Dopo le proteste delle ultime settimane arriva un segnale dal governo, parziale ma comunque significativo. Si tratta del nuovo “Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali”, istituito da un emendamento a prima firma di Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente e attuale vicepresidente della Camera dei Deputati. La legge di bilancio 2023, dopo aver depennato 94 milioni di euro per la ciclabilità, inserisce quindi un piccolo fondo di 10 milioni di euro per le ciclabili urbane.
Tutto questo grazie alle voci del mondo della bicicletta che si sono unite e fatte sentire in maniera compatta. Il coro ha rivolto una richiesta chiara al governo: il ripristino dei fondi tagliati nella legge di bilancio per promuovere la mobilità attiva, la tutela dell’ambiente, la sicurezza stradale. Il messaggio ha attraversato piazze e strade con manifestazioni e pedalate, è arrivato all’interno delle amministrazioni comunali di molte città ed è stato rilanciato dai media, per fare capolino a Roma il 13 dicembre con il presidio davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il ruolo di coordinamento assunto delle associazioni, tra cui FIAB, è stato fondamentale sia a livello politico, nel confronto con i parlamentari, sia con i media, per dare rilievo e autorevolezza alla richiesta. Questa risposta del governo, anche se parziale, mette in evidenza che la ciclabilità è un tema cruciale e non può più essere trascurato.
La risposta di FIAB: “Serve una nuova visione della mobilità e dello spazio urbano”
Grazie a una serrata campagna del movimento per la mobilità sostenibile che ha lavorato in modo
congiunto per settimane e grazie al coinvolgimento di amministratori locali e parlamentari, l’Italia avrà ancora qualche risorsa per la ciclabilità urbana. Con FIAB si sono mosse molte organizzazioni come Legambiente, Clean Cities, Kyoto Club, Greenpeace, Cittadini per l’aria. Insieme affermano che si riparte da qui “per rendere le nostre città davvero ciclabili e per garantire il rispetto del diritto alla mobilità di tutte e tutti, a partire dai più vulnerabili”, sapendo che dieci milioni di euro non sono sufficienti per espandere le infrastrutture ciclabili a livelli accettabili.
Questo è il commento di Raffaele Di Marcello, Consigliere Nazionale della Federazione: «Un piccolo passo indietro ma un importante segnale su quanto l’esigenza di una nuova visione della mobilità e dello spazio urbano sia sentita, a tutti i livelli e fuori dagli schemi dell’appartenenza politica. Importante l’appoggio di ANCI e di molti comuni, sempre in prima linea per garantire la qualità della vita dei propri cittadini. La bicicletta è un formidabile mezzo di promozione sociale e uno strumento utile per rigenerare le città. Ogni euro investito in mobilità ciclistica ne restituisce cinque in benefici diretti e indiretti. È ora di abbandonare preconcetti fondati su una visione ormai anacronistica della mobilità e dello sviluppo urbano ed economico e di abbracciare il modello già sperimentato da realtà europee che vede la bicicletta protagonista e non accessorio superfluo e fastidioso».