Due ciclisti, Francesco Bianchi, 70 anni, e Gianfranco Vicardi, 67, sono stati travolti e uccisi da un automobilista ieri pomeriggio nella bassa bresciana, tra Pontevico e Verolanuova. Il responsabile, secondo quanto leggiamo sulla stampa, era ubriaco (il tasso alcolemico superava tre volte il livello consentito per legge) e con l’assicurazione scaduta. Dovrà rispondere di duplice omicidio stradale. Questi sono i fatti. Il coordinatore FIAB della Lombardia, Piercarlo Bertolotti, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie. Per la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta è sempre più assordante l’allarme che risuona attorno al tema della sicurezza stradale.
La tragedia è avvenuta pochi giorni dopo un altro dramma in provincia di Brescia, a Coccaglio, in Franciacorta, dove una automobilista ha investito un passeggino con dentro un bimbo di soli 2 anni mentre la mamma stava attraversando la strada sulle strisce pedonali. Da quanto leggiamo sulla stampa locale il piccolo sembrerebbe fuori pericolo, ma ancora in coma. Eppure non ci sembra che la politica, a tutti i livelli, stia comprendendo l’emergenza che da anni denunciamo sulle nostre strade. La riforma del Codice della Strada è uno dei punti fermi che chiediamo al Parlamento perché si possa finalmente tutelare pedoni e ciclisti.
Che fare ora? «Le automobili sono l’oggetto più pericoloso che ognuno di noi ha fra le mani tutti i giorni – aveva detto il presidente FIAB Alessandro Tursi – Non sempre ci pensiamo: da una a tre tonnellate di acciaio in movimento fra le persone». Oltre ai dovuti controlli sulle strade, quello che serve è una campagna culturale che riporti al centro la necessità di ridare spazio alle persone, evitando sempre di più quelle pubblicità che inneggiano alla velocità e al “potere” delle quattro ruote.