Casco obbligatorio: la Bosnia Erzegovina ci ripensa. Diminuisce la ciclabilità

Casco obbligatorio: la Bosnia Erzegovina ci ripensa. Diminuisce la ciclabilità

Condividi!

Dai Balcani la prima abrogazione di una legge che imponeva l’utilizzo del casco per i ciclisti di qualunque età. A cancellare la norma contenuta in una legge del 2006 sull’obbligo del casco è stata la Bosnia Erzegovina, dopo sei anni di campagne e di mobilitazioni che hanno ottenuto credito e visibilità non solo tra i cittadini, ma anche dalla politica. Festeggia l’associazione Centre for Environment, che in tutto questo tempo non ha certo criminalizzato l’uso del casco in sé.

Secondo quanto riporta l’associazione della Bosnia Erzegovina, sono state rarissime le multe inflitte ai ciclisti senza casco dal 2006 a oggi. Eppure il divieto è rimasto in vigore per un decennio, convincendo ciclisti e cittadini a un’azione di pressione sulla politica. L’obbligo del casco per tutti i ciclisti, dai bambini agli anziani senza distinzione, comportava un rischio non considerato dalle intenzioni del legislatore in materia di sicurezza stradale. Infatti, questa la critica, la misura scoraggiava i cittadini dall’utilizzo della bici per gli spostamenti quotidiani.

La posizione di Centre for Environment, come di tutti quelli che hanno plaudito all’abrogazione della legge “casco obbligatorio”, non  criticava, e non critica tuttora, chi il casco lo utilizza. A molti dà sicurezza in città trafficate dove non sempre chi guida porta rispetto per chi pedala. D’altra parte la norma del 2006 aveva comportato più con l’incolpare, in caso di incidente, il ciclista senza casco che non l’automobilista dall’acceleratore facile.

“Quell’obbligo – precisa Tihomir Dakic, Transport Program Coordinator di CfE – ha contribuito a rappresentare il ciclismo urbano come un’attività rischiosa, se non pericolosa”. Torna sul tema anche la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio: “In quei pochi paesi dove l’obbligo del casco c’è, alla fine ci si accorge che la misura è controproducente. Per quel che ci riguarda noi consideriamo l’idea di imporre il casco come deleteria, soprattutto perché già è difficile, e non solo in Italia, diffondere l’uso della bicicletta. Noi piuttosto siamo per una libera scelta, tanto che lo consigliamo in particolare per i bambini”.