Le associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme alle associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile e alle organizzazioni sindacali, lanciano una nuova fase di mobilitazione contro la modifica del Codice della strada. Appuntamento con un presidio a Roma domenica 17 novembre e flash mob in diverse città, dal nord al sud dell’Italia, fino a martedì 19 novembre.
Una nuova ondata di proteste si alza quindi in occasione della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla strada che coincide – neanche a farlo apposta! – con il momento del voto finale al Senato sulla modifica del codice della strada, voluta e blindata nel testo approvato alla Camera dal Ministro dei trasporti Salvini e bollata, a ragion veduta, come “Codice della strage”.
Governo e Senato, con questa riforma del codice, votano sulla pelle delle persone: la sicurezza stradale ha un’altra direzione.
Perché è dannosa la modifica del Codice della strada del Ministro Salvini
Lo sfregio ai familiari delle vittime di violenza stradale è doppio e inaccettabile. Dopo mesi di impegno e ore di audizioni parlamentari, nessuna delle richieste e degli emendamenti che tutte le più importanti associazioni familiari vittime avevano presentato lo scorso aprile con una lettera unitaria è stata accolta, nonostante quanto continua ad affermare il Ministro: c’è una bella differenza tra far parlare e ascoltare. Per di più, l’approvazione della legge è stata calendarizzata in aula tra il 19 e il 21 novembre, a ridosso della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla Strada”, che quest’anno si celebra domenica 17.
L’impianto della riforma è molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolare ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città. E’ una riforma pericolosa: ad esempio, limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione delle regole. È una riforma dannosa: rende più difficile creare o proteggere aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città; e limita l’azione dei Comuni sottoponendoli a decreti ministeriali.
La modifica del Codice della strada ostacola la prevenzione
In questo modo, la riforma ostacola la prevenzione aumentando anziché abbassare il conflitto e la violenza stradali, che già paghiamo con più di 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno. Riporta l’Italia indietro di 40 anni su mobilità sostenibile e sicurezza stradale, riducendo il livello di tutela della vita umana sulla strada, a danno di tutti, con qualsiasi mezzo di trasporto si muovano. Ci allontana ancora di più dal resto dell’Europa, dove già siamo al 19° posto su 27 per tasso di mortalità, andando in direzione opposta alle riforme grazie a cui gli altri Paesi lo hanno invece ridotto con successo.
Non solo norme peggiori, ma anche meno fondi per la sicurezza stradale. Alla riforma del codice si aggiungono, infatti, i pesanti tagli della Legge di bilancio 2025, che: riduce la spesa per la sicurezza stradale (-4,6 milioni € per interventi di sicurezza stradale e per l’educazione stradale, nella “spending review” del Ministero dei trasporti); azzera gli investimenti per la ciclabilità (-47 milioni € per le piste ciclabili urbane e -31,9 milioni € per le ciclovie turistiche); definanzia il capitolo “mobilità sostenibile e sicurezza stradale” del Fondo per lo sviluppo infrastrutturale del Paese (-70,3 milioni €); non prevede nessuno stanziamento per l’attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, che vale 1,4 miliardi di euro.
Stop al #CodiceDellaStrage, la protesta delle associazioni continua a Roma e nelle città
Questa domenica 17 novembre alle ore 10.30 a Roma ci sarà un presidio in via San Nicola de’ Cesarini (Largo Argentina), aperto a cittadini, associazioni, sindacati e forze politiche, di commemorazione delle vittime sulla strada e di protesta contro la riforma in coincidenza con la Giornata mondiale in loro ricordo. Il giorno stesso e in quelli successivi si terranno diversi flash mob in altre città dal nord al sud dell’Italia, come ad esempio Genova, Torino, Melegnano (Milano), Treviso, Codropio (Udine), Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Pesaro, Jesi (Ancona), Perugia, Roma, Napoli, Caserta, Bari, Modena e altre ancora che si aggiungono di ora in ora.
Il voto finale al Senato non fermerà la mobilitazione, che è pronta a ripartire, più forte e diffusa che mai, in vista della successiva discussione dei decreti delegati, che il Governo proporrà nei prossimi mesi al Parlamento, in attuazione della delega contenuta nella legge, per la riscrittura dell’intero codice della strada.
Elenco delle adesioni alle mobilitazioni (in aggiornamento)
Associazioni dei familiari delle vittime sulla strada
AIFVS – Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada Ets, AVISL – Associazione Vittime Incidenti Stradali e Malasanità, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Associazione Gabriele Borgogni, Associazione Rose bianche sull’asfalto, Associazione Alba Luci sulla buona strada, Associazione Manuel Biagiola, Associazione Marco Pietrobuono Onlus, Rete Vivinstrada, Fondazione Matteo Ciappi, Associazione Massimo Massimi, Associazione Andrea Nardini, Associazione Sonia Tosi, Fondazione Claudio Ciai, Associazione Dorothy Dream, Associazione Davide Marasco, Comitato Vivere meglio la città in memoria di Lucia Pozzi, Gruppo “Non correre, accorri!”
Associazioni ambientaliste e della mobilità sostenibile
FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Legambiente, Salvaiciclisti, Movimento Diritti dei Pedoni, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, Centro Antartide, AMODO
Organizzazioni sindacali
SPI-Cgil, UIL Pensionati
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