Bike Pride Torino scrive ai commercianti: «Il traffico non è benedizione per gli affari. Servono città vivibili»

Bike Pride Torino scrive ai commercianti: «Il traffico non è benedizione per gli affari. Servono città vivibili»

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“Sono molti anni che i rappresentanti del commercio, in particolare quello di prossimità, di quartiere che rappresenta da sempre quel tessuto socio-economico cittadino, si danno la zappa sui piedi, agendo – paradossalmente – contro i propri interessi”, commenta Fabio Zanchetta, presidente di Bike Pride Fiab Torino. “Chiedono parcheggi gratuiti nel periodo di Natale, ma dovrebbero esigere aree pedonali, ciclabili e trasporto pubblico. Si lamentano del presunto trattamento di favore verso i grandi centri commerciali, ma rivendicano strade aperte al traffico senza limiti: insomma un viatico, anzi un’esortazione ad usare l’auto e a muoversi verso i centri commerciali”.

Rumore, inquinamento, pericoli dovuti all’attraversamento dei mezzi e soprattutto l’occupazione dello spazio pubblico per corsie e parcheggi rappresentano i maggiori freni allo sviluppo del commercio di prossimità. Gli spazi trafficati non sono attrattivi, ma anzi ne scoraggiano l’uso spingendo i tanti possibili clienti, ad esempio le famiglie con bambini, a recarsi verso gli hub del commercio fuori città: sicuri e pedonali benché anonimi e lontani (e quindi scomodi).

Bike Pride Fiab Torino, che anche in questa occasione invita a sostenere, promuovere e usare mezzi di trasporto più sostenibili, si fa portavoce delle migliaia di cittadini (e clienti che si recano a fare acquisti anche in bicicletta) e anche numerosi commercianti, chiedendo di rendere il centro della città, ma in generale tutti i quartieri, attrattivi per le persone, per rendere la città viva, vivibile, meno inquinata e più sicura. Per il bene della città e del commercio di quartiere.

Bike Pride invita Confcommercio, Confesercenti e Ascom a rilasciare una dichiarazione di rottura con la solita retorica anni ’80 che vede nel traffico una benedizione per il commercio. Studi, dati ed esperienze anche cittadine mostrano che le opposizioni alle aree pedonali sono ormai obsolete.