La Costa d’Argento: il viaggio di Fiab fra colline e lagune

La Costa d’Argento: il viaggio di Fiab fra colline e lagune

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Profonda, la chiamano. Bonificata, la raccontano. Ma la Maremma cambia a ogni curva che svirgola sulla colline, dalla ghiaia delle strade bianche al rosso vivace della terra sui sentieri all’ombra di eucalipti. Qua, nella Costa dell’Argento, sulla piana del fiume Albenga, le soste tra campi di ulivi e gli scorci dalle mura di antichi borghi medievali valgono quel che di meglio questa fetta del grossetano ha da offrire ai cicloturisti.

Una zona di vigneti, che in file ordinate scollinano insieme ai sentieri silenziosi. Una terra di ulivi ultramillenari nascosti e, si direbbe, protetti da quelli “più giovani”. La storia che nell’Argentario ha tante facce: romana, vicino a Orbetello, dove svetta l’antica città di Cosa, affacciata sul mare e sulle lagune; spagnola, nella frazione di Porto Ercole del comune di Monte Argentario, parte dello Stato dei Presìdi, dove piazza Stanta Barbara ospita il Palazzo del Governatore, protetto dall’alto dal Forte Filippo e dal Forte Stella; infine italiana, perché è anche con la riforma agraria del dopoguerra che la Maremma cambia volto.

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La si scopre pedalando da Albinia verso l’entroterra, su percorsi ancora poco segnalati per chi viaggia in bicicletta. Così la rotta viene suggerita dal corso dell’Albegna. Proprio lungo il suo argine si distingue la torre della tenuta della Marsiliana (in foto, una veduta dall’alto), dominante sugli ettari di terreno un tempo lavorati dalle centinaia di contadini che fra le sue mura trovavano riposo. Oggi un museo, questo antico monastero passò poco dopo l’Unità in mano ai Corsini che ne fecero una vera e propria azienda, dal legno dei boschi per farne carbone ai cavalli qui allevati per gli eserciti. Del castello ne scriveva anche Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia”: “Mi dicono che in esso si penetra fra i ricordi della Maremma romantica e solitaria, e che vi si scorgono ancora le atroci immagini degli ultimi banditi uccisi, fotografati come un trofeo venatorio“.

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La Maremma toscana è anche rovine. Vicino a Magliano in Toscana, si devia dalla strada che conduce fino al borgo medievale. Fra il verde dei campi si incontra l’abbazia di San Bruzio (foto in basso), nei suoi resti architettonici sopravvisuti a un millennio. Ridotto il traffico automobilistico su strade che collegano l’entroterra grossetano. Scontati poi quei tosti ma brevi tornanti che conducono il cicloturista su fino in cima alle colline. A Capalbio, ad esempio, la vista si spinge comoda fino al Tirreno e oltre il confine col Lazio.

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Il territorio c’è, ora serviranno le informazioni sui percorsi. Perché dalla segnaletica non si può prescindere“. Antonio Dalla Venezia, responsabile Fiab per Bicitalia, ha fotografato così le potenzialità della Costa d’Argento al termine di una tre giorni in bicicletta in compagnia di una delegazione Fiab. Grazie alla guida e alla conoscenza del territorio di alcuni membri di Fiab GrossetoCiclabile, il test  ha permesso diverse riflessioni sugli interventi prioritari come sulla cartellonista e su alcuni passaggi obbligati su strade trafficate. L’esistente positivo lo si è scoperto invece, ad esempio, a Orbetello, il comune stretto fra i tomboli che incorniciano le lagune di ponente e di levante, collegato con ciclabili protette sia verso Monte Argentario (in foto, visto da Cosa) che verso Orbetello Scalo. E per chi cerca un ritmo di pedalata più tranquillo la soluzione può essere la flotta di battelli che fanno scalo in diversi punti della laguna con possibilità di trasporto (limitato) di bici.

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Si parla già di lavori per la realizzazione di una ciclabile che unisca anche il tombolo della Giannella, quello più a nord, a Monte Argentario, un isolotto se non fosse per quelle lingue di terra che lo hanno attaccato all’Italia grazie all’azione dei venti e del mare. Necessarie qui le ciclabili in cantiere e in parte già percorribili verso Porto Ercole. Diversa invece la situazione sulla litoranea, dove la provinciale 68, piatta, rettilinea e a basso traffico porta da Ansedonia fino alla riserva naturale del Lago di Burano, zona tutelata del WWF. Punti di forza dunque di questa fetta della provincia di Grosseto, dove non serve certo alcuna bonifica ciclabile. Piuttosto un lavoro corale fra comuni e strutture d’accoglienza per un’offerta cicloturistica che in Maremma è già oltre il “carissimo amico“.

Si ringraziano il Consorzio Maremmare e le strutture che hanno accolto i rappresentanti della Fiab dal 22 al 25 aprile.