Centri storici che riaprono alle auto: le critiche di Fiab alla “sperimentazione” di Udine

Centri storici che riaprono alle auto: le critiche di Fiab alla “sperimentazione” di Udine

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A Udine passi indietro sulla mobilità urbana, dopo che la nuova giunta ha approvato una sperimentazione per riaprire il centro storico alle automobili, aggiungendo anche nuovi parcheggi. Dal primo agosto infatti si spegneranno quelle telecamere che da pochi mesi vigilavano sugli ingressi lungo alcune vie e sanzionavano gli automobilisti senza permesso. Per sei mesi non ci saranno così limiti di circolazione nelle vie centrali del comune friulano come da subito ha denunciato la sezione della Fiab locale.

Abbiamo raggiunto al telefono il presidente della associazione Fiab Udine Paolo Attanasio, che da giorni ha iniziato un dialogo con altre realtà del territorio, da Legambiente a Italia Nostra, allargando anche a quei commercianti che preferiscono un centro storico a misura di persone più che di automobili. «Faremo con chi ci sta una manifestazione il 31 luglio – ha dichiarato – l’ultimo giorno di ztl prima dell’avvio di questa sperimentazione». Nel dettaglio, l’organizzazione proporrà una sorta di «ultimo saluto al centro storico» a piedi e in bici prima che anche queste vie vengano invase dalle automobili.

Sulla questione del centro storico di Udine riaperto alle auto è intervenuto anche il coordinatore regionale Fiab del Friuli Venezia Giulia Federico Zadnich che parla di un «provvedimento che va contro le migliori esperienze di mobilità presenti in Italia e in Europa», dove si sta sviluppando una politica che mette al centro lo spazio pubblico sottraendolo alle auto e restituendolo a pedoni e ciclisti.

Senza parlare direttamente del caso di Udine, sul tema dello spazio pubblico e della mobilità ciclistica ha voluto esprimersi anche la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio con un post su Facebook dove chiede ai sindaci e agli amministratori di partire proprio dalla legge quadro sulla mobilità ciclistica approvata nella scorsa legislatura. «Una legge unanime – scrive la Pagliaccio – approvata con il voto di tutte le forze politiche». Dunque una legge non ideologica, dove si fa esplicito riferimento alla promozione della mobilità ciclistica di cui la politica locale e nazionale devono farsi carico.