sono a segnalare alcuni profili di criticità che interessano la segnaletica presente sulla ex strada statale 565 di Castellamonte (SS 565), detta anche Pedemontana.

Detta strada, oggi facente parte del demanio stradale provinciale (http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2001/51/siste/00000348.htm), ora della città metropolitana, presenta – in alcuni suoi tratti – una segnaletica verticale di dubbia legittimità e, soprattutto, potenzialmente foriera di gravi pericoli per gli utenti deboli della strada, in primis i ciclisti.

In particolare, mi riferisco ai divieti di accesso ai velocipedi nelle tre gallerie presenti sulla strada provinciale che collega Castellamonte a Ivrea.
Di seguito il link che illustra il primo dei segnali di divieto ( https://www.google.it/maps/@45.421784,7.775052,3a,75y,80.04h,91.97t/data=!3m6!1e1!3m4!1sAAbshj6-PXPRdjgYa4c38Q!2e0!7i13312!8i6656 )

Ebbene, a fronte di detta segnaletica, il ciclista che – del tutto legittimamente (a quanto consta, il resto del percorso è liberamente accessibile in bicicletta e non risulta che vi sia alcun segnale nei pressi delle intersezioni che vieti di percorrere la strada provinciale in bicicletta) – sta percorrendo la strada in sella al suo mezzo, si viene a trovare in una situazione invero paradossale; infatti, egli:
– non può andare avanti, poiché il cartello di divieto impedisce di percorrere la galleria;
– non può attraversare la carreggiata e tornare indietro, poiché è presente una doppia striscia continua invalicabile;
– non può tornare indietro sulla propria corsia, perché così facendo si troverebbe in contromano;
– non può restare fermo, perché si tratterebbe di condotta assai pericolosa per la sua incolumità e quella degli altri utenti della strada.

In altre parole, la segnaletica apposta da Codesto Ecc.mo Ente (o comunque da Codesto Ente mantenuta in loco) non offre alcuna alternativa di comportamento al ciclista che si trovi di fronte al citato cartello.

Ma il che è illogico, prima ancora che foriero di gravissimi rischi per la sicurezza stradale.

Alla luce di ciò, si ritiene che l’Ecc.mo Ente debba intervenire per rimuovere le criticità sopra descritte.

A tal fine, si segnala l’opportunità predisporre uno corsia per biciclette, eventualmente anche all’esterno della galleria, e segnalare chiaramente ai ciclisti che quella è l’opzione da percorrere. Altrimenti, invece di vietare il transito alle bici per quei pochi metri,la soluzione più opportuna sembra quella di installare segnaletica che segnali agli automobilisti/motociclisti la presenza di ciclisti, imponendo ai primi (anche a mezzo di rilevatori di velocità) di rallentare la propria corsa.

Si resta in attesa di un cortese riscontro, manifestando la disponibilità a collaborare con Codesta Ecc.ma Amministrazione, al fine di individuare una soluzione condivisa nell’interesse di tutti gli utenti della strada.

Con i migliori saluti.

Dott.ssa Ric. Maria Cristina Caimotto