Alto Adige, con Green Mobility spazio alla mobilità ciclistica e pedonale

Alto Adige, con Green Mobility spazio alla mobilità ciclistica e pedonale

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La Provincia di Bolzano, con il progetto “Green Mobility”, vuole sviluppare l’Alto Adige come regione modello per la mobilità alpina sostenibile e, pertanto, si occupa di tutte le forme di trasporto sostenibili e del loro coordinamento, aprendo la strada ad innovazioni e nuovi progetti. Oltre a garantire un buon sistema di trasporto pubblico urbano, il progetto prevede che la mobilità sostenibile debba essere sviluppata in modo che l’Alto Adige mantenga un’alta qualità di vita, aumenti la sua attrattività turistica, stimoli la competitività economica e contribuisca a mobilizzare nuovi settori tecnologici ed economici. «Una buona pratica di livello europeo – ha dichiarato il Presidente FIAB, Alessandro Tursi -. Auspichiamo che dall’Alto Adige arrivi fino a Roma per un approccio strutturale e stabile in tutta Italia. Oggi le infrastrutture stradali non prevedono la presenza di utenti attivi del traffico come ciclisti e pedoni».

Per realizzare questi obiettivi, Green Mobility punta soprattutto sulla mobilità elettrica ed intermodale, e sulla mobilità in bici. Sono, infatti, molte le misure progettate per ampliare e collegare tra di loro le varie forme di mobilità sostenibili (trasporti pubblici urbani, spostamenti in bicicletta o a piedi). Anche progetti di Car Polling e di Car Sharing fanno parte di questo programma. Ma, per raggiungere gli obiettivi di cui sopra anche le infrastrutture hanno la loro importanza.

E così, il 28 gennaio scorso, sono state presentate le nuove linee guida per la progettazione e la costruzione di strade, che la Giunta provinciale ha approvato nei giorni precedenti introducendo importanti cambiamenti orientati a una mobilità sostenibile e sicura. I dettagli delle nuove linee guida sono stati presentati a Bolzano dall’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider, dal direttore di dipartimento Infrastrutture e Mobilità Martin Vallazza, dal direttore di ripartizione Infrastrutture Valentino Pagani e dal direttore di ripartizione Servizio strade Philipp Sicher.

«Vogliamo adottare un nuovo approccio e pianificare la mobilità in modo integrato, anche nel settore delle strade – ha sottolineato l’assessore Alfreider – I costi e gli effetti sull’ambiente dovrebbero essere ridotti al minimo prendendo in considerazione tutte le forme di mobilità e la loro interconnessione».

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Spazio, paesaggio e diverse forme di mobilità

Secondo l’assessore Alfreider gli obiettivi da perseguire sono tre.

  • La protezione dello spazio e del paesaggio, utilizzando meno spazio possibile e costruendo in modo da salvaguardare al meglio il paesaggio.
  • La considerazione di diverse forme di mobilità con particolare attenzione ai pedoni e ai ciclisti.
  • Un servizio di lunga durata abbinato all’uso di materiali locali e riciclabili. Per i regolamenti sono state utilizzate le nuove possibilità giuridiche nazionali afferenti al settore, in particolare per promuovere la sostenibilità.

Come esempio, Alfreider ha citato le piste ciclabili sui passi dolomitici, che ora non devono più essere trattate come un’infrastruttura separata ma possono essere integrate direttamente nella strada.

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«Le diverse forme di mobilità vanno pianificate fin da subito e poi costruite», ha sottolineato il direttore di dipartimento Infrastrutture e Mobilità Vallazza.

A tal fine dovrebbe essere data visibilità agli utenti della strada più deboli agli incroci e agli attraversamenti e alle nuove forme di mobilità come, ad esempio, i mezzi a mobilità elettrica.

È importante utilizzare le risorse finanziarie disponibili in modo efficiente e pianificare in anticipo, ha ricordato Vallazza, il quale ha elogiato la collaborazione tra le Ripartizioni provinciali nel processo di revisione delle norme.

Quindici anni di esperienza confluiscono nelle nuove linee guida, ha riferito il direttore di ripartizione Infrastrutture Pagani, che già nel 2006 aveva coordinato il gruppo di lavoro e contribuito alla stesura dei regolamenti. Pagani ha sottolineato la necessità di una crescente attenzione alla progettazione sostenibile, citando il concetto di gestione del ciclo di vita, che considera l’impatto della struttura sul paesaggio e sull’ambiente durante e dopo la costruzione.

Un’altra novità è il modello BIM per la progettazione, che riunisce tutti i dati sul progetto ed è disponibile digitalmente per tutti coloro che lavorano al progetto. Tutti i dettagli importanti, che i progettisti dovranno conoscere in futuro, saranno comunicati in una conferenza a maggio.