I dati (vecchi) sul numero di ciclisti morti in Olanda. Ecco perché la bici sarà sempre più sicura dell’auto

I dati (vecchi) sul numero di ciclisti morti in Olanda. Ecco perché la bici sarà sempre più sicura dell’auto

Condividi!

In tanti si sono scagliati contro le biciclette, tradizionali ed elettriche, perché i dati dall’Olanda hanno riferito che nel 2017 il numero di ciclisti morti per incidenti stradali (206) ha superato, per la prima volta, quello dei morti tra automobilisti e passeggeri (201). “Lo vedete che la bici è pericolosa tanto quanto l’automobile?”, diranno i critici. I grafici però vanno letti nel loro insieme: lo scorso anno le tabelle dell’istituto Statistics Netherlands (CBS) riferiscono che la cifra dei decessi tra automobilisti è di nuovo superiore (233) a quella che riguarda la mobilità ciclistica (228).

Senza soffermarci troppo su chi utilizza dati parziali degli incidenti mortali per mettere sullo stesso piano biciclette e veicoli in quanto a pericolosità, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta risponde alle critiche citando la Safety in numbers, ovvero la dimostrazione – numeri alla mano – che più biciclette circolano, più aumenta la sicurezza diffusa per tutti gli utenti del traffico (automobilisti inclusi).

Secondo i dati di Statistics Netherlands un terzo di tutte le morti per incidenti stradali è dovuto in Olanda alla collisione con un automobile o un furgone; il 14% dei decessi riguarda bus o autobus e il 21% – spiegano dall’istituto di ricerca – è causato dallo scontro con un albero o un oggetto fissato a terra. Infine oltre il 22% dei morti per incidenti stradali in Olanda non è dovuto a una collisione o a uno scontro. Di quest’ultima fetta più della metà vede coinvolti biciclette e scooter.

Dall’Italia è subito arrivato il commento dell’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) che motivato il dato (vecchio) dei decessi tra i ciclisti al crescente numero di over 50 che usano l’e-bike. La ricerca di Statistics Netherlands, in realtà, non si sofferma sul tipo di due ruote. Riferisce piuttosto che, nel 2018, quasi la metà degli ultracinquantenni vittime di incidenti stradali erano ciclisti. In FIAB non si è mai fatta confusione tra quello che è una e-bike e quello che smette di essere mobilità ciclistica: conosciamo e condanniamo i casi dei motorini elettrici sbloccati per superare abbondantemente i 25 km/h.

Sul tema della pedalata assistita FIAB si era espressa con un documento ufficiale approvato nel 2016 dalla Conferenza dei Presidenti a Genova: la Federazione era ed è favorevole alla diffusione di mezzi elettrici a norma che, anno dopo anno, hanno contributo ad aumentare il numero dei ciclisti in Italia. Parte integrante di quella mobilità attiva che FIAB diffonde anche in Europa partecipando agli sforzi dell’European Cyclists’ Federation.